Tratto da "Mater Populi Fidelis"
Nota dottrinale su alcuni titoli mariani riferiti alla cooperazione di Maria all’opera della salvezza
34. Nel caso di Maria, questa mediazione si realizza in forma materna,[64] esattamente come fece a Cana[65] e come venne ratificata sotto la Croce.[66] Così l’ha spiegato Papa Francesco: «Lei è Madre. E questo è il titolo che ha ricevuto da Gesù, proprio lì, nel momento della Croce (cf. Gv 19,26-27). I tuoi figli, tu sei Madre. […] ha ricevuto il dono di essere Madre di Lui e il dovere di accompagnare noi come Madre, di essere nostra Madre».[67]
35. Il titolo di Madre ha le sue radici nella Sacra Scrittura e nei Santi Padri, è stato proposto dal Magistero e la formulazione del suo contenuto si è sviluppata fino all’esposizione del Concilio Vaticano II[68] e all’espressione maternità spirituale nell’enciclica Redemptoris Mater.[69] Questa maternità spirituale di Maria scaturisce dalla maternità fisica del Figlio di Dio. Generando fisicamente Cristo, a partire dalla sua libera e credente accettazione di questa missione, la Vergine ha generato nella fede tutti i cristiani che sono membra del corpo mistico di Cristo, vale a dire, ha generato il Cristo totale, capo e membra.[70]
36. La partecipazione della Vergine Maria, come Madre, alla vita del Figlio, dall’Incarnazione fino alla Croce e alla Risurrezione, conferisce un carattere unico e singolare alla sua cooperazione all’opera redentrice di Cristo, e vale in modo speciale per la Chiesa, «quando considera la maternità spirituale di Maria verso tutte le membra del Corpo mistico; in fiduciosa invocazione, quando sperimenta l’intercessione della sua Avvocata e Ausiliatrice».[71] Questo aspetto materno è ciò che caratterizza il rapporto della Vergine con Cristo e la sua collaborazione in tutti i momenti dell’opera della salvezza. Nella sua missione di Madre, Maria ha una relazione singolare con il Redentore e anche con i redenti, di cui lei stessa è la prima. «Maria è typos (modello) della Chiesa e della nuova nascita che avviene in lei», ma ancor di più ella è simbolo e «sintesi della Chiesa stessa».[72]È una maternità che nasce dal dono totale di sé e dalla chiamata a farsi serva del mistero.[73]In questa maternità di Maria è sintetizzato tutto ciò che possiamo dire sulla maternità secondo la grazia e sul posto attuale di Maria nei confronti di tutta la Chiesa.
37. La maternità spirituale di Maria presenta alcune determinate caratteristiche:
a) Essa trova il suo fondamento nel fatto che ella è Madre di Dio e prolunga la maternità verso i discepoli di Cristo[74] e anche verso tutti gli esseri umani.[75] In questo senso, la cooperazione di Maria è singolare e si distingue dalle cooperazioni «delle altre creature».[76] La sua intercessione ha una caratteristica che non è quella di una mediazione sacerdotale, come quella di Cristo, ma si situa nell’ordine e nell’analogia della maternità.[77]Associando l’intercessione di Maria alla sua opera, i doni che ci giungono dal Signore ci vengono presentati con un aspetto materno, pieni della tenerezza e della vicinanza della Madre[78] che Gesù ha voluto condividere con noi (cf. Gv 19,27).
b) La cooperazione materna di Maria è in Cristo, e quindi è partecipata, vale a dire, è «partecipazione a questa unica fonte che è la mediazione di Cristo stesso».[79] Maria entra in modo del tutto personale nell’unica mediazione di Cristo.[80] La funzione materna di Maria «in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l’efficacia. Ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini» scaturisce «dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo; pertanto si fonda sulla mediazione di questi, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia».[81] Nella sua maternità, Maria non è un ostacolo posto tra gli esseri umani e Cristo; al contrario, la sua funzione materna è indissolubilmente legata a quella di Cristo e orientata a Lui. Così intesa, la maternità di Maria non pretende indebolire l’adorazione unica che si deve solo a Cristo, bensì stimolarla.[82] Bisogna quindi evitare titoli ed espressioni riferiti a Maria che la presentino come una specie di “parafulmine” di fronte alla giustizia del Signore, come se Maria fosse un’alternativa necessaria all’insufficiente misericordia di Dio. Il Concilio Vaticano II ha ribadito come debba essere il culto reso a Maria: «Un culto orientato al centro cristologico della fede cristiana, in modo che “quando è onorata la Madre, il Figlio [...] sia debitamente conosciuto, amato, glorificato”».[83] In definitiva, la maternità di Maria è subordinata[84] all’elezione da parte del Padre, all’opera di Cristo e all’azione dello Spirito Santo.
c) La Chiesa non è solo un punto di riferimento per la maternità spirituale di Maria: è proprio la dimensione sacramentale della Chiesa il luogo in cui si esprime sempre la sua funzione materna.[85] Maria agisce con la Chiesa, nella Chiesa e per la Chiesa. L’esercizio della sua maternità si trova nella comunione ecclesiale e non al di fuori di essa; essa guida la Chiesa e l’accompagna. La Chiesa impara da Maria la propria maternità:[86] nell’accoglienza della Parola di Dio che evangelizza, converte e annuncia Cristo; nel dono della vita sacramentale del Battesimo e dell’Eucaristia, e nell’educazione e formazione materna che aiuta i figli di Dio a nascere e a crescere.[87] Perciò si può dire che «la fecondità della Chiesa è la stessa fecondità di Maria; e si realizza nell’esistenza dei suoi membri nella misura in cui essi rivivono, “in piccolo”, ciò che ha vissuto la Madre, cioè amano secondo l’amore di Gesù».[88] Maria, in quanto Madre, come la Chiesa spera che Cristo sia generato in noi,[89] non di prendere il suo posto. Per questo motivo, «grazie all’immensa sorgente che sgorga dal costato aperto di Cristo, la Chiesa, Maria e tutti i credenti, in modi diversi, diventano canali di acqua viva. In questo modo Cristo stesso dispiega la sua gloria nella nostra piccolezza».[90]
Intercessione
38. Maria è unita a Cristo in un modo unico a motivo della sua maternità e a motivo del suo essere piena di grazia. Ciò è suggerito nel saluto dell’angelo (cf. Lc 1,28), il quale utilizza una parola (kecharitōmenē) che è unica ed esclusiva in tutta la Bibbia. Lei, che accolse nel suo ventre la forza dello Spirito Santo e fu Madre di Dio, diventa, per mezzo dello stesso Spirito, Madre della Chiesa.[91] Per questa peculiare unione di maternità e di grazia, la sua preghiera per noi ha un valore e un’efficacia che non possono essere paragonati a nessun’altra intercessione. San Giovanni Paolo II metteva in relazione il titolo di “mediatrice” con questa funzione di intercessione materna, dal momento che ella «si pone “in mezzo”, cioè fa da mediatrice non come un’estranea, ma nella sua posizione di madre, consapevole che come tale può – anzi “ha il diritto” – di far presente al Figlio i bisogni degli uomini».[92]
39. La fede cattolica legge nelle Scritture che coloro che sono con Dio in cielo possono continuare a compiere simili atti d’amore, intercedendo per noi e accompagnandoci. Vediamo, ad esempio, che gli angeli sono «spiriti inviati a servire coloro che erediteranno la salvezza» (Eb 1,14). Si parla di missioni compiute dagli angeli (cf. Tb 5,4; 12,12; At 12,7-11; Ap 8,3-5). Ci sono angeli che aiutano Gesù nel deserto, quando veniva tentato (cf. Mt 4,11) e nei momenti della passione (cf. Lc 22,43). Nel Salmo ci viene promesso che Dio «darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie» (Sal 91,11).
40. Questi testi ci mostrano che il cielo non è completamente separato dalla terra. Ciò apre la possibilità di ottenere l’intercessione per noi da parte di coloro che sono in cielo. Il Libro di Zaccaria ci presenta un angelo di Dio che dice: «Signore degli eserciti, fino a quando rifiuterai di avere pietà di Gerusalemme e delle città di Giuda, contro le quali sei sdegnato? Sono ormai settant’anni!» (Zac 1,12). Allo stesso modo, l’Apocalisse ci parla degli “immolati”, dei martiri in cielo, che intervengono chiedendo a Dio di agire sulla terra per liberarci dall’ingiustizia: «Vidi sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano reso. E gridarono a gran voce: “Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue contro gli abitanti della terra?”» (Ap 6,9-10). Già nella tradizione giudeo-ellenistica si affermava la convinzione che i giusti dopo la morte intercedessero per il popolo (cf. 2Mac 15,12-14).
41. Maria, che nel cielo ama il «il resto della sua discendenza» (Ap 12,17), così come accompagnava l’orazione degli apostoli quando ricevettero lo Spirito Santo (cf. At 1,14), anche ora continua ad accompagnare le nostre preghiere con la sua materna intercessione. In tal modo, continua l’atteggiamento di servizio e compassione che ha mostrato alle nozze di Cana (cf. Gv 2,1-11) e ancora oggi continua a rivolgersi a Gesù per dirgli: «Non hanno più vino» (Gv 2,3). Nel suo canto di lode vediamo Maria come una donna del suo popolo, che loda Dio perché «ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati» (Lc 1,52-53), perché «ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia come aveva detto ai nostri padri» (Lc 1,54-55), e riconosciamo la sua prontezza quando si avvicina senz’indugio per aiutare la cugina Elisabetta (cf. Lc 1,39-40). Per questo, il Popolo di Dio confida fermamente nella sua intercessione.
42. Tra gli eletti e i glorificati insieme a Cristo, al primo posto vi è la Madre, per cui possiamo affermare che esiste una singolare collaborazione di Maria all’opera salvifica che Cristo compie nella sua Chiesa. Si tratta di un’intercessione che la trasforma in segno materno della misericordia del Signore. In questa maniera, poiché Egli liberamente ha voluto così, il Signore conferisce alla sua azione verso di noi un volto materno.[93]
Vicinanza materna
43. La presenza di diverse devozioni, immagini e santuari mariani manifesta quella maternità concreta di Maria che si fa vicina alla vita dei suoi figli. Serva come esempio di ciò la manifestazione della Madre all’indio San Juan Diego sul monte Tepeyac. Maria lo chiama con le tenere parole di una madre: «Il mio piccolo figlio, il mio Juanito». E, di fronte alle difficoltà che San Juan Diego le manifesta nel realizzare la missione affidatagli, Maria gli rivela la forza della sua maternità: «Non sono forse qui, io, che sono tua madre? […] Non sei forse nell’incavo del mio mantello, nella piega delle mie braccia?».[94]
44. L’esperienza dell’affetto materno di Maria, che visse San Juan Diego, è l’esperienza personale dei cristiani che accolgono l’affetto di Maria e mettono nelle sue mani «le necessità della vita di ogni giorno e aprono fiduciosi il loro cuore per domandare la sua materna intercessione ed ottenere la sua rassicurante protezione».[95] Oltre queste straordinarie manifestazioni della sua vicinanza, vi sono costanti espressioni quotidiane della sua maternità nella vita di tutti i suoi figli. Anche quando non chiediamo la sua intercessione, lei si mostra vicina come Madre, per aiutarci a riconoscere l’amore del Padre, a contemplare il dono salvifico di Cristo, ad accogliere l’azione santificante dello Spirito. È così grande il suo valore per la Chiesa che i pastori devono evitare ogni strumentalizzazione politica di questa vicinanza della Madre. Papa Francesco ha messo in guardia in diverse occasioni e ha manifestato la sua preoccupazione riguardo alle «proposte ideologico-culturali di diverso genere che vogliono appropriarsi dell’incontro di un popolo con sua Madre».[96]
[64] Cf. S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), n. 38: AAS 79 (1987), 411.
[65] Cf. ibid., n. 21: AAS 79 (1987), 387-389.
[66] Cf. ibid., n. 23: AAS 79 (1987), 390-391.
[67] Francesco, Meditazioni quotidiane: L’Addolorata, discepola e madre (3 aprile 2020): L’Osservatore Romano, 4 aprile 2020, 8.
[68] Cf. Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium (21 novembre 1964), nn. 55-62: AAS 57 (1965), 59-63.
[69] Cf. S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), n. 44: AAS 79 (1987), 421.
[70] Cf. S. Paolo VI, Allocuzione a Conclusione della III Sessione del Concilio Vaticano II (21 novembre 1964):AAS 56 (1964), 1015: «Maria, come Madre di Cristo, è da ritenere anche Madre di tutti i fedeli e i Pastori, vale a dire della Chiesa»; Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 963.
[71] S. Paolo VI, Es. ap. Marialis cultus (2 febbraio 1974), n. 22: AAS 66 (1974), 133.
[72] Cf. H.U. von Balthasar, Teodrammatica. Vol 3: Le persone del dramma, Milano 1983, 308.
[73] Cf. Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium (21 novembre 1964), n. 56: AAS 57 (1965), 60: «Consacrò totalmente se stessa quale ancella del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione in dipendenza da lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente».
[74] Cf. S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), n. 23: AAS 79 (1987), 391.
[75] Cf. Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium (21 novembre 1964), n. 69: AAS 57 (1965), 66: «Madre di Dio e madre degli uomini».
[76] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), n. 38: AAS 79 (1987), 411; cf. Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm., Lumen gentium (21 novembre 1964), n. 61: AAS 57 (1965), 63. Il contenuto della maternità spirituale di Maria è presente nei testi più antichi della patristica e ha il suo fondamento biblico soprattutto nel Vangelo di San Giovanni, più specificamente nella scena della Croce.
[77] Cf. S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), n. 21: AAS 79 (1987), 388: «Si manifesta come nuova maternità secondo lo spirito e non solo secondo la carne, ossia la sollecitudine di Maria per gli uomini, il suo andare incontro ad essi nella vasta gamma dei loro bisogni e necessità».
[78] Cf. Francesco, Omelia nella Solennità di Santa Maria Madre di Dio. 53ª Giornata mondiale della Pace (1° gennaio 2020): AAS 112 (2020), 19.
[79] S. Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), n. 38: AAS 79 (1987), 411-412; cf. Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium (21 novembre 1964), n. 62: AAS 57 (1965), 63.
[80] Cf. S. Giovanni Paolo II, Udienza generale: Maria singolare cooperatrice della Redenzione (9 aprile 1997), n. 2: L’Osservatore Romano, 10 aprile 1997, 4: «Il concorso di Maria, invece, si è attuato durante l’evento stesso e a titolo di madre; si estende quindi alla totalità dell’opera salvifica di Cristo».
[81] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium (21 novembre 1964), n. 60: AAS 57 (1965), 62; Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 970.
[82] Cf. Francesco, Udienza generale (24 marzo 2021): L’Osservatore Romano, 24 marzo 2021, 8: «[Maria] lei segnala il Mediatore: lei è la Odigitria. Nell’iconografia cristiana la sua presenza è ovunque, a volte anche in grande risalto, ma sempre in relazione al Figlio e in funzione di Lui. Le sue mani, i suoi occhi, il suo atteggiamento sono un “catechismo” vivente e sempre segnalano il cardine, il centro: Gesù. Maria è totalmente rivolta a Lui».
[83] S. Giovanni Paolo II, Lett. ap. Rosarium Virginis Mariae (16 ottobre 2002), n. 4: AAS 95 (2003), 8; che cita il Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium (21 novembre 1964), n. 66: AAS 57 (1965), 65.
[84] Cf. Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium (21 novembre 1964), n. 62: AAS 57 (1965), 63: «Funzione subordinata di Maria».
[85] Cf. S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), n. 40: AAS 79 (1987), 414-415.
[86] Cf. ibid., n. 43: AAS 79 (1987), 420.
[87] Cf. Francesco, Discorso in occasione della Recita del Santo Rosario nella Basilica papale di Santa Maria Maggiore (4 maggio 2013): L’Osservatore Romano, 6-7 maggio 2013, 7.
[88] Leone XIV, Omelia nel Giubileo della Santa Sede (9 giugno 2025): L’Osservatore Romano, 10 giugno 2025, 2.
[89] Cf. Francesco, Es. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), n. 285: AAS 105 (2013), 1135.
[90] Id., Lett. enc. Dilexit nos. Sull’amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo (24 ottobre 2024), n. 176: AAS 116 (2024), 1424.
[91] Cf. Id., Udienza generale (18 novembre 2020): L’Osservatore Romano, 18 novembre 2020, 11.
[92] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), n. 21: AAS 79 (1987), 388-389.
[93] Cf. Francesco, Omelia nella Solennità di Santa Maria Madre di Dio (1° gennaio 2024): AAS 116 (2024), 20.
[94] J.L. Guerrero Rosado, Nican Mopohua: Aquí se cuenta… el gran acontecimiento, Cuautitlan 2003, nn. 23, 119.
[95] S. Giovanni Paolo II, Udienza generale (13 agosto 1997), n. 4, L’Osservatore Romano, 14 agosto 1997, 4.
[96] Francesco, Omelia nella Festa di Nostra Signora di Guadalupe (12 dicembre 2022): AAS 115 (2023), 53; cf. Id., Omelia nella Festa di Nostra Signora di Guadalupe (12 dicembre 2023): AAS 116 (2024), 12.
Autore: Card. Víctor Manuel Fernández
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