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Beato Mattia da Arima Martire

22 maggio

Arima, Giappone, 1572 - Omura, Giappone, 22 maggio 1620

Nato nobile ad Arima nel 1572, si avvicinò al cristianesimo grazie ai missionari gesuiti e si battezzò a vent'anni. Divenuto catechista, diffuse la fede con passione, diventando un punto di riferimento per i cattolici di Arima. Ma nel 1587, l'epoca Bunroku portò persecuzioni feroci. Mattia, nonostante i pericoli, continuò a predicare e sostenere i suoi fratelli nella fede. Arrestato nel 1620, Mattia rifiutò di rinnegare la fede, anche sotto tortura. Il 22 maggio 1620 fu decapitato a Omura, raggiungendo il martirio. Nel 1868 fu beatificato da Papa Pio IX.

Martirologio Romano: A Omura sempre in Giappone, beato Mattia da Aríma, martire, che, catechista, essendosi rifiutato di tradire un altro missionario, fu torturato fino alla morte.


Mattia nacque ad Arima, in Giappone, nel 1572, in seno a una nobile famiglia locale. Fin dalla tenera età, dimostrò un'indole incline alla fede e un profondo interesse per la dottrina cristiana. Attratto dai racconti dei missionari gesuiti giunti in Giappone, decise di abbracciare la fede cristiana all'età di vent'anni, ricevendo il battesimo con il nome Mattia.
Acceso da un fervore religioso ardente, Mattia si dedicò anima e corpo alla diffusione del Vangelo nella sua terra natale. Divenne catechista, istruendo con dedizione e passione i suoi concittadini sui principi della fede cristiana. La sua eloquenza e il suo zelo lo resero presto un punto di riferimento importante per la comunità cattolica di Arima.
Tuttavia, l'espansione del Cristianesimo in Giappone non avvenne senza ostacoli. Nel 1587, il Paese subì una feroce ondata di persecuzioni, nota come "epoca Bunroku". I cristiani furono perseguitati, torturati e messi a morte con crudeltà inaudita. Mattia, nonostante i pericoli, non vacillò mai nella sua fede. Continuò a predicare il Vangelo e a sostenere i suoi fratelli cristiani, anche di fronte alla minaccia di morte.
Nel 1620, Mattia fu arrestato insieme ad altri cristiani. Durante l'interrogatorio, gli fu offerto il perdono in cambio del rinnegamento della sua fede e della abiura del Cristianesimo. Mattia, con incrollabile fermezza, rifiutò categoricamente. Nonostante le torture e le sofferenze inflittegli, non tradì mai i suoi principi e la sua fede in Gesù Cristo.
Il 22 maggio 1620, Mattia da Arima fu decapitato a Omura, raggiungendo la corona del martirio. La sua eroica testimonianza di fede non fu vana. La sua storia ispirò molti altri cristiani a perseverare nella fede anche di fronte alle persecuzioni. Nel 1868, Papa Pio IX beatificò Mattia da Arima, riconoscendolo come esempio luminoso di coraggio, fedeltà e incrollabile devozione a Cristo.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-04-09

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