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San Silvestro di Troina Abate

2 gennaio

Troina (Enna), XI-XII sec. - 2 gennaio 1164

Vissuto in Sicilia all'inizio del XII secolo, è venerato come abate e santo. Di lui si sa poco, ma è noto per la sua spiccata carità e per i numerosi miracoli che gli vengono attribuiti. Entrò in giovane età nel monastero di San Michele, dove si distinse per la sua vita austera e per la sua attenzione ai poveri e ai bisognosi. Si narra che fosse in grado di guarire i malati, di scacciare i demoni e di compiere altri prodigiosi eventi. Morì in odore di santità e il suo culto si diffuse rapidamente in tutta la Sicilia.

Martirologio Romano: A Troina in Sicilia, san Silvestro, abate, che seguì la disciplina dei santi Padri d’Oriente.


Il monachesimo orientale, arrivò soprattutto nell’Italia Meridionale, l’antica Magna Grecia, al seguito delle occupazioni bizantine, attestandosi specie in Calabria e Sicilia.
E fra i numerosi monasteri sorti in Sicilia, vi fu quello di Troina (Enna) dedicato a S. Michele, sotto la Regola di S. Basilio per cui i monaci venivano chiamati ‘basiliani’; e in questo cenobio, grande centro di spiritualità dell’epoca, visse il monaco Silvestro.
Nato verso la fine del XI sec. e l’inizio del XII proprio a Troina, di lui non si sa molto, ma sono giunti fino a noi i racconti di vari episodi prodigiosi che lo videro protagonista; entrato in giovane età nel monastero di San Michele, si distinse per la sua spiccata carità.
Sulla base d’argento del prezioso ferculo che lo raffigura, è incisa una costante tradizione che narra dell’aiuto dato ad un vecchio mendicante, rivelatosi poi per il Signore Gesù.
Gli storici locali raccontano che in un’ora si recò a Catania, a venerare s. Agata martire nel giorno della sua festa; il prodigio consiste nel fatto che il monastero era distante dalla città etnea quaranta miglia e lui era a piedi sia all’andata che al ritorno.
Verso il 1155 si recò a Roma in visita al nuovo papa Adriano VI, il quale lo ordinò sacerdote. Al ritorno, fermatosi a Palermo, guarì il giovane Guglielmo, figlio del re di Sicilia, Guglielmo I (1154-1156), ciò gli procurò una vasta fama di santità e rientrato a Troina venne eletto abate.
Dopo qualche anno si ritirò, desideroso di una maggiore ascesi, costruendosi una cella accanto ad un oratorio dedicato a S. Bartolomeo, a breve distanza dal monastero.
Morì il 2 gennaio 1164 a Troina. Il suo culto “ab immemorabili”, fu confermato da papa Giulio III (1487-1555), la sua festa liturgica è il 2 gennaio; nel giorno della sua festa una suggestiva processione di uomini a cavalcioni di muli bardati e carichi di alloro, si reca al suo sepolcro e ciascuno depone un ramoscello di alloro sulla sua tomba.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2005-04-26

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