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Beato Filippo da Piacenza Religioso

Festa: 24 maggio

† Piacenza, 24 maggio 1306

Nato con ogni probabilità a Piacenza, Filippo abbracciò la vita religiosa nel convento mantovano dell'Ordine, acquisendo forse proprio per questo l'appellativo di "mantovano", che talvolta lo contraddistingue. Mancano dettagli certi sul suo operato, ma la tradizione lo ricorda come uomo di profonda fede e virtù, capace di compiere miracoli. La sua morte, avvenuta il 24 maggio 1306 a Piacenza, diede inizio a un fervente culto, testimoniato dalle numerose guarigioni miracolose a lui attribuite. Il corpo del Beato riposò per secoli nella chiesa di San Lorenzo, venerato dai fedeli, fino alla soppressione del convento nel 1808. Le sue reliquie vennero allora trasferite nella Cattedrale di Piacenza, dove ancora oggi sono conservate.

Martirologio Romano: A Piacenza, beato Filippo, sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, che, per mortificare più aspramente la sua carne, indossava una armatura di ferro.


Ben poco si conosce della sua vita, ma si sa che fu sacerdote dell'Ordine degli Eremitani di sant'Agostino, morto a Piacenza, nel convento di san Lorenzo, il 24 maggio 1306, martedì di Pentecoste.
Lo storico piacentino Campi (secolo XVII) afferma che gli scritti contenenti la narrazione delle virtù e dei miracoli del beato andarono perduti in un incendio. Il Poggiali, altro piacentino del secolo XVIII, asserisce di aver visto, presso i discendenti della nobile famiglia Suzani, dalla quale Filippo sarebbe nato, una breve Vita del beato e la narrazione di parecchie guarigioni da lui operate, scritte su pergamena, ma con caratteri recenti e quindi di poca autorità. I piacentini Giovanni Musso (secolo XIV) e l’anonimo autore delle aggiunte alla Cronica di lui, nonché Giovanni Ripalta (secolo XV) lo chiamano Filippo da Mantova. Dello stesso parere sono Girolamo Roman, l’agostiniano Tommaso de Herrera e Lodovico Torello.
Con ogni probabilità però la patria di Filippo fu Piacenza; piacentino infatti lo dicono tutti gli altri storici locali e dell'Ordine Eremitano, fra cui Girolamo Seripando, cardinale legato al concilio di Trento; Ambrogio Coriolano, generale degli Agostiniani, nel Cronico fino all'anno 1481; Giuseppe Panfilo, vescovo di Segni, nel Cronico degli Eremitani fino al 1581; Raffaello Volterrano, nel libro XXI del suo Commentario. D’altra parte nessuno storico di Mantova ritiene il beato Filippo di quella città; perciò si pensa che l’appellativo di «mantovano» sia dovuto al fatto che nel convento di quella città prese l’abito agostiniano, oppure perché vi dimorò a lungo.
Dopo la morte gli furono attribuite varie guarigioni miracolose. Il corpo riposò e fu venerato per vari secoli, nella chiesa di san Lorenzo, in una cappella restaurata nel 1498. Nel 1808, essendo stato soppresso il monastero degli Eremitani e la chiesa adibita ad altro uso, le ossa furono portate con solennità nella cattedrale di Piacenza. Il vescovo Scalabrini, nel 1884, dopo la ricognizione canonica, le fece murare sotto l’altare dei santi vescovi piacentini. Benedetto XIII, dopo un regolare processo per viam cultus, ascrisse Filippo nell’albo dei beati.
Il dies natalis, celebrato per vari secoli il martedì di Pentecoste, è ora ricordato il 24 maggio con la festa di terza classe.


Autore:
Domenico Ponzini


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2018-02-07

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