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San Longino Soldato

Festa: 16 ottobre (15 marzo)

† 37 d.C.

La tradizione attribuisce al soldato romano Longino, che trafisse con la propria lancia il costato di Cristo, la raccolta e il trasporto di terra imbevuta del sangue del Salvatore nel luogo ove ora sorge la città di Mantova. Longino muore martire della fede nel 37 d.C. Al fine di preservare la sacra reliquia, la stessa viene sotterrata in un'urna e per lunghi secoli non se ne ha più notizia. Nell'804 avviene il primo ritrovamento dell'urna contenente la reliquia, su indicazione di Sant'Andrea, essendo papa Leone III (795-816) e imperatore Carlo Magno (768-814).

Etimologia: Longino = alto, lungo, dal latino

Emblema: Lancia

Martirologio Romano: A Gerusalemme, commemorazione di san Longino, venerato come il soldato che aprì con la lancia il costato del Signore crocifisso.


Si tratta di un santo di cui molto si è parlato e scritto in tutti i sinassari orientali, nei Vangeli, epistole dei Santi Padri, vangeli apocrifi e martirologi sia orientali che occidentali. Tutta questa massa di citazioni ha determinato la combinazione di tre diversi personaggi in cui viene identificato.
Nel primo caso si tratta di un soldato che con un colpo di lancia squarciò il costato di Cristo sulla croce, il suo nome deriverebbe appunto dalla lancia; nel secondo caso è identificato con il centurione che era presente alla morte di Gesù e che commosso da ciò che vede, ne afferma la divinità, unica voce favorevole in un coro d’insulti e scherni; nel terzo caso Longino sarebbe il centurione che comandava il picchetto di soldati messo a guardia del sepolcro del crocifisso che comunque secondo alcuni testi, sarebbero gli stessi che avevano presenziato alla crocifissione.
La tradizione orientale celebra Longino come il centurione che riconobbe la divinità di Gesù e ne custodì il sepolcro; quella occidentale lo celebra sia come il soldato del colpo di lancia, sia come il centurione che afferma la divinità sotto la croce.
Ambedue le tradizioni dicono che Longino abbandona la milizia, viene istruito nella fede dagli apostoli e se ne va a Cesarea di Cappadocia dove conduce una vita di santità, prodigandosi per la conversione dei gentili, ed infine subisce il martirio morendo decapitato.
Tuttavia la passio del martire diventa ancora diversa fra le due tradizioni: in quella latina egli è un soldato isaurico che viene arrestato e processato dal preside di Cesarea di Cappadocia, Ottavio che a sua volta si converte come pure il suo segretario Afrodisio che subisce anch’egli il martirio; in quella greca egli è nativo di Cesarea dove infatti si ritira in un possedimento paterno, poi sobillato dai giudei, Ponzio Pilato lo accusa all’imperatore come disertore e lo fa uccidere da due sicari, la testa del martire viene portata a Gerusalemme e mostrata a Pilato e poi gettata nell’immondizia, in seguito viene recuperata da una vedova miracolosamente guarita dalla cecità.
Un antichissimo testo letterario, il primo che parla di Longino, cioè l’Ep. XVII, 15 di s. Gregorio Nisseno (m. 394 ca.) riporta fra l’altro che già nel secolo IV, Longino era considerato l’evangelizzatore della Cappadocia come gli Apostoli singolarmente lo erano di altre regioni.
È incredibile il numero dei giorni del calendario in cui viene ricordato, i vari martirologi, sinassari, calendari orientali, codici ecc. lo ricordano in giorni diversi nei mesi di marzo, ottobre, novembre ed altri.
Il Martirologio Romano, seguendo quello Geronimiano, lo celebrava sino all'ultima edizione precedente il Concilio Vaticano II al 15 marzo, ponendo come riferimento geografico Cesarea in Cappadocia, mentre nella nuova edizione promulgata da San Giovanni Paolo II all'alba del terzo millennio lo si è trasferito al 16 ottobre, uniformandosi così alla buona parte delle Chiese orientali, ed indicnado come riferimento geografico la città di Gerusalemme. Nella diocesi di Mantova la sua memoria si celebra il 15 marzo.
Gli artisti in ogni tempo sono stati attratti dalla singolarità del personaggio e abbinandolo alla scena della crocifissione con lancia o senza lancia, l’hanno immortalato nelle loro opere; è importante ricordare che nella grande basilica di S. Pietro, alla base di uno dei quattro enormi piloni che sorreggono l’immensa cupola e che circondano lo spazio dell’altare con il baldacchino del Bernini, vi è la grande statua di s. Longino, dello stesso Bernini, centurione che per primo riconobbe la divinità di Cristo.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2025-11-18

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