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Beato Pietro Higgins Sacerdote domenicano, martire

23 marzo

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1600 c. - 1642

Nato probabilmente vicino Dublino, divenne sacerdote domenicano nel 1627 in Spagna, dove aveva compiuto gli studi teologici. Nel 1630 ritornò in patria, divenendo priore del convento di Naas. Nel 1641, durante la ribellione contro gli invasori inglesi, si prodigò per ospitare i senzatetto e per frenare l'ondata di violenza, salvando molte persone dai tumulti. Nel febbraio del 1642 fu arrestato e condotto a Dublino. Gli fu offerta la libertà a condizione del rinnegamento della propria fede; ma egli disse: "io muoio da cattolico e da sacerdote domenicano". Fu ucciso a Dublino, in St Stephen's Grenn, il 23 marzo 1642.

Emblema: Palma

Martirologio Romano: In località Naas vicino a Dublino in Irlanda, beato Pietro Higgins, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, sotto il regno di Carlo I, fu impiccato senza processo per la sua fedeltà alla Chiesa Romana.


I beati Terenzio-Alberto O’Brien e Pietro Higgins nacquero entrambi in Irlanda nel 1601, ed entrambi entrarono nell’Ordine Domenicano nel 1622. Soffrirono il martirio per la costante fedeltà alla Chiesa di Cristo e al Papa. Ricusarono di riconoscere il Re d’Inghilterra come capo della Chiesa.

Terenzio Alberto O’Brian era un discendente diretto dell’antica e illustre stirpe dei Re d’Irlanda. Al suo nobile cuore brillò presto il fulgido ideale gusmano, e ancor giovane vestì il bianco Abito nel Convento di Limerik. Compiuti gli studi a Toledo, fu ordinato Presbitero nel 1627. Qui ricevette una più accurata formazione, sia nelle sacre scienze che nelle Leggi, oltre che nello spirito dell’Ordine. Tornato in Patria si distinse tanto nelle virtù e nel sapere, da essere più volte eletto Priore e Provinciale. Con tale titolo intervenne al Capitolo Generale di Roma nel 1644, dove ricevette il titolo di Maestro in Teologia. La fama del suo ardente zelo e della profonda dottrina giunse fino a Papa Urbano VIII il quale, ben sapendo quanto bisogno avessero quei popoli insidiati dall’eresia, di Pastori santi e coraggiosi, nel 1648 lo nominò Vescovo di Emly. Tornato in Patria il novello Vescovo non deluse le speranze del Pontefice e con indomito ardore si dedicò alla cura e alla difesa del suo gregge. Ma la prova non era lontana. L’empio eretico Ludovico Hirton cinse d’assedio la città episcopale, che però resistette eroicamente. Il crudele assalitore comprendendo allora che l’anima della resistenza era il Santo Vescovo Terenzio, e gli fece offrire in segreto una grossa somma di denaro, perché abbandonasse la città. Ne ebbe un nobile e sdegnoso rifiuto che costò la vita al povero prelato. Preso e condannato a morte, prima fece una calda esortazione al suo popolo, per poi, con animo lieto, offrirsi al carnefice. Dio, dopo la sua morte lo onorò con prodigi.
Con altri quindici compagni che ricevettero il medesimo martirio tra il 1579 e il 1654, furono solennemente beatificati il 27 settembre 1992 da Papa Giovanni Paolo II.


Autore:
Franco Mariani

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Aggiunto/modificato il 2002-04-10

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