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Beato Alvaro De Zamora da Cordova Sacerdote domenicano

19 febbraio

Zamora, Spagna, 1360 - Cordova, Spagna, 19 febbraio 1430

Nel 1368 entrò nel convento di s. Paolo a Cordova. Laureatosi a Salamanca, fu in un primo tempo destinato a insegnare Sacra Scrittura, ma le sue straordinarie capacità si rivelarono quando l'obbedienza gli affidò il ministero della predicazione. Fu emulo del suo confratello s. Vincenzo Ferreri e con lui contribuì a sottrarre seguaci all'antipapa Benedetto XIII. Rinnovò con l'ardente parola e con l'esempio di vita austera l'Andalusia. Ritornato da un viaggio in Terra Santa, diffuse la devozione ad alcuni episodi della Passione: fu così tra gli iniziatori della Via Crucis. Fondò presso Cordova il celebre convento di s. Domingo di Scala Coeli, centro propulsore della riforma domenicana in Spagna.

Martirologio Romano: A Córdova nell’Andalusia in Spagna, commemorazione del beato Alvaro, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori, insigne per la predicazione e la contemplazione della Passione di Cristo.


Alvaro da Cordova, come affermano antichi storici, appartenne alla nobilissima famiglia Cardona. Egli vestì l’Abito domenicano in tenera età, nel Convento di S. Paolo in Cordova nell’anno 1368. Fu famoso e ardente predicatore e con gli esempi e con le opere contribuì alla riforma dell’Ordine inaugurata dal Beato Raimondo da Capua e dai suoi discepoli. Di ritorno da un pellegrinaggio fatto in Terra Santa, riportò scolpito nel cuore il doloroso cammino del Calvario percorso dal Salvatore. Desideroso di vivere un’esistenza solitaria e perfetta, dove poter temprare lo spirito per un più proficuo apostolato, col favore del Re, Don Giovanni II di Castiglia, di cui era confessore, poté fondare a tre miglia da Cordova il famoso e osservantissimo Convento di S. Domenico Scala Coeli, dove dispose vari oratori che riproducevano la via dolorosa, da lui venerata in Gerusalemme. Questa sacra rappresentazione fu imitata da altri Conventi, dando origine alla devozione tanto bella della Via Crucis, così cara alla pietà cristiana. Di notte si recava in ginocchio a una grotta molto distante dal Convento dove, a imitazione del Santo Padre Domenico, pregava e si flagellava. Questa grotta divenne poi meta di pellegrinaggi da parte dei fedeli. Ebbe il dono della profezia e operò miracoli. Morì il 19 febbraio del 1430, venendo sepolto nel convento da lui fondato. Papa Benedetto XIV il 22 settembre 1741 ha approvato il culto.


Autore:
Franco Mariani

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Aggiunto/modificato il 2002-04-10

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