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Beato Raimondo Petiniaud de Jourgnac Sacerdote e martire

Festa: 26 giugno

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† 26 giugno 1794

Nato in una nobile famiglia francese, Raimondo Petiniaud de Jourgnac dedicò la sua vita al sacerdozio in un periodo turbolento segnato dalla Rivoluzione Francese. Ordinato sacerdote nel 1785, Raimondo si trovò ad affrontare la persecuzione del clero cattolico e la soppressione degli ordini religiosi. Nonostante le difficoltà e i pericoli, continuò a svolgere il suo ministero con zelo, offrendo conforto e sostegno ai fedeli. Arrestato nel 1792 e incarcerato a Limoges, Raimondo fu sottoposto a torture fisiche e psicologiche, privato di cibo e cure mediche. Nonostante le sofferenze, non rinunciò mai alla sua fede e continuò a celebrare la Messa in segreto per i suoi compagni di prigionia. La sua salute fu minata dalle dure condizioni carcerarie, ma la sua forza d'animo e la sua compassione rimasero inalterate. Morì in carcere nel 1794, perdonando i suoi persecutori.

Martirologio Romano: In una nave da carico ancorata al porto di Rochefort in Francia, beato Raimondo Petiniaud de Jourgnac, sacerdote e martire, che, arcidiacono di Limoges, durante la rivoluzione francese a causa del suo sacerdozio fu tenuto in condizioni disumane in carcere, dove portò a termine il proprio martirio, corroso dalle piaghe e dai pidocchi.


Raimondo Petiniaud de Jourgnac nacque a Limoges, in Francia, il 25 settembre 1760, in una famiglia nobile e devota. Sin da giovane, dimostrò una profonda vocazione religiosa e si distinse per il suo impegno nello studio e nella preghiera. Attratto dalla vita consacrata, entrò nel seminario di Limoges e fu ordinato sacerdote nel 1785.
Il ministero di Raimondo si svolse in un periodo di grande fermento sociale e politico. La Rivoluzione Francese, scoppiata nel 1789, sconvolse il panorama religioso del paese, portando alla soppressione degli ordini religiosi e alla persecuzione del clero cattolico. Nonostante le difficoltà e i pericoli, Raimondo continuò a svolgere il suo ministero con zelo e dedizione, offrendo conforto e sostegno ai fedeli.
Nel 1792, Raimondo fu arrestato e incarcerato a Limoges, accusato di essere un "refrattario", ovvero un sacerdote che si rifiutava di prestare giuramento alla Costituzione civile del clero. Le condizioni carcerarie erano terribili: Raimondo fu sottoposto a torture fisiche e psicologiche, privato di cibo e cure mediche. Nonostante le sofferenze, egli non rinunciò mai alla sua fede e continuò a celebrare la Messa in segreto per i suoi compagni di prigionia.
Le dure condizioni carcerarie minarono gravemente la salute di Raimondo. Contrattò una malattia infettiva che lo rese cieco e lo ricoprì di piaghe. Nonostante le sue sofferenze, egli continuò a mostrare un'incredibile forza d'animo e compassione per i suoi compagni di prigionia. Il 26 giugno 1794, Raimondo morì in carcere, circondato dai suoi compagni di sofferenza. Le sue ultime parole furono: "Perdono i miei persecutori".
La fama di santità di Raimondo si diffuse rapidamente dopo la sua morte. Nel 1926, Papa Pio XI lo proclamò Beato. La sua memoria è venerata in Francia e in particolare a Limoges, dove le sue reliquie sono conservate nella cattedrale.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-05-28

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