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Sant' Ampelio Eremita

14 maggio

Alto Egitto IV secolo – Bordighera (IM), 410 ca.

Ampelio è il protettore dei fabbri-ferrai e della città di Bordighera, in Liguria. Visse probabilmente al tempo degli imperatori Teodosio I (329-395) e di Onorio (395-423), prima nella Tebaide e poi in Liguria. Ampelio era un fabbro che si ritirò a condurre vita eremitica nella Tebaide " antica regione dell'Alto Egitto con capitale Tebe "; qui il demonio prese a tentarlo sotto forma di una donna impudica. Ma l'anacoreta, che continuava il suo lavoro, scacciò il demonio brandendo un ferro rovente; da allora ottenne il dono di essere insensibile alle scottature. Come sia giunto in Liguria è sconosciuto; stabilitosi nelle vicinanze di Bordighera continuò nella sua vita di preghiera, operando numerosi miracoli; morì il 5 ottobre attorno al 410. Le sue reliquie nel 1140 furono portate al convento degli Olivetani di Sanremo. Nel 1258 furono traslate a Genova nel convento di Santo Stefano. (Avv.)

Etimologia: Ampelio = vignaiolo, dal greco


È il santo protettore dei fabbri-ferrai e della città di Bordighera (Imperia) e visse probabilmente al tempo degli imperatori Teodosio I (329-395) e di Onorio (395-423), prima nella Tebaide e poi in Liguria.
S. Ampelio era un fabbro-ferraio che si ritirò a condurre vita eremitica nella Tebaide (antica regione dell’Alto Egitto con capitale Tebe; nei secoli II e III d.C. fu celebre centro di anacoretismo); qui il demonio prese a tentarlo sotto forma di una donna lasciva e impudica.
Ma il santo anacoreta, che continuava ad operare nel suo mestiere, scacciò il demonio brandendo un ferro rovente; ottenendo da Dio, per questo suo pronto reagire alla tentazione, da allora in poi, il dono di essere insensibile alle scottature.
Come poi il santo eremita, dalla Tebaide sia giunto in Liguria, ci è del tutto sconosciuto; stabilitosi nei pressi di Bordighera continuò nella sua vita penitente e di preghiera, operando numerosi miracoli; morì il 5 ottobre di un anno imprecisato, intorno al 410.
Le sue reliquie nel 1140 furono traslate, dalla chiesa in cui erano state riposte in un primo tempo, al convento degli Olivetani di Sanremo; per questo motivo i religiosi Olivetani, fondati dal beato Bernardo Tolomei, lo considerano un appartenente al loro Ordine; un monaco ne compose anche una ‘Vita’, inserita poi negli “Acta SS.”.
Nel 1258 per disposizione dell’arcivescovo Gualtieri, le reliquie furono traslate a Genova nel convento di S. Stefano.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2003-02-06

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