Tra i fedeli di Roma, ai quali s. Paolo invia saluti, figura Apelle, distinto con l'onorevole titolo di "il probato in Cristo", il che vuol dire che con le prove subite per la fede si era dimostrato cristiano sincero. Lo pseudo-Ippolito, nel suo trattato De LXX discipulis Christi, pone Apelle al ventottesimo posto, dicendolo vescovo di Smirne. Da questa fonte dipendono i menologi greci che lo ricordano come il primo vescovo di quella cittą, dove profuse i tesori della sua predicazione. Il Martirologio Romano ricorda Apelle insieme con Lucio (un altro discepolo del Signore secondo lo stesso pseudo-Ippolito) il 22 apr. e, col nome leggermente cambiato (Apellio), il 10 sett.; ma non si sa con certezza se Apelle e Apellio siano la medesima persona. La stessa incertezza esiste intorno al nome del compagno, il quale il 22 apr. si chiama Lucio e il 10 sett. Luca; ad essi, inoltre, č aggiunto un terzo compagno, di nome Clemente. Tutti e tre sono detti martiri, qualifica di cui la commemorazione del 22 aprile non fa cenno; non di meno i greci li identificano, pur conoscendo un altro Apelle, che dicono vescovo di Eraclea in Tracia, e che ricordano il 30 giugno. Bisogna per altro supporre che il Martirologio Romano, che di consueto non commemora due volte il medesimo santo, abbia ritenuti martiri due persone distinte o ne abbia ripetuto il nome per inavvertenza.
Autore: Teofilo Garcia de Orbiso
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