Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: Ad Auxerre in Francia, sant’Amatore, vescovo, che si adoperò per estirpare dalla sua città le superstizioni pagane e vi istituì il culto dei santi martiri.
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Secondo la sua Vita, contenuta in un manoscrittodel sec. IX ma forse scritta nel sec. VII da un certo monaco Stefano Africano in forma romanzata, nacque ad Auxerre nel 344 e fu educato da Valeriano, vescovo della città. Benché sposato per volere dei genitori con la nobile e ricca Marta della città di Langres, visse con lei in perfetta castità e divenne diacono; compì alcuni miracoli e cacciò i demoni che abitavano delle rovine nei dintorni della città. Alla morte di Elladio, successore di Valeriano, fu eletto vescovo e compì il suo ministero con fermezza, estirpando dalla sua diocesi le ultime tracce di paganesimo e vincendo miracolosamente la resistenza di un certo Rutilio a cedere i suoi terreni per la costruzione della nuova cattedrale, dedicata a s. Stefano protomartire; compì anche un viaggio ad Antiochia per riportarne le reliquie dei ss. Ciro e Giulitta. Secondo la leggenda consiglio a farsi diacono e pOi elesse suo successore Germano, potente signore della regione e forse governatore della città, a lui profondamente avverso (Costanzio di Lione dice invece che Germano, ancora laico, alla morte di Amatore, fu acclamato vescovo dal popolo). Amatore morì, dopo un episcopato durato trenta anni, il 1° maggio 418, data ricavabile mediante calcoli complicati, e fu sepolto accanto alla sposa Marta nell'oratorio di Mont-Artre. Il suo culto si diffuse rapidamente anche in Catalogna, dove Carlo Magno mandò una sua reliquia. L'antica chiesa, eretta sul suo sepolcro nel VI sec., fu distrutta durante la Rivoluzione e le sue reliquie furono disperse. Amatore era invocato soprattutto come guaritore dei pazzi e degli epilettici, che venivano fatti coricare sul suo sepolcro.
Autore: Alfonso Codaghengo
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