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Beato Guala di Brescia Vescovo

3 settembre

Bergamo, 1180 - 1244

Ricevette da s. Domenico l'abito e da lui fu designato priore di Brescia. Alla morte di s. Domenico ebbe la visione della sua entrata in paradiso. Fu inquisitore della fede e legato pontificio. La sua perspicace prudenza gli consentì una provvidenziale opera pacificatrice tra le popolazioni dell'alta Italia e l'imperatore Federico II. Papa Gregorio IX gli affidò la diocesi di Brescia, in cui fu pastore sollecito anche del bene temporale dei suoi figli.

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: Nel territorio di Astino nella Val Camonica in Lombardia, beato Guala, vescovo di Brescia, dell’Ordine dei Predicatori, che, al tempo dell’imperatore Federico II, si adoperò con saggezza per la pace della Chiesa e della società civile e fu condannato all’esilio.


Guala entrò nel 1219 nell’Ordine dei Predicatori già sacerdote, quando era ancora in vita il Patriarca Domenico, il quale l’ebbe carissimo per la rara santità della vita, e a cui affidò il governo del Convento di Brescia. Messo sul candelabro, Guala fu luce, non solo dei suoi confratelli, ma anche di tutti i cittadini dai quali fu grandemente amato e venerato. Le sue più tenere sollecitudini erano per i poveri, ma ebbe sommamente a cuore il bene di ogni classe di persone. Tante virtù non sfuggirono al Pontefice Gregorio IX il quale gli affidò delicati e importanti incarichi. Fu prima Inquisitore della Fede e poi Legato del Papa per comporre la pace tra i popoli dell’Alta Italia. In quest’opera di pacificazione, che in quel tempo ebbe tanta parte nell’apostolato dei Predicatori, Guala riuscì mirabilmente. Specialmente nella riconciliazione dell’Imperatore Federico con i Lombardi. Rimasta Brescia priva del suo Vescovo, Papa Gregorio IX, nel 1229 lo destinò a quella sede. Egli accettò a malincuore, ma per cinque anni dovette star lontano dalla città, lacerata dalle fazioni. Nel lungo esilio fu ospite dei Vallombrosani, presso Bergamo, dove pianse, pregò, studiò. Finalmente poté rientrare a Brescia tra il giubilo dei suoi figli, dei quali fu padre amorosissimo e solerte pastore. Il suo ultimo atto episcopale fu la posa della prima pietra della chiesa di S. Stefano in Bergamo, e qui, il 3 settembre 1244, presso i Vallombrosani fu chiamato al premio eterno. Guala in una celebre visione vide il San Domenico entrare nella gloria celeste. Papa Pio IX il 1 ottobre 1868 ha confermato il culto. Dal 1869 le sue reliquie sono conservate nel Monastero Domenicano Matris Domini di Bergamo.
Nelle diocesi di Bergamo e di Brescia la sua memoria si celebra il 4 settembre.


Autore:
Franco Mariani


Fonte:
Convento San Domenico, Bologna

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Aggiunto/modificato il 2002-04-10

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