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San Ceteo (Peregrinus) di Amiterno Vescovo

Festa: 13 giugno

VI sec.

Secondo la narrazione, Ceteo si rifugiò a Roma per sfuggire alle depredazioni dei Longobardi Alai e Umbolo, che avevano occupato Amiterno. Su sollecitazione di San Gregorio Magno, fece ritorno in città, dove però Alai si alleò con il conte Veriliano di Orte, tramando contro di lui. Ceteo, nel tentativo di salvare Alai dalla condanna a morte, fu accusato di complicità da Umbolo e gettato nel fiume Aterno con una mola al collo. Il suo corpo, trasportato dalla corrente, fu recuperato da un pescatore e sepolto a Pescara. Un miracolo avvenuto sulla sua tomba ne determinò il trasferimento in una sede più consona, a nove miglia dalla città.

Patronato: Città di Pescara ed Arcidiocesi di Pescara-Penne

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: In Abruzzo, san Cetéo o Pellegrino, vescovo di Amiterno, che, al tempo dell’invasione longobarda della regione, falsamente accusato di aver tradito la città, fu condannato a morte e annegato nel fiume.


Le notizie intorno a Ceteo sono tratte unicamente da una passio molto favolosa, nella quale sono contenute, però, alcune tradizioni locali riferentisi al tempo delle invasioni longobarde in Italia, probabilmente attendibili.
Secondo la nostra fonte, Ceteo era vescovo di Amiterno (od. S. Vittorino, in Abruzzo) al tempo di s. Gregorio Magno. Durante il suo episcopato due capi longobardi, Alai e Umbolo, occuparono la città ed egli, per non assistere alle loro depredazioni, si rifugiò a Roma. Per sedare il malcontento dei cittadini, una missione longobarda si recò da s. Gregorio Magno e, dopo aver solennemente promesso che i cittadini sottomessi sarebbero stati trattati con più umanità, ottenne che Ceteo ritornasse ad Amiterno. Ma, sorto un dissenso tra i due capi iongobardi che tenevano la città, Alai si alleò con il conte Veriliano di Orte, il quale occupò di notte Amiterno. Quando fu scoperto il tradimento, il popolo furente voleva uccidere Alai, ma Ceteo interpose la sua opera, cercando di farlo condannare soltanto al carcere. Ma Umbolo sospettò che anche il vescovo fosse connivente con il traditore e ordinò che questi fosse ucciso insieme con il suo complice. La sentenza di Alai fu subito eseguita, mentre l'esecuzione di Ceteo fu sospesa per il netto rifiuto del boia. Umbolo, allora, comandò che fosse gettato nel fiume Aterno (od. Pescara) con una grossa mola al collo. Il suo corpo fu trasportato dalla corrente fino al mare e gettato sul lido; secondo un manoscritto sarebbe arrivato fino a Zara, sulla sponda orientale del mare Adriatico, ma con molta maggiore verisimiglianza arrivò a Pescara, alla foce del fiume omonimo. Quando Ceteo fu rinvenuto da un pescatore, fu avvertito il vescovo del luogo il quale, non sapendo chi fosse, lo chiamò "Peregrino" e gli dette sepoltura sul posto. Più tardi, in seguito a un miracolo avvenuto sulla sua tomba, il vescovo lo fece trasferire e seppellire, con maggior onore, a nove miglia dalla città.
Ceteo è commemorato nel Martirologio Romano il 13 giugno.
La diocesi e la città di Pescara lo ricordano il 10 ottobre.


Autore:
Agostino Amore


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2001-11-15

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