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San Marciano di Auxerre Monaco

20 aprile

† Fontenay, 488

Morì a Fontenay, si suppone il mercoledì di Pasqua del 488. Il suo corpo fu riportato ad Auxerre e sepolto nella chiesa di san Cosma, fondata da san Germano. Ben presto la devozione popolare, incoraggiata dal gran numero di miracoli verificatisi sulla sua tomba, fece attribuire alla chiesa il titolo di san Marciano. Le reliquie del santo vi erano ancora venerate nel 600, all'epoca del vescovo Desiderio. Nel secolo X, la Cronaca di Auxerre, scritta dal monaco Roberto che si ispirò alle lezioni leggendarie dell'Ufficio, riporta alcuni particolari relativi a Marcello. Nato nel Berry, abbandonò la patria, occupata dai goti ariani, e fu ammesso nel monastero di Auxerre da Mamertino. Questi, per mettere alla prova la virtù del candidato gli affidò la cura del bestiami in una fattoria che san Germano aveva donato al monastero. Marcello adempì l'umile incarico per lunghi anni, recandosi alla vicina chiesa per gli uffici divini.

Martirologio Romano: Ad Auxerre nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Marciano, monaco.


Le informazioni sulla figura di Marciano (Mariano; lat. Marcianus, Marianus; fr. Marcien, Marien), monaco e vescovo di Auxerre nel V secolo, provengono da fonti agiografiche, non sempre affidabili dal punto di vista storico. Tuttavia, esse offrono uno spaccato affascinante sulla vita monastica e sul culto dei santi nell'Alto Medioevo.

Morte e Sepoltura
Marciano morì a Fontenay, presumibilmente il mercoledì di Pasqua del 488. Il suo corpo fu riportato ad Auxerre e inumato nella chiesa di San Cosma, fondata da San Germano. La devozione popolare, alimentata da numerosi miracoli avvenuti presso la sua tomba, portò presto alla dedica della chiesa a San Marciano. Le sue reliquie erano ancora venerate nel VII secolo, all'epoca del vescovo Desiderio.

La Cronaca di Auxerre
La Cronaca di Auxerre, redatta nel X secolo dal monaco Roberto, attinge alle lezioni leggendarie dell'Ufficio per fornire alcuni dettagli sulla vita di Marciano. Nato nel Berry, egli abbandonò la sua terra natale, occupata dai Goti ariani, e trovò rifugio nel monastero di Auxerre sotto la guida di Mamertino. Questi, per saggiare la sua virtù, gli affidò la cura del bestiame in una fattoria donata al monastero da San Germano. Marciano assolse con umiltà questo compito per lunghi anni, recandosi ogni giorno alla vicina chiesa per partecipare agli Uffici divini.

Analisi e Considerazioni
La narrazione della Cronaca, pur ricca di elementi agiografici tipici dell'epoca, offre spunti interessanti per la ricostruzione della vita di Marciano. La sua scelta di abbandonare la patria per abbracciare la vita monastica testimonia l'attrattiva esercitata dai monasteri in un periodo di turbolenze politiche e religiose. L'umiltà con cui egli svolse il compito affidatogli evidenzia le sue doti di obbedienza e laboriosità, considerate virtù essenziali per un monaco.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-03-12

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