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San Raimondo Vescovo di Roda-Barbastro

Festa: 21 giugno

† Huesca, 21 giugno 1126

Figlio di Guglielmo, nacque a Durban (Ariège, Francia) nella seconda metà del secolo XI. Educato nel monastero di Saint-Antonin de Frédelas, ne diventò canonico fino al 1100 circa, anno in cui venne eletto priore di Saint-Sernin di Tolosa.Il 5 ottobre 1104 fu eletto vescovo di Roda-Barbastro col beneplacito di Alfonso I, re di Aragona e Navarra; fu consacrato nella cattedrale di Barbastro dall'Arcivescovo Bernardo di Toledo e dai vescovi Pietro di Pamplona e Stefano di Huesca. Durante il suo episcopato si ebbe la massima espansione del regno navarro-aragonese, in guerra continua contro i musulmani. La sua piena dedicazione all'attività pastorale gli impedì di prendere parte a questa lotta, per cui venne espulso dalla sua sede nel 1116 ad opera di re Alfonso I, del vescovo Stefano di Huesca e degli stessi suoi diocesani. Nel 1119 si riconciliò col re e rientrò nella sede di Roda, non poté però mai recuperare la giurisdizione sulla zona di Barbastro, incorporata alla diocesi di Huesca. Nel mese di settembre dal 1125 accompagnò l'esercito di Alfonso I nell'incursione ad al-Andalus, durata per più di un anno.  Al ritorno, Raimondo si ammalò nella città di Huesca, dove morì il 21 giugno 1126.

Martirologio Romano: A Huesca in Aragona, san Raimondo, che, divenuto da canonico regolare vescovo di Roda e di Barbastro, non volle mai combattere militarmente i nemici della fede cristiana e per questo fu per tre anni espulso dalla sua sede.


San Raimondo, nato a Durban (Ariège, Francia) nella seconda metà dell'XI secolo, immerse la sua esistenza fin dagli albori nella luce della fede. Cresciuto all'ombra del monastero di Saint-Antonin de Frédelas, ne divenne canonico, nutrendo il suo spirito con la preghiera e lo studio. La sua dedizione e il suo acume lo portarono ben presto ad assumere la carica di priore di Saint-Sernin a Tolosa, attestando la sua stima e le sue doti di leadership.
Nel 1104, la vocazione di Raimondo lo condusse a ricoprire il ruolo di Vescovo di Roda-Barbastro, con il beneplacito di Alfonso I, Re d'Aragona e Navarra. La sua consacrazione, avvenuta nella cattedrale di Barbastro, segnò l'inizio di un episcopato denso di sfide e scelte cruciali.
Il periodo storico in cui Raimondo esercitò il suo ministero episcopale fu caratterizzato da accesi conflitti tra Cristiani e Musulmani. La massima espansione del regno navarro-aragonese si intrecciava con aspre battaglie per il predominio religioso. Tuttavia, Raimondo, uomo di profonda fede e convinzioni incrollabili, si oppose con fermezza all'idea di risolvere le controversie con la forza delle armi.
La sua posizione pacifista, in contrasto con le strategie belliche dell'epoca, gli costò un prezzo elevato. Nel 1116, fu espulso dalla sua sede per mano di Re Alfonso I, del Vescovo Stefano di Huesca e persino di alcuni suoi stessi diocesani. In esilio, Raimondo non vacillò mai nella sua fede, attendendo con pazienza il momento propizio per tornare a guidare il suo popolo.
Nel 1119, la provvidenza aprì la porta alla riconciliazione con il Re. Raimondo poté fare ritorno a Roda, pur senza riuscire a recuperare la giurisdizione su Barbastro, ormai annessa alla diocesi di Huesca. Nel settembre del 1125, animato da un incrollabile spirito di servizio, accompagnò l'esercito di Alfonso I in una spedizione ad al-Andalus, che si protrasse per oltre un anno.
Al ritorno dalla campagna militare, Raimondo si ammalò gravemente nella città di Huesca. Il 21 giugno 1126, circondato da un'aura di santità e profonda devozione, si spense serenamente, lasciando un'eredità spirituale inestimabile. Le sue spoglie riposano ancora oggi nella Cattedrale di Roda di Isabena, custodite in un sarcofago che ne conserva la memoria e ne alimenta la venerazione.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-05-23

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