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Santa Rosina di Wenglingen Vergine, martire

11 marzo

Wenglingen, IV secolo

Sebbene avvolta nel mistero, Santa Eufrosina di Wenglingen ha goduto di una devozione secolare in alcune zone della Germania, in particolare nella città di Wenglingen di cui è patrona dal XIII secolo. La sua figura sfuggente, che si presume risalga al IV secolo, oscilla tra quella di una vergine, una vergine martire (raffigurata con palma e spada) e talvolta un'eremita martire. Nonostante l'incertezza storica, il suo culto è cresciuto costantemente nei secoli, come testimoniato dalla processione del Corpus Domini del 1769 a Miesbach, dove era raffigurata in un quadro vivente, onore riservato ai santi più conosciuti.

Etimologia: Rosina = dal nome del fiore


Una delle sante più popolari dei secoli scorsi in alcune zone della Germania, infatti in una relazione sulla processione avvenuta nel 1769 per la festività del ‘Corpus Domini’ in Miesbach, la santa veniva rappresentata in un quadro vivente, fatto riservato ai santi più conosciuti.
Nello stesso tempo dobbiamo considerare che c’è una costanza secolare nel festeggiarla all’11 marzo, data rimasta ancora oggi a Wenglingen.
Per quanto riguarda la sua figura non si sa niente, probabilmente vissuta nel IV secolo, come una vergine oppure come vergine martire (per questo sull’altare maggiore della chiesa di Wenglingen, nella diocesi di Augusta, essa è rappresentata con la tradizionale palma e con la spada) e a volte viene considerata come un eremita martire nelle selve.
È patrona dal XIII secolo, della città di Wenglingen; è stata confusa nelle ricerche storiche a volte con una santa Eufrosina, a volte con s. Rofina o Rufina.
Nei secoli XVIII e XIX il suo culto si affermò con un crescendo, tanto che molte bambine portavano il suo nome e le tante immagini religiose anche popolari, lo testimoniano.
Di lei non sappiamo altro, ma l’amore che ispirò è vissuto per secoli e tanto ci basta.

In Italia è il diminutivo di Rosa, mentre nei Paesi dell’Alta Europa è usato così, basti ricordare il suo uso nella letteratura per i libretti di celebri opere liriche come “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini e “Le nozze di Figaro” di Mozart.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-11-19

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