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Beate Angela di San Giuseppe (Francesca Onorata Lloret Marti) e 14 compagne Vergini e martiri

20 novembre

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† Valencia, Spagna, 20 novembre 1936

Madre Angela di San Giuseppe (al secolo Francisca Desamparados Honorata Lloret Martí) era superiora generale della Congregazione delle Suore della Dottrina Cristiana, quando si trovò coinvolta nella guerra civile spagnola. Insieme a quattordici compagne, provenienti dalla comunità di Casa Madre e da altre case filiali, visse in semiclandestinità per quattro mesi in un appartamento privato. La sera del 19 novembre 1936 le religiose vennero prelevate dal loro rifugio e condotte al maneggio di Paterna, a sei chilometri da Valencia, dove vennero fucilate all’una di notte dell’indomani. Sono state beatificate da san Giovanni Paolo II il 1° ottobre 1995, insieme alle consorelle madre Maria del Rifugio e suor Maria del Calvario,comprese in un gruppo di 45 martiri caduti durante la guerra civile spagnola, congiuntamente a 64 vittime della Rivoluzione Francese e allo scolopio padre Pietro Casani.

Martirologio Romano: Vicino a Valencia in Spagna, beate Angela di San Giuseppe (Francesca) Lloret Martí e quattordici compagne, vergini e martiri: superiora generale la prima, religiose della Congregazione della Dottrina Cristiana le altre, subirono il martirio per la fede in Cristo nella persecuzione contro la Chiesa scoppiata durante la guerra civile.


Fra le migliaia di vittime della persecuzione religiosa, attuata in Spagna durante la guerra civile degli anni 1936-1939, si annoverano 17 suore appartenenti alla Congregazione della Dottrina Cristiana, fondata nel 1880 da madre Micaela Grau(per la quale è in corso il processo di beatificazione) per l’istruzione catechistica e l’educazione dei bambini.
Dal 1931 era superiora generale madre Angela di San Giuseppe. Era nata col nome di Francisca Desamparados Honorata Lloret Martí il 16 gennaio 1875 a Villajoyosa, presso Valencia; i suoi genitori si chiamavano Francisco e Carmen. Dopo aver conseguito il titolo di maestra, entrò nel 1903 nella Congregazione, dove ricoprì incarichi di responsabilità: fu dapprima superiora locale, poi segretaria generale e infine, come già detto, pervenne alla carica più alta.
Alle sue consorelle scrisse:«Non dimenticate che la nostra missione è l’insegnamento del catechismo e, per lo stesso motivo, il nostro entusiasmo deve dirigersi a compiere un ministero tanto nobile quanto bello. Procurate con tutti i mezzi che il vostro amore per Dio vi suggerisca d’infondere nel cuore dei bambini la pietà e il santo amore e timore di Dio».
La situazione sempre più problematica della Spagna culminò, il 18 luglio 1936, col sollevamento (“alzamiento”) nazionale, che diede il via alla guerra civile e a una sistematica persecuzione religiosa. Il giorno successivo madre Angela, la quale risiedeva nella Casa Madre di Mislata, che era anche sede di noviziato, fece il possibile per salvare le consorelle: ordinò loro di lasciare l’abito religioso, a causa del momento rischioso, e con loro si trasferì in una casa privata in calle Maestro Chapí7, alla periferia di Valencia.
La comunità era composta da alcune suore anziane e da religiose provenienti da altre case, dalle quali erano state obbligate ad allontanarsi, oltre che dadue suore che condividevano il governo della Congregazione.
La prima, madre Maria del Suffragio (María Antoniadel Sufragio Orts Baldó), era vicaria generale e maestra delle novizie. Nata ad Altea (Alicante) il 9 febbraio 1888da Gaspar e Rosaria, ma nativa di Benidorm, aveva dimostrato fin da giovane di essere molto caritatevole, dotata di un grande spirito di mortificazione, ma anche di una notevole intelligenza e di buon carattere. Aveva studiato privatamente ed era entrata in religione nel 1922. Era stata superiora del collegio della Sacra Famiglia di Valencia, dove le consorelle e le allieve le volevano molto bene.
Madre Maria di Montserrat (María Dolores Llimona Planas), invece, nata il 2 novembre 1860 a Molins de Rei (Barcellona) da Juan e Maria, dopo essere entrata nella congregazione nel 1822, era stata segretaria di madre Micaela, dalla quale apprese come delineare negli anni a venire il carisma fondativo. Dal 1892 al 1931 era stata superiora generale, poi passò ad essere consigliera generale.
Della comunità facevano parte anche altre religiose, qui presentate in breve.
•    Suor Teresa di San Giuseppe (Ascensión Duart y Roig), nata a Benifayó de Epioca (Valencia) il 20 maggio 1876 da José e Rosa. Era entrata tra le suore nel 1889. Abile pittrice, era stata maestra delle novizie e, allo scoppio della guerra, era superiora della casa generalizia. La sua frase preferita era: «È più importante parlare con Dio che parlare di Dio”.
•    Madre Isabel FerrerSabriá, nata il 15 novembre 1852 a Villanueva y Geltrù (Barcellona) da Giuseppe e Mariana. A ventotto anni si unì a madre Micaela e a Esperanza Garcia, vivendo con loro gli inizi della Congregazione. La sua semplicità la rese una creatura dedita completamente a tutti, tanto che la sua cordialità verso i più poveri e gli analfabeti la rese proverbiale.
•    Suor Maria dell’Assunzione (Josefa Mongoche Homs), nata a Ulldecona (Tarragona) il 12 luglio 1859 da Pedro e Isabel. Aveva ricoperto la carica di superiora locale. Era ammirata per il suo lavoro nascosto e semplice, in particolare come sarta, nonché per la sua devozione mariana: sapeva a memoria interi paragrafi de «Le Glorie di Maria”, opera di sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
•    Suor Maria della Concezione (Emilia MartíLacal), nata l’8 novembre 1861 a Carlet (Valencia) da Vicente e Maria. Entrò nella congregazione nel 1885 e si dedicò in particolare ai giovani di Sollana, ai quali insegnò a pregare, a trascorrere molti minuti di silenzio davanti al Signore, a ricorrere alla lettura spirituale. Era inoltre maestra di taglio e cucito.
•    Suor Maria Grazia (Paula de SanAntonio), nata il 1° giugno 1869 a Valencia da Vicente e Leonarda. Entrò nella congregazione nel1900. Si dedicò all’insegnamento nella città di Turís, ma aiutava anche molti ad arrivare serenamente all’ultimo momento dell’esistenza: era infatti persuasa che «Al confine della morte s’incontra la vera vita». Umile e rispettosa di tutto e tutti, non amava attirare l’attenzione di nessuno, ma non si poteva fare a meno di notarla. Ripeteva spesso: «Bisogna chiedere, bisogna pregare, bisogna consigliare».
•    Suor Maria del Sacro Cuore(María Purificación Gómez Vives), nata il 6 febbraio 1881 a Valencia da Juan e Vicenta. Conseguì il titolo di maestra entrando nella congregazione nel 1906. Le cronache dell’istituto raccontano che rispettava a menadito gli orari, che il suo raccoglimento in cappella era contagioso, che badava scrupolosamente a osservare il silenzio e che era molto buona. Esercitò per tutta la vita l’insegnamento e fu direttrice del collegio di Molins de Rei, che dovette lasciare solo quando costretta a trasferirsi a Valencia.
•    Suor Maria del Soccorso (Teresa Jiménez Baldovi), nata il 13 marzo 1885 a San Martin de Provenzals (Barcellona) da Jesús e Salvatora. Orfana di madre dalla prima infanzia, fu educata nella casa di misericordia delle suore Carmelitane della Carità. Entrò nella congregazione nel 1907, a ventidue anni; nel 1936 era membro della comunità di Mislata. Era tenera e caritatevole, soprattutto con le persone di casa. Impiegò i suoi migliori sforzi per l’educazione degli orfanelli, nei quali rivedeva la sua stessa situazione.
•    Suor Maria de losDolores (Gertrudis Suris Brusola), nata a Barcellona il 17 gennaio 1899 da Gerardo e Caridad, fu battezzata nella cattedrale della medesima città. Rimasta orfana, ricevette la sua formazione in primo luogo nel collegio delle “suore francesi”, e poi nella Scuola Normale di Barcellona. Trascorreva l’estate presso alcuni zii a Cabrera de Mar, dove conobbe le suore della Dottrina Cristiana. Nel 1918 incontrò suor Teresa di San Giuseppe, che divenne la sua maestra di noviziato. Nella cittadina di Ondara tutti sapevano che nelle sue lezioni non forniva solo spiegazioni del catechismo e di altre materie, ma riusciva anche ad attualizzarle. Costretta a dirigersi a Valencia, commentò: «La mia sorte sarà quella di tutte le altre suore».
•    Suor Ignazia del Santissimo Sacramento (Josefa Pascual Pallardó), nata nel 1862 (si ignora il giorno, perché gli archivi parrocchiali sono scomparsi) e battezzata nella parrocchia di Sant’Antonio a Valencia. Entrò nella congregazione nel 1889 e trascorse tutto il suo servizio nella comunità di Sollana, dove era ammirata per la sua semplicità e innocenza. Amava mettersi al servizio immediato della comunità ed era consapevole che in cucina poteva essere utile come in qualsiasi altro compito. Sin dal tempo del noviziato, trascorso a San VicentedelsHorts, faceva trasparire una contagiosa gioia interiore. Scacciata con la forza da Sollana, si diresse in calle Maestro Chapí, dove visse con le altre religiose.
•    Suor María del Rosario (Catalina Calpe Ibáñez), nata il 25 novembre 1855 a Sueca (Valencia) da Mariano e Leandra. Entrò nella congregazione nel 1893. La sua passione erano i libri di spiritualità e di storia. Si racconta che fossero frequenti le sue visite al santuario della Virgen de losDesamparados (traducibile come “Madonna dei Derelitti”). Con l’inizio della guerra, lasciò la comunità del collegio della Sacra Famiglia di Valencia, e passò a quella rifugiatasi in calle Maestro Chapí.
•    Suor Maria della Pace(Isabel López García), nata il 12 agosto 1885 a Turis (Valencia) da Pietro e Maria. Educata nel collegio che le Suore della Dottrina Cristiana avevano nella sua città, entrò nella congregazione nel 1911. Era sorella cuciniera e infermiera. Sul retro di un’immaginetta che teneva come segnalibro scrisse: «Signore, rendimi degna di essere martire per amore tuo».
•    Suor Marcella di San Tommaso (Áurea Navarro): nacque nella provincia di Albacete, entrando nella congregazione nel 1934. Verso la fine di luglio non tornò a casa come le altre novizie, come avrebbe dovuto fare in base agli ordini di madre Angela e di madre Maria del Suffragio, in quanto da tempo non riceveva notizie da parte dei suoi familiari.
Le suore vissero in condizione di semiclandestinità in quella casa, trascorrendo il tempo in preghiera e con qualche piccola forma di apostolato. Spesso i miliziani venivano a perquisirle, ma madre Angela esortava di continuo le sue compagne: «Tutti i mali e i beni sono pesati, misurati e contati da colui che può servirsi di essi per il nostro bene». «Né ci darà un carico che non possiamo sollevare, né ci lascerà portare da sole il peso della tribolazione». «Aiutiamoci mutualmente nei momenti angosciosi che attraversiamo e, se è volontà di colui che tutto può che noi non ci vediamo più quaggiù, che ci uniamo nell’abbraccio eterno del cielo».
La sera del 19 novembre 1936 un pulmino venne a prenderle per il loro ultimo viaggio. Uscirono di casa pregando, incoraggiandosi e perdonandosi a vicenda. La destinazione finale fu il maneggio di Paterna, a circa sei chilometri da Valencia. Lì, all’una di notte del giorno 20, furono fucilate, mentre pronunciavano parole di perdono. Ultima a cadere fu madre Maria del Suffragio, gridando: «Viva Cristo Re!» a nome delle altre.
Esiste del loro martirio una documentazione fotografica, scattata dal custode del cimitero di Valencia, prima della sepoltura, avvenuta il 22 novembre. Su ogni foto, per autenticarle, vennero apposte le firme di alcuni testimoni.
Il 1 maggio 1940 il Consiglio Generale delle suore procedette con le pratiche per l’esumazione dei resti e per la traslazione, svoltasi l’indomani, nel monumento funebre della Congregazione nel cimitero di Mislata.
Le suore della comunità di calle Maestro Chapí erano state precedute nel martirio da altre due consorelle, madre Maria del Rifugio (Teresa Rosat Balasch) e suor Maria del Calvario (Josefa Romero Clariana). Facevano parte del collegio di Carlet e si erano rifugiate in case private, ma vennero messe in carcere e, la notte tra il26 e il 27 settembre, fucilate nella località diBarranco de los Perros, nei pressi di Llosa de Ranes (Valencia). Le loro vicende sono narrate più estesamente nella scheda biografica a loro dedicata.
L’avvio del processo informativo sul martirio di tutte e 17 le religiose avvenne il 5 luglio 1965 in diocesi di Valencia e si concluse il 1° giugno 1969. Nel frattempo, il 12 dicembre 1968, i resti di madre Angela e delle altre 14 (delle altre due non si seppe dove fossero fino al 1983) erano stati sistemati in un monumento funebre apposito nella chiesa della Casa Madre. Il decreto sulla validità del processo informativo avvenne il 12 gennaio 1990; nello stesso anno, la “positio super martyrio” venne trasmessa alla Santa Sede.
A seguito della riunione dei periti teologi, il 13 marzo 1993, e della riunione dei cardinali e vescovi membri della Congregazione vaticana per le Cause dei Santi, il 1° giugno dello stesso anno, si arrivò alla promulgazione del decreto sul martirio, il 6 luglio 1993.
Le 17 suore della Dottrina Cristiana sono state beatificate da san Giovanni Paolo II il 1° ottobre 1995, in un gruppo di 45 martiri caduti durante la guerra civile spagnola, insieme a 64 vittime della Rivoluzione Francese e allo scolopio padre Pietro Casani.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2015-04-13

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