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Beato Fiorenzo Dumontet de Cardaillac Sacerdote e martire

5 settembre

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Saint-Médard, Francia, 8 febbraio 1749 – Rochefort, Francia, 5 settembre 1794

Florent Dumontet de Cardaillac nacque l’8 febbraio 1749 a Saint-Médard, nel dipartimento francese dell’Alta Vienne. Ordinato sacerdote, divenne poi canonico e vicario generale della diocesi di Castres. Come cappellano di Luigi Stanislao, conte di Provenza e fratello del re Luigi XVI, fu a lungo membro della corte, richiamando i nobili alla fede. Si distaccò dall’ambiente regale ancora prima della Rivoluzione francese. Quando la situazione per il clero si fece problematica, inizialmente cercò di non prendere rischi, per restare accanto a sua madre. Rifiutatosi di prestare giuramento sulla Costituzione Civile del Clero, venne però catturato e destinato alla deportazione in Guyana. «Les Deux Associés», la nave-deposito dove fu caricato, non partì mai, a causa del cattivo stato di conservazione e del blocco navale imposto dalla flotta inglese. Mentre a bordo imperversava il tifo, don Florent curava per quanto possibile i suoi confratelli, più malati di quanto fosse lui stesso. Morì il 5 settembre 1794. Fu beatificato dal Papa san Giovanni Paolo II il 1° ottobre 1995, compreso in un elenco di sessantaquattro sacerdoti e religiosi morti per la fede durante la prigionia nei pontoni (il termine con cui sono impropriamente note le navi-deposito in questione) di Rochefort.

Martirologio Romano: In un sordido naviglio ancorato nel mare davanti a Rochefort in Francia, beato Fiorenzo Dumontet de Cardaillac, sacerdote e martire, che, condannato per il suo sacerdozio durante la rivoluzione francese, porṭ a compimento nella malattia il suo martirio, vittima della sua carità e del suo zelo nell’assistere i compagni di prigionia ammalati.


Florent Dumontet de Cardaillac nacque l’8 febbraio 1749 a Saint-Médard, nel dipartimento francese dell’Alta Vienne. Ordinato sacerdote, divenne poi canonico e vicario generale della diocesi di Castres.
Fu anche cappellano di Luigi Stanislao, conte di Provenza, fratello del re Luigi XVI e futuro Luigi XVIII. Dopo molti anni alla corte, se ne allontanò ancora prima della Rivoluzione francese. Seppe riconciliare i nobili mondani con la devozione, grazie alla propria vivacità e delicatezza. Era pieno di spirito, ingegnoso, coraggioso, zelante e caritatevole insieme. Piccolo di statura, era però alto in meriti.
Pieno d’affetto per sua madre, per restare accanto a lei cercò di non esporsi e di evitare la deportazione, cui rischiava di andare incontro per il fatto di aver rifiutato di giurare sulla Costituzione Civile del Clero. Alla fine, però, fu catturato e imprigionato.
Come molti altri sacerdoti e religiosi, venne caricato sulla nave-deposito, impropriamente detta pontone, «Les Deux Associés». Il vascello non poté partire per la Guyana, luogo della deportazione dei condannati, per due ragioni: per lo stato in cui si trovava e per via del blocco navale imposto dalla flotta inglese.
Le condizioni in cui si trovavano i prigionieri erano disumane, sia per le offese che subivano da parte dei membri dell’equipaggio, sia per via delle malattie, come il tifo e lo scorbuto, che si diffondevano facilmente in uno spazio tanto ridotto e affollato.
Don Florent assisteva fraternamente i confratelli più malati di lui, fornendo loro, per quanto possibile, brodi, tisane e perfino medicine, che si procurava a peso d’oro. Aveva infatti nascosto un gruzzoletto di monete, di cui si serviva anche per esercitare la carità. Esortava spesso gli altri in tono profondo e fortificante, oltre che fraterno.
Continuò ad assisterli anche quando fu deciso lo sbarco sull’isola Madame, per installarvi un ospedale da campo. Quando le tende dell’ospedale furono abbattute dal vento, fu riportato sulla nave, dove morì il 5 settembre 1794.
Fu beatificato dal Papa san Giovanni Paolo II il 1° ottobre 1995, compreso in un elenco di sessantaquattro sacerdoti e religiosi, i soli, fra quanti erano deceduti nei pontoni di Rochefort, di cui si era potuta reperire sufficiente documentazione.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2020-08-05

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