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Beato Ippolito Galantini Laico, fondatore

20 marzo

Firenze, 12 ottobre 1565 - Firenze, 20 marzo 1619

Figlio di un tessitore e lavoratore al telaio egli stesso, Ippolito Galantini spese tutta la vita - trascorsa nella natìa Firenze - per la catechesi. Nato nel 1565, dodicenne anni iniziò a radunare i suoi coetanei per istruirli nella fede. Nonostante le umili origini e la giovanissima età, l'arcivescovo Alessandro de' Medici (poi Papa Leone XI) lo volle come maestro di dottrina cristiana nella chiesa di Santa Lucia al Prato. Aiutato da alcuni benefattori che gli fornirono un oratorio, continuò nella sua attività, aiutando anche il padre nel mestiere. Nel 1604 diede vita alla Congregazione di San Francesco della Dottrina cristiana, subito diffusasi. Morì nel 1619 ed è beato dal 1825. (Avvenire)

Etimologia: Ippolito = che scioglie i cavalli, dal greco

Martirologio Romano: A Firenze, beato Ippolito Galantini, che fondò il Sodalizio della Dottrina Cristiana e si adoperò assiduamente per l’istruzione catechistica dei fanciulli e dei semplici.


Un beato precoce sulla via della perfezione e della santità; Ippolito Galantini, fiorentino, nacque il 12 ottobre 1565 e sin da quando era bambino amava raccogliersi in preghiera in chiesa, ascoltando prediche e ripetendole ai suoi giovanissimi coetanei, che radunava intorno a sé.
Appena un po’ più grandicello prese ad aiutare il padre tessitore; cercò di abbracciare la vita religiosa, ma la sua giovane età, anche se di maturità precoce, non lo permise.
Verso i dodici anni radunava i suoi amici coetanei per istruirli nella religione cattolica, ed era tanto l’impegno e la capacità che metteva in questo compito, che sia pur così giovane, venne scelto come maestro di dottrina cristiana nella chiesa di S. Lucia al Prato, dall’arcivescovo di Firenze Alessandro de’ Medici (poi divenuto papa Leone XI).
Non poté entrare fra i frati cappuccini a causa della sua cagionevole salute, quindi continuò la sua opera come catechista, sino a diventare a soli 17 anni capo della Congregazione di S. Lucia e poi di quella del S. Salvatore; nel contempo continuò ad aiutare il padre, con sua grande fatica.
Aiutato da alcuni generosi concittadini, poté avere un oratorio tutto suo, dove poter esercitare in permanenza il suo apostolato, iniziato il 14 ottobre 1602 e compiuto nel 1604, prendendo il nome di Congregazione di S. Francesco della Dottrina Cristiana.
La notorietà di questa Congregazione si sparse anche in altre città dove venne invitato ad istituirne altre sul luogo, la sua opera si propagò soprattutto in Emilia e Toscana. È considerato per l’impegno profuso e per il votarsi interamente all’apostolato dell’istruzione religiosa, per le classi più modeste della popolazione, uno dei più eroici campioni che il laicato abbia dato alla restaurazione cattolica.
Lui figlio umile del popolo, semplice operaio, si vide affiancato nell’opera, anche da personaggi di alto rango sociale, che non disdegnarono di farsi maestri di catechesi al popolo.
Combatté per 14 anni con varie malattie, che lo tormentarono con atroci sofferenze, sopportate con alto sacrificio. Il 20 marzo 1619 Ippolito Galantini morì a Firenze, tra la costernazione generale; tanta era la fama della sua santità che il suo sepolcro divenne subito meta di pellegrinaggi, venendo invocato per ricevere grazie da Dio.
Le Regole e le costituzioni per la sua Congregazione della Dottrina Cristiana, furono da lui stesso dettate; i fiorentini chiamarono i membri “Vanchetoni” per la loro grande modestia; il suo profondo sentimento di pietà e di apostolato, fu espresso in alcuni suoi scritti fra cui gli “Esercizi delle scuole di spirito”.
Papa Benedetto XIV nel 1756 lo dichiarò venerabile e papa Leone XII lo beatificò il 19 giugno 1825. La sua festa si celebra il 20 marzo.


Autore:
Antonio Borrelli


Note:
La data di culto del Martyrologium Romanum è il 20 marzo, mentre a Firenze è ricordato il 3 ottobre.

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Aggiunto/modificato il 2002-10-29

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