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Beato Francesco (Piani) da Caldarola

28 settembre

Caldarola, Macerata, 1424 - Colfano, 1507


Il Beato Bernardino da Feltre, propagatore e fondatore dei Monti di Pietà, ebbe come collaboratore il Beato Francesco da Caldarola (MC). Provenendo dalle Marche, una regione ad economia prevalentemente agricola, Francesco Piani, questo il nome del Beato, conosceva bene le miserie dei lavoratori delle campagne costretti ad indebitarsi e a diventare schiavi degli usurai e a costoro dedicò la sua vita. Francesco fu anche un predicatore ferventissimo, che sapeva sedare le frequenti liti nei paesi della sua terra, divisi da lotte violente, tra fazioni ambiziose e famiglie potenti. Il segreto del successo del predicatore di pace, era semplice: parlare al popolo di giorno e passare la notte in preghiera. Al Beato Francesco si deve anche l'istituzione della confraternita di Santa Maria del Monte, alla quale il municipio affidò in seguito la custodia dell'ospedale e l'amministrazione del Monte di Pietà.
Il Beato morì, il 12 settembre 1507 a 77 anni di età, nel convento di Colfano (MC), dove aveva trascorso la maggior parte della sua vita religiosa.
Dopo morto, operò numerosi prodigi ed il suo culto è documentato fin dal 1511. Il 1 settembre 1843 Gregorio XVI ne confermò il culto.

Il beato Francesco Piani precede il rinascimento caldarolese. Mentre a lui si può attribuire la chiusura del medioevo, pensiamo che gli si possa anche affidare l'apertura dell'umanesimo. Le sue opere fondamentali nascono dal ceppo francescano a cui apparteneva dal medioevo che in lui a Caldarola si irrobustiva con tre creazioni che in parte si persero nei secoli futuri ed in parte si cambiarono: la Compagnia di Santa Maria, una confraternita di disciplinati da cui derivano le altre, l'ospedale e il monte di pietà: Tutte le opere di grande socialità da inquadrare nel contesto della fede e della povertà del suo tempo. Predicatore e pacificatore di genti, fu beatificato da Papa Urbano VII° nel 1634. Forse senza la sua opera, che dette consistenza sociale alla comunità, Caldarola non avrebbe generato il proprio rinascimento. Un'opera legata al passato per certi ritorni gotici e simbolisti, ma permeata dalla nuova cultura, pur firmata da Lorenzo d'Alessandro, fu sua, perché la volle, sua perché lega il passato al presente, il presente all'avvenire: il dipinto della Madonna del Monte.


Autore:
Elisabetta Nardi

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Aggiunto/modificato il 2002-04-12

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