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San Tommaso Garnet Sacerdote gesuita, martire

Festa: 23 giugno

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Soutwark, Inghilterra, 1575 - Londra, Inghilterra, 23 giugno 1608

Nato a Southwark nel 1575, si distinse come figura di spicco nella resistenza cattolica durante il regno di Giacomo I. Sacerdote gesuita, dopo un percorso formativo in Europa continentale, si dedicò alla missione clandestina in Inghilterra, sfidando le ostilità anticattoliche del regime. La sua dedizione alla fede lo portò all'esilio in Belgio, ma il suo spirito indomito lo spinse a tornare in patria, dove fu catturato e condannato a morte per tradimento. Rifiutandosi di abiurare la propria fede e riconoscere la supremazia del re anche in materia spirituale, Campion salì al patibolo del Tyburn di Londra il 23 giugno 1608. Con eroica fermezza, proclamò la sua innocenza, perdonò i suoi persecutori e affrontò la morte con incrollabile serenità. Il suo sacrificio diede nuova linfa al cattolicesimo in Inghilterra, ispirando conversioni e rafforzando la fede dei perseguitati. Beatificato nel 1929, Campion fu canonizzato nel 1970 da Paolo VI.

Etimologia: Tommaso = gemello, dall'ebraico

Emblema: Palma

Martirologio Romano: A Londra in Inghilterra, san Tommaso Garnet, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire, che, ordinato nel Collegio Inglese di Valladolid e poi tornato in Inghilterra, dopo essere stato per due volte arrestato, salì sul patibolo di Tyburn sotto il re Giacomo I.


Sacerdote gesuita, nacque a Soutwark (Londra) nel 1575, studiò in Francia e Spagna e ordinato sacerdote nel 1599, lavorò nella missione volante inglese, finché entrò nell’Ordine dei Gesuiti, accolto dal superiore Enrico Garnet, suo zio.
Coinvolto nella repressione anticattolica in atto in Inghilterra, sotto il regno di Giacomo I, successore della anch’essa ostile, regina Elisabetta I, fu mandato in esilio in Belgio a Lovanio.
Nel 1607 tornò in patria, ma tradito da una spia fu imprigionato e poi condannato a morte perché si era rifiutato di giurare fedeltà al re, non riconoscendogli così la sua supremazia anche sulle coscienze dei sudditi.
Il 23 giugno 1608, salito sul patibolo al Tyburn di Londra, protestò la sua innocenza al popolo, spiegò la sua gioia di morire per la fede, indicò uno per uno coloro che avevano contribuito alla sua morte, dicendo parole di perdono per ognuno. Recitò prima di essere impiccato le preghiere della fede con particolare fervore.
La sua morte fu di stimolo ai cattolici e circa duecento fedeli che avevano abbracciato la Riforma anglicana ritornarono nella Chiesa Cattolica.
Fu beatificato nel 1929 da papa Pio XI e poi è stato canonizzato il 21 giugno 1970 da papa Paolo VI insieme ad altri 39 sacerdoti e laici martiri dal 1535 al 1679 in Inghilterra e Galles.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-02-26

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