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San Wando (Vandone) Abate

Festa: 17 aprile

† 17 aprile 754

Nato in Neustria (Francia) attorno al 665, Wando abbracciò la vita monastica a Fontenelle. Priore per la sua pietà, venne ingiustamente esiliato nel 716. Rifugiatosi a Maastricht, si dedicò alla preghiera e allo studio per 28 anni. Nel 747, riabilitato da Pipino il Breve, tornò a Fontenelle come abate, guidando il monastero con saggezza nonostante l'età avanzata e la cecità. Morì il 17 aprile 754.



Wando, noto anche come Vandone, nacque in una nobile famiglia della Neustria, in Francia, attorno al 665. Sin dalla giovinezza mostrò una profonda inclinazione per la vita religiosa, tanto da scegliere di abbracciare la vocazione monastica. Entrò a far parte dell'abbazia di Fontenelle, in Normandia, sotto la guida dell'abate San Lanfranco.
Wando si distinse per la sua pietà, il fervore religioso e l'obbedienza alla regola benedettina. Venne presto nominato priore del monastero, carica che ricoprì con saggezza e dedizione. La sua fama di santità si diffuse ben presto, attirando all'abbazia numerosi fedeli che desideravano ricevere la sua guida spirituale.
Tuttavia, la sua vita non fu priva di turbolenze. Nel 716, a causa di intrighi politici, venne ingiustamente accusato di tradimento e costretto all'esilio. Si rifugiò nel monastero di San Servazio a Maastricht, dove trascorse ben 28 anni in esilio, dedicandosi alla preghiera, alla meditazione e allo studio.
Nel 747, con l'ascesa al trono di Pipino il Breve, figlio di Carlo Martello, Wando venne finalmente riabilitato e richiamato all'abbazia di Fontenelle. Nonostante l'età avanzata e la cecità che lo affliggeva, egli riprese la guida del monastero con lo stesso zelo e la stessa saggezza di un tempo.
Wando concluse la sua terrena esistenza il 17 aprile 754, all'età di circa 90 anni.

Autore: Franco Dieghi
 


 

Nativo della regione del Vimeu in Francia, fu educato sin da ragazzo presso l’abbazia di Saint-Wandrille a Fontenelle; come diacono accompagnò in Frisia s. Vulfran l’ex vescovo di Sens, che si era ritirato a Fontenelle, ciò avvenne verso il 690; la missione ebbe poco successo, ma Wando poté compiere nell’occasione un miracolo, scacciò il diavolo che tentava di sviare la barca su cui erano, verso le paludi della Frisia, antica regione nordica divisa fra la Germania e l’Olanda.
Rientrato dopo questa esperienza missionaria, a Fontenelle, fece la sua professione nel 696, vivendo per circa 20 anni nel silenzio dell’abbazia. Verso il 714 fu coinvolto, suo malgrado, nelle vicende politiche che seguirono la morte di Pipino d’Heristal, che vide contrapposti per la carica di ‘maestro di palazzo’ d’Austrasia, Raginfredo e Carlo Martello; nel 716 per ordine di Raginfredo fu deposto l’abate Benigno e nominato al suo posto Wando, che nel 719, dopo la vittoria di Carlo Martello, fu a sua volta deposto e reintegrato Benigno.
Wando fu inviato in esilio nel monastero di S. Servazio di Maastricht dove restò per 28 anni. Ma la politica si riaffacciò di nuovo nella sua vita, salito al trono Pipino il Breve (714-768) figlio di Carlo Martello, nel 747 richiamò Wando già in veneranda età, rimettendolo di nuovo a capo dell’abbazia di Fontenelle.
Lasciò la guida spirituale al priore Anstrulfo e si dedicò alle opere assistenziali ed ai libri, arricchì in modo considerevole la biblioteca ed il tesoro liturgico dell’abbazia; costruì una chiesa per onorare le reliquie di s. Servazio, che aveva portato con sé dall’esilio di Maastricht e che consacrò nel 752; in questo periodo accolse a Fontenelle, Teodorico l’ultimo re merovingio, deposto dal carolingio Pipino.
Ormai novantenne e divenuto cieco, il santo abate concluse la sua tormentata esistenza il 17 aprile 754.

Il nome Wando o Vandone non ha avuto molto seguito, al contrario il femminile Wanda o Vanda è molto diffuso, perché portato da una leggendaria eroina polacca, figlia del fondatore di Cracovia.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2024-03-09

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