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Beato Giacomo Griesinger da Ulma Religioso domenicano

11 ottobre

Ulma, Germania, 1407 - Bologna, 11 ottobre 1491

Il beato Giacomo, originario di Ulma in Germania (1407), all'età di venticinque anni sostò a Bologna, tappa del suo pellegrinaggio verso Roma. Dopo alterne vicende, che lo videro soldato a Napoli e domestico a Capua, ritornò nella nostra città con le milizie del Duca di Milano. Visitando la Basilica di San Domenico si sentì attratto dalla vita religiosa e nel 1441 chiese di vestire l'abito dei fratelli conversi. Lo spirito di preghiera e di mortificazione, l'umiltà profonda e il cordiale servizio al prossimo gli accreditarono la fama di santità ancor prima della sua morte. Tra le sue devote consuetudini erano la recita del Pater noster, che diceva essergli più dolce del miele, e la preparazione alla Comunione Eucaristica in un'ininterrotta veglia notturna. Dotato di grande sensibilità artistica fu maestro nell'arte vetraria: a lui si attribuisce una delle grandi vetrate nella cappella dei Notai della Basilica di San Petronio.

Martirologio Romano: A Bologna, beato Giacomo da Ulm Griesinger, religioso dell’Ordine dei Predicatori, che, sebbene analfabeta, fu un valente decoratore di vetrate e offrì a tutti per cinquant’anni un esempio di dedizione al lavoro e alla preghiera.


Giacomo, nato a Ulm nel 1407, ebbe fin da fanciullo nella sua famiglia, i Griesinger i più preziosi esempi di cristiana pietà. A 25 anni, con la benedizione dei genitori, dalle rive del Danubio, s’incamminò pellegrino verso Roma per venerarvi le tombe dei Santi Apostoli. Dopo varie peregrinazioni passò per Bologna, dove si fermò qualche tempo. Sua meta prediletta era la tomba di San Domenico e qui, durante le sue devote visite, sentì forte l’ispirazione d’abbracciare l’Ordine. Sebbene non fosse del tutto incolto, chiese ed ottenne, nel 1441, di essere ammesso tra i fratelli conversi. Anima candida e sensibile, comprese e seppe attuare in pieno la sua santa vocazione. La sua orazione toccava l’estasi, e spesso lo si vedeva circondato di luce Ma sebbene il cuore fosse estraneo alla terra, le mani erano sempre pronte al lavoro e a rendere qualunque umile servizio con quell’amabile sorriso che dilata i cuori. Fu provetto nell’arte di dipingere il vetro, tanto che di lui rimangono eccellenti lavori. Si racconta che un giorno, mentre sorvegliava la cottura di alcuni vetri dipinti, il Priore gli comandò di andare alla cerca. Il Beato, senza aprire bocca, si recò a compiere l’obbedienza. Al suo ritorno invece di trovare i vetri inceneriti, com’era da prevedersi, li trovò cotti al punto giusto, riusciti a meraviglia. Conservò sempre l’innocenza battesimale e, spirata l’anima benedetta, l’11 ottobre 1491, parve comunicato il suo candore anche al corpo, che risplendette di luce celeste. Papa Leone XII il 3 agosto 1825 ha confermato il culto. Le sue reliquie, conservate in San Domenico a Bologna, nel 1965 furono trasferite in una pregiata urna sull’altare a lui dedicato.


Autore:
Franco Mariani

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Aggiunto/modificato il 2002-04-11

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