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Beata Marina di Spoleto Agostiniana

Festa: 18 giugno

XIII sec.

Nata a Spoleto, poco prima della metà del sec. XIII, Vallarina Petruccini entrò giovanissima nel monastero delle Canonichesse Regolari di Sant’Agostino detto di s. Maria della Stella con il nome di Marina; qui rimase per qualche anno, ma il suo desiderio era quello di darsi ad una vita ancora più rigida e nel 1265 fondò il monastero di s. Matteo, sempre sotto la regola agostiniana. Condusse una vita tutta dedita alla preghiera e alla penitenza, mirabile esempio per tutta la Comunità. Morì il 18 giugno di un anno intorno al 1300; il suo corpo rimase incorrotto e le ricognizioni e traslazioni avvennero nel 1471, 1548 e nel 1639, non ebbe tuttavia un culto ufficiale.

Etimologia: Marina = donna del mare, dal latino


Vallarina Petruccini, come la conobbero in famiglia, nacque a Spoleto intorno alla metà del XIII secolo. Fin da giovane, il suo cuore era attratto dalla vita consacrata e desiderava ardentemente abbracciare una via di completa dedizione a Dio. Seguendo questa chiamata interiore, entrò a far parte del monastero delle Canonichesse Regolari di Sant'Agostino, situato presso la chiesa di Santa Maria della Stella. Il contesto monastico offriva a Marina l'ambiente ideale per nutrire la sua fede e intraprendere un cammino di ascesi spirituale.
Tuttavia, il desiderio di Marina di abbracciare una vita ancora più austera e contemplativa la spinse a cercare una dimensione di maggiore solitudine e raccoglimento. Nel 1265, con il sostegno del Vescovo di Spoleto, fondò il monastero di San Matteo, sempre sotto la regola agostiniana. Questo nuovo convento divenne il suo eremo, dove Marina si dedicò anima e corpo alla preghiera, alla penitenza e allo studio delle Sacre Scritture. La sua vita esemplare divenne un faro di luce per le consorelle, ispirandole con il suo rigore ascetico e la sua profonda devozione.
La Beata Marina si spense il 18 giugno di un anno intorno al 1300, lasciando un'eredità spirituale inestimabile. Il suo corpo, secondo la tradizione, rimase incorrotto, alimentando la venerazione nei suoi confronti. Nel corso dei secoli, le sue spoglie furono oggetto di diverse ricognizioni e traslazioni, testimonianza della devozione popolare che la circondava. Tuttavia, la mancanza di una canonizzazione ufficiale ne ha limitato il riconoscimento a livello universale.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-05-22

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