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Beato Benincasa Abate di Cava

10 gennaio

† 10 gennaio 1194

L'abate Benincasa, pio, prudente e ottimo pastore, governò l'abbazia della SS. Trinità di Cava dal 1171 al 1194, periodo di massimo splendore per l'abbazia, che divenne un caposaldo dei papi e dei vescovi, grazie all'autonomia spirituale concessa dagli uni e al prestigio acquisito presso gli altri. In particolare, Benincasa fu determinante nel rafforzare i legami tra l'abbazia e la Sicilia, grazie all'appoggio del re Guglielmo II il Buono, che sottomise alla Congregazione di Cava un monastero da lui costruito a Monreale e concesse all'abate la facoltà di creare vassalli. Benincasa fu anche attivo nella promozione dei monaci cavensi, che furono invitati a predicare e a svolgere attività pastorale nelle diocesi di tutta Italia, contribuendo a diffondere la cultura e la spiritualità benedettina. Morto nel 1194, Benincasa fu sepolto nella cripta Arsicia, vicino a san Alferio, e il suo culto fu confermato dalla Santa Sede nel 1928.

Martirologio Romano: Nel monastero di Cava de’ Tirreni in Campania, beato Benincasa, abate, che destiṇ cento suoi monaci al cenobio di Monreale in Sicilia da poco eretto.


Particolarmente notevole fu il governo dell’abate Benincasa nell’abbazia della SS. Trinità di Cava, il suo mandato coincise con il periodo di maggior splendore per questa già celebre abbazia, fondata nel 1020 da s. Alferio.
Il 30 gennaio 1171, succedendo al beato Marino, prese possesso del titolo, fu definito ‘pio, prudente e ottimo pastore’. Nel 1172 assisté il re di Sicilia Guglielmo II il Buono che s’era ammalato a Salerno, questi riconoscente, nel 1176 sottomise alla Congregazione di Cava, un monastero che aveva terminato di costruire a Monreale, l’abate inviò in Sicilia un centinaio di monaci per popolarlo.
Due anni dopo s’imbarcò sulla nave del monastero (e questo ci dice dell’importanza dell’abbazia) per andare a fare visita alle Case lì residenti, in tale occasione, re Guglielmo II mise sotto la sua protezione la Congregazione di Cava e in particolare l’abbazia della SS. Trinità, dando nel contempo all’abate la facoltà di creare vassalli.
Ancora il re di Gerusalemme Baldovino IV, con diploma datato 8 novembre 1181, diede alla nave di Cava il diritto di approdare nei porti del Levante, concedendo piena libertà di esportazione e importazione esenti da ogni forma di dogana.
Nel 1182 re Guglielmo risolse a favore dell’abbazia la controversia con il vescovo di Salerno, Nicola, circa il possesso del porto di Vietri. Ospitò per fare penitenza l’antipapa Innocenzo III; i vescovi desideravano avere nelle loro diocesi, i monaci cavensi per il gran bene che operavano; i papi concessero un autonomia spirituale agli abati di Cava, cosicché la loro giurisdizione si allargava sulle terre e chiese che le venivano donate, dando conto solo al papa; l’abbazia divenne un caposaldo dei papi, di cui potevano fidarsi pienamente.
Benincasa morì il 10 gennaio 1194 dopo 23 anni di governo, fu sepolto nella cripta Arsicia vicino a s. Alferio.
Il 20 ottobre 1675 le sue reliquie furono traslate insieme a quelle di altri santi e beati Cavensi nella cappella dei ‘Santi Padri’.
Il suo culto e il titolo di beato fu confermato dalla Santa Sede il 16 maggio 1928.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-04-19

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