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Beato Enrico VI Re d’Inghilterra, martire

Festa: 21 maggio

Windsor, 6 dicembre 1421 - Londra, 21 maggio 1471

Re d'Inghilterra segnato da un regno tumultuoso, tra conquiste e sconfitte, potere e prigionia, lucidità e follia. La sua storia, spesso oscurata dalla Guerra delle Due Rose, rivela tratti di profonda religiosità e benevolenza che gli valsero la fama di martire, alimentando un vivace culto popolare. Salito al trono in tenera età, Enrico VI dovette fronteggiare lotte intestine e instabilità politica. La sua pietà e il suo carattere mite gli alienarono l'affetto di una parte della nobiltà, mentre il popolo ne venerava la figura. La sua morte violenta nel 1471 ne consolidò la fama di martire, dando vita ad un culto popolare che si diffuse rapidamente.



Un caso di martirio nell'Inghilterra del Quattrocento, assolutamente caduto nell'oblio quantomeno agli occhi del opinione pubblica. E' la triste ma al tempo stesso gloriosa vicenda del sovrano Enrico VI.
Nato da Enrico V e da Caterina di Valois il 6 dicembre 1421 presso Windsor, rimase orfano del padre all'età di soli nome mesi. Caso probabilmente unico nella storia di re asceso al trono in così tenera età, venne a stabilirsi pertanto in Inghilterra un periodo di reggenza, che fu purtroppo caratterizzato da lotte furiose fra le famiglie che si contendevano il governo della nazione.
Finalmente Enrico VI assunse il comando nel 1442 e due anni dopo convolò a nozze con Margherita di Provenza. Forti simpatie riuscì ad accattivarsi grazie al suo carattere mite e buono, ma anche e soprattutto per la sua pietà. Nel 1453, in seguito ad una sua malattia mentale, da cui guarì due anni dopo, si scatenò nuovamente in Inghilterra una lotta di fazioni. E' il periodo comunemente denominato “guerra delle due rose”, che vide protagoniste le famiglie di York e di Lancaster.
Il regno di Enrico VI fu indubbiamente molto travagliato: sconfitte e vittorie si alternarono. Più volte imprigionato, venne altrettante volte liberato per intervento della consorte e degli eserciti amici. Dal 1464 rimase per ben cinque anni nella Torre di Londra, trattato decisamente male. Nel 1471 venne infine nuovamente catturato e nella notte tra il 21 e il 22 maggio assassinato nella Torre di Londra. Sepolto nel chiostro di Chertsey, nel 1484 il suo corpo fu esumato e traslato a Windsor nella cappella di San Giorgio.
La fama di martirio che si era guadagnata, subito diede adito ad un grandissimo culto popolare, accresciuto dai prodigi che avvenivano affidandosi alla sua intercessione. Nel 1494 fu chiesta al pontefice Innocenzo VIII l’autorizzazione per un processo di canonizzazione, poi le pratiche si arenarono a causa dello scisma anglicano ed il culto stesso andò scemando. Nel 1910 fu compiuta la ricognizione delle ossa.
L'autorevole Bibliotheca Sanctorum annovera il re inglese Enrico VI quale beato martire.


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2009-02-12

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