Santa Elia (Eliada) di Ohren Badessa

Festa: 20 giugno

Fu la quinta badessa del monastero di Ohren (Treviri) e morì verso il 750. Ne fanno memoria, al 16 luglio, il breviario dell'arcivescovo Balduino, i calendari di S. Irmino, di S. Massimino, del sec. XIV, e il Greven, negli Auctaria ad martyrologium Usuardi. Dai martirologi benedettini, fin dal Wion, Elia è commemorata al 20 giugno, data della morte. Nel monastero francescano di Ohren è venerata una reliquia del braccio.

Etimologia: Elia = come il sole, splendente, dal greco

Le informazioni su Santa Elia (Eliada) di Ohren, quinta badessa del monastero benedettino di Ohren a Treviri, provengono da diverse fonti, seppur frammentarie. Il breviario dell'arcivescovo Balduino di Lussemburgo, i calendari dei Santi Irmino e Massimino del XIV secolo, il Martirologio di Usuardo e gli Auctaria ad martyrologium Usuardi ne fanno menzione. La sua memoria è fissata al 20 giugno, giorno della sua presunta morte, secondo i martirologi benedettini a partire da Wion. Nel monastero francescano di Ohren si conserva una reliquia del suo braccio, oggetto di venerazione per i fedeli.
Nata in un'epoca imprecisata, Elia abbracciò la vita monastica nel fiorente monastero di Ohren, situato nella regione di Treviri. La sua ascesa a badessa, presumibilmente avvenuta nel corso dell'VIII secolo, la pose a capo di una comunità di religiose devote. Sotto la sua guida esperta, il monastero divenne un faro di spiritualità e cultura, attirando un numero crescente di donne desiderose di consacrarsi a Dio.
Elia non era solo una badessa amministratrice, ma anche una mentore spirituale per le sue consorelle. La sua profonda fede, unita a una saggezza fuori dal comune, la resero un punto di riferimento per le monache, alle quali impartiva insegnamenti preziosi sulla vita consacrata e sulla retta condotta morale.
Nonostante la scarsità di dettagli biografici, Santa Elia emerge come una figura di grande spessore spirituale. La sua dedizione alla preghiera, la sua abnegazione al servizio della comunità e la sua saggezza spirituale la resero un modello da seguire per le sue consorelle e per le generazioni successive di religiose.

Autore: Franco Dieghi