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Sant' Ettore Martire
Festa:
20 giugno
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Sappiamo che s. Ettore fu un martire al tempo di Diocleziano, probabilmente in Grecia, del resto non si trovano notizie nei testi più autorevoli, la sua festa è al 20 giugno, riportata in molti calendari, in alcune località è festeggiato il 23 dicembre. La fortuna del nome, ancora oggi molto usato nel Nord Italia, specie in Lombardia e Trentino, più che al santo poco conosciuto, la si deve all’eroe omerico dell’Iliade, ucciso in una sfida a Troia da Achille, determinato a vendicare la morte dell’amico Patroclo, ucciso appunto da Ettore figlio di Priamo e strenuo difensore della città. A diffondere ulteriormente il nome, contribuì l’ottocentesco popolare romanzo storico di Massimo d’Azeglio “Ettore Fieramosca”, condottiero di ventura, che guidò vittoriosamente la ‘Disfida di Barletta’ nel 1503 contro i cavalieri francesi.
Etimologia: Ettore = che tiene saldo, tenace, sostenitore, dal greco
Emblema: Palma
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La figura di Sant'Ettore, martire cristiano vissuto durante l'imperatore Diocleziano, si erge avvolta da un alone di mistero e suggestione. Le scarne informazioni reperibili nei testi agiografici più autorevoli contrastano con la sua ampia venerazione, specialmente nel Nord Italia, alimentata da una sovrapposizione con l'eroe omerico dell'Iliade e dal romanzo storico di Massimo d'Azeglio. In questa sede, ci proponiamo di delineare un profilo completo del santo, intrecciando i dati storici con i suggestivi elementi leggendari.
Le fonti storiche su Sant'Ettore sono estremamente limitate. Si presume che egli sia stato un martire vissuto in Grecia durante le persecuzioni di Diocleziano (284-305 d.C.). Il suo nome, derivante dal greco "Héktor" (latinizzato in Hèctor), significa "sostenitore", "che trattiene fortemente", "reggitore" (del popolo). Tra le testimonianze più antiche vi è il Martirologio Romano, che lo menziona semplicemente come "Ettore di Smirne" tra i santi commemorati il 20 giugno.
Nonostante la scarsità di informazioni storiche, il culto di Sant'Ettore si diffuse ampiamente, specialmente in Lombardia e Trentino. La sua figura si intrecciò con quella dell'eroe troiano Ettore dell'Iliade, contribuendo alla sua fama e devozione. L'opera letteraria che maggiormente influenzò la percezione del santo fu il romanzo storico "Ettore Fieramosca" di Massimo d'Azeglio, pubblicato nell'Ottocento. Il protagonista, omonimo del santo, era un condottiero italiano che guidò la vittoriosa Disfida di Barletta nel 1503 contro i cavalieri francesi.
Sant'Ettore viene generalmente raffigurato come un giovane cavaliere in armatura, spesso a cavallo. I suoi attributi iconografici includono la palma del martirio, la spada e lo scudo. In alcune rappresentazioni è presente anche un'aureola, simbolo della sua santità.
Il nome deriva dal greco ‘Héktor’ latinizzato in Hèctor e significa ‘sostenitore’, ‘che trattiene fortemente’, ‘reggitore’ (del popolo). E’ in uso anche il femminile Ettorina.
Autore: Franco Dieghi
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