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Santi Pietro, Valabonso, Sabiniano, Vistremondo, Abenzio e Geremia Martiri a Cordova

7 giugno

m. Cordova, 7 giugno 851

Martirologio Romano: A Córdova nell’Andalusia in Spagna, santi martiri Pietro, sacerdote, Valabonso, diacono, Sabiniano, Vistremondo, Abenzio e Geremia, monaci, che durante la persecuzione dei Mori morirono sgozzati per Cristo.


E' un gruppo di sei martiri, uccisi contemporaneamente e nelle stesse circostanze; essi sono Pietro, Walabonso, Sabiniano, Wistremondo, Abenzio e Geremia.
Pietro sacerdote, era nato ad Astigi (odierna Ecija) nella provincia di Siviglia; Walabonso diacono, ancora molto giovane, era nato ad Elepha (odierna Niebla) nella provincia di Huelva, il padre era cristiano, la madre era una convertita dall’islamismo.
Insieme ai genitori ed alla sorella Maria, che morirà martire cinque mesi dopo di lui, venne a Cordova stabilendosi nel paese di Froniano, dove Walabonso venne educato sotto la guida dell’abate del monastero di S. Felice.
Divenuto diacono, esercitò il suo ministero insieme al sacerdote Pietro e sotto la direzione dell’abate Frugelo, cappellano del monastero femminile di S. Maria di Cuteclara, dove era diventata monaca sua sorella Maria.
Sabiniano e Wistremondo erano nati a Froniano e ambedue erano monaci del monastero di S. Zoilo di Armilata, posto tra i monti di Cordova. Abenzio cordovese, era diventato monaco più maturo di anni, nel monastero di S. Cristoforo, conducendo una vita come recluso, in grande austerità e penitenza.
Geremia anche lui di Cordova, ormai anziano, aveva fondato il monastero doppio, cioè ala maschile e ala femminile, di Tábanos, dove si ritirò insieme alla moglie Elisabetta e altri familiari; era zio di s. Isacco e cognato di s. Colomba, anche loro martiri.
La vicenda del loro martirio si svolse durante l’occupazione musulmana a Cordova, centro del califfato ommiade (756-1091); i sei compagni si presentarono al giudice rinfacciandogli la morte di Isacco e Sancio da poco martirizzati; offesero Maometto e quindi vennero subito condannati alla decapitazione, il solo Geremia fu barbaramente flagellato prima dell’esecuzione, che avvenne per tutti e sei, il 7 giugno 851.
I loro corpi, prima esposti al pubblico oltraggio, vennero bruciati dopo qualche giorno e le ceneri furono disperse nel fiume Guadalquivir.
Festa celebrativa per tutti al 7 giugno.

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Aggiunto/modificato il 2007-06-10

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