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Beata Vergine Maria Madre del Popolo fedele

Festa: .



Tratto da "Mater Populi Fidelis"

Nota dottrinale su alcuni titoli mariani
riferiti alla cooperazione di Maria
all’opera della salvezza


76. «Maria, la prima discepola, è la Madre».[185]Sulla Croce, Cristo ci dona Maria, e così «ci conduce a Lei perché non vuole che camminiamo senza una madre».[186] Lei è la Madre credente che è divenuta «Madre di tutti i credenti»,[187] e allo stesso tempo è «la Madre della Chiesa evangelizzatrice»,[188] che ci accoglie così come Dio ha voluto convocarci, non solo come individui isolati ma come Popolo che cammina:[189] «Nostra Madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione e il suo amore».[190] Lei è la Madre del Popolo fedele, che «cammina in mezzo al suo popolo, mossa da una tenerezza premurosa, e si fa carico delle ansie e delle vicissitudini».[191]

L’amore si ferma, contempla il mistero, gode in silenzio

77. Il Popolo fedele non si allontana da Cristo, né dal Vangelo, quando si avvicina a lei, ma rimane capace di leggere «in quell’immagine materna tutti i misteri del Vangelo».[192] Perché, in quel volto materno, vede riflesso il Signore che ci cerca (cf. Lc 15,4-8), che viene incontro a noi con le braccia aperte (cf. Lc 15,20), che si ferma davanti a noi (cf. Lc 18,40), che si curva su di noi e ci solleva verso la sua guancia (cf. Os 11,4), che ci guarda con amore (cf. Mc 10,21) e che non ci condanna (cf. Gv 8,11; Os 11,9). Nel suo volto materno, molti poveri riconoscono il Signore che «ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili» (Lc 1,52). Questo volto di donna canta il mistero dell’Incarnazione. In questo volto della Madre, trafitta dalla spada (cf. Lc 2,35), il Popolo di Dio riconosce il mistero della Croce, e in quel volto, illuminato dalla luce pasquale, percepisce che Cristo è vivo. Ed ella, che ricevette in pienezza lo Spirito Santo, è colei che sostiene gli apostoli riuniti in preghiera nel Cenacolo (cf. At 1,14). Per questo possiamo dire che, «in qualche modo la fede di Maria, sulla base della testimonianza apostolica della Chiesa, diventa incessantemente la fede del popolo di Dio in cammino».[193]

78. Come sostenevano i Vescovi latinoamericani, i poveri «incontrano la tenerezza e l’amore di Dio nel volto di Maria. In lei si riflette il messaggio essenziale del Vangelo».[194] Il Popolo semplice e povero non separa la Madre gloriosa da Maria di Nazaret, che incontriamo nei Vangeli. Al contrario, riconosce la semplicità dietro la gloria, e sa che Maria non ha cessato di essere una di loro. È colei che, come ogni madre, ha portato suo figlio in grembo, lo ha allattato, lo ha cresciuto amorevolmente con l’aiuto di San Giuseppe, e non le sono mancati gli scossoni e i dubbi della maternità (cf. Lc 2,48-50). È colei che canta al Dio che «ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Lc 1,53), colei che soffre con gli sposi che sono rimasti senza vino per la loro festa (cf. Gn 2,3), che sa correre a dare una mano alla cugina che ne ha bisogno (cf. Lc 1,39-40), che si lascia ferire, come trafitta da una spada a causa della storia del suo popolo, di cui suo Figlio è «segno di contraddizione» (Lc 2,34); è colei che capisce cosa significa essere un migrante o un esule (cf. Mt 2,13-15), che nella sua povertà può offrire solo due piccoli colombi (cf. Lc 2,24) e che sa cosa vuol dire essere disprezzati per appartenere alla famiglia di un povero falegname (cf. Mc 6,3-4). I popoli sofferenti riconoscono Maria che cammina al loro fianco e per questo cercano la Madre per implorare il suo aiuto.[195]

79. La vicinanza della Madre produce una pietà mariana “popolare”, che ha diverse espressioni nei diversi popoli. I volti molteplici di Maria – coreano, messicano, congolese, italiano e tanti altri – sono forme di inculturazione del Vangelo che riflettono, in ogni luogo della terra, «la tenerezza paterna di Dio»[196] che raggiunge le viscere dei nostri popoli.

80. Contempliamo la fede del Popolo di Dio, in cui moltitudini di fratelli e sorelle credenti riconoscono spontaneamente Maria come Madre, così come Cristo stesso ci ha proposto dalla Croce. Il Popolo di Dio ama compiere pellegrinaggi verso i diversi santuari mariani, dove trova conforto e forza per andare avanti, come chi, in mezzo alla fatica e al dolore, riceve la carezza della Madre. La Conferenza di Aparecida ha saputo esprimere in modo chiaro e splendido il profondo valore teologico di questa esperienza. Niente di meglio che concludere questa Nota con tali parole:

«Mettiamo in risalto i pellegrinaggi, dove si può riconoscere il Popolo di Dio in cammino. Lì il credente celebra la gioia di sentirsi immerso tra tanti fratelli, camminando insieme verso Dio che li attende. Cristo stesso si fa pellegrino e, risorto, cammina tra i poveri. La decisione di mettersi in cammino verso il santuario è già una confessione di fede; il cammino è un vero canto di speranza; e l’arrivo è un incontro d’amore. Lo sguardo del pellegrino si posa su un’immagine che simboleggia la tenerezza e la vicinanza di Dio. L’amore si ferma, contempla il mistero e lo gusta in silenzio. Anche lui è commosso, riversa tutto il peso del suo dolore e dei suoi sogni. La supplica sincera, che fluisce con fiducia, è la migliore espressione di un cuore che ha rinunciato all’autosufficienza, riconoscendo che nulla può realizzare da solo. Un breve istante condensa una vivida esperienza spirituale».[197]


[158] Ibid.; cf. Id., Summa Theologiae, II-II, q.178 a. 1 s. c.

[159] S. Cirillo di Gerusalemme, Catechesis mystagogica XVI, 12: PG 33, 934B.

[160] S. Giovanni XXIII, Lett. enc. Mater et Magistra (15 maggio 1961), 237: AAS 53 (1961), 462.

[161] S. Giovanni Paolo II, Lettera al Preposito generale della Compagnia di Gesù, (Paray-le-Monial, 5 ottobre 1986): L’Osservatore Romano, 19 ottobre 1986, 7, cit. in Francesco, Lett. enc. Dilexit nos (24 ottobre 2024), n. 182: AAS 116 (2024), 1427.

[162] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), n. 5: AAS 101 (2009), 643.

[163] Francesco, Lett. enc. Dilexit nos (24 ottobre 2024), nn. 198, 200:AAS 116 (2024), 1432.

[164] Cf. S. Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I-II, q. 5, a. 6, co. e ad 1; Id., Quaestiones disputatae de Veritate, q. 27, a. 3, s.c. 5. Gli argomenti che usava San Tommaso d’Aquino per spiegare il perché nessuna creatura può conferire la grazia, ma solamente Dio, non possono essere considerati come superati, né all’interno della sua propia opera, né posteriormente.

[165] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium (21 novembre 1964), n. 60: AAS 57 (1965), 62; cf. S. Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I, q. 25, art. 3, ad 4; Id., Scriptum super Sententiis, II, d. 26, q. 1, a. 2, co.; ibid., IV, d. 5, q.1, a. 3, qc. 1, ad 1.

[166] Cf. Id., Quaestiones disputatae de Veritate, q. 27, a. 3, s. c. 5. Ancora una volta ricordiamo che: «Sed mentem, in qua est gratia, nulla creatura illabitur».

[167] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium (21 novembre 1964), n. 60: AAS 57 (1965), 62.

[168] Ibid., n. 62: AAS 57 (1965), 63.

[169] Cf. S. Tommaso d’Aquino, Summa contra Gentiles, lib. 2, cap. 21, n. 7. Uno strumento contribuisce con qualcosa di proprio: «Omne agens instrumentale exequitur actionem principalis agentis per aliquam actionem propriam et connaturalem sibi».

[170] Ibid., lib. 3, cap. 147, n. 6; cf. Id., Summa Theologiae, I, q. 45, a. 5 co.

[171] Id., Summa Theologiae, I-II, q. 5, a. 6, ad 1.

[172] Cf. Conc. Ecum. di Trento, Sessione VI. Decretum de iustificatione, 8: DH 1532.

[173] Cf. S. Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I-II, q. 114, a. 5, co.: «Quando uno è in grazia, la grazia che ha già ricevuto non può essere meritata». Anche se la persona giustificata può meritare di crescere nella vita della grazia, il fatto di essere giustificato, di essere amico di Dio attraverso la grazia, sarà sempre assolutamente gratuito.

[174] Ciò che San Tommaso d’Aquino chiama “disposizione finale”, simultanea al dono della grazia santificante, è opera immediata della medesima grazia. Si tratta dell’«ultima disposizione, alla quale segue, di necessità, la forma», in S. Tommaso d’Aquino, Sententiae Metaphysicae, lib. 5, lect. 2, n. 5; cf. Id, Scriptum super Sententiis, I, d. 17, q.2, a.3, co.; Id., Summa contra Gentiles, lib. 2, cap. 19, n. 6; Compendium theologiae, I, n. 105.

[175] Conc. Ecum. Vat. II, Const. dogm. Lumen gentium (21 novembre 1964), n. 61: AAS 57 (1965), 63.

[176] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), n. 45: AAS 79 (1987), 422-423.

[177] Francesco, Udienza generale (18 novembre 2020): L’Osservatore Romano, 18 novembre 2020, 11.

[178] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), n. 20: AAS 79 (1987), 387.

[179] Cf. Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium (21 novembre 1964), n. 53, AAS 57 (1965), 58-59.

[180] S. Agostino d’Ippona, Sermo 72/A, 7: CCSL 41Ab, 117.

[181] Francesco, Udienza generale (24 marzo 2021): L’Osservatore Romano, 24 marzo 2021, 8.

[182] S. Paolo VI, Es. ap. Marialis cultus (2 febbraio 1974), n. 35: AAS 66 (1974), 147.

[183] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), n. 46: AAS 79 (1987), 424.

[184] Dicastero per la Dottrina della Fede, Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali (17 maggio 2024), n. 12, AAS 116 (2024), 782.

[185] Francesco, Udienza generale (16 febbraio 2022): L’Osservatore Romano, 16 febbraio 2022, 2.

[186] Id., Es. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), n. 285: AAS 105 (2013), 1134-1135.

[187] Benedetto XVI, Lett. enc. Deus caritas est (25 dicembre 2005), n. 42: AAS 98 (2006), 217-252, 252.

[188] Francesco, Es. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), n. 284: AAS 105 (2013), 1134.

[189] Cf. ibid., n. 113: AAS 105 (2013), 1067.

[190] Leone XIV, Prima bendizione apostolica “Urbi et Orbi” (8 maggio 2025): L’Osservatore Romano, 9 maggio 2025, 3.

[191] Francesco, Messaggio per la XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù (15 agosto 2022): AAS 114 (2022), 1255.

[192] Id., Es. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013): n. 285: AAS 105 (2013), 1135.

[193] S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), n. 28: AAS 79 (1987), 398.

[194] Consiglio Episcopale Latinoamericano, V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi (Aparecida, 13-31 maggio 2007), n. 265.

[195] Cf. S. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), n. 35: AAS 79 (1987), 407.

[196] Francesco, Omelia nella Solennità di Santa Maria Madre di Dio (1° gennaio 2024): AAS 116 (2024), 20.

[197] Consiglio Episcopale Latinoamericano, V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi (Aparecida, 13-31 maggio 2007), n. 259.


Autore:
Card. Víctor Manuel Fernández

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Aggiunto/modificato il 2025-11-16

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