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Pozzolo Formigaro, Alessandria, 6 gennaio 1877 - Alessandria, 4 agosto 1908
Gaspare Goggi nasce il 6 gennaio 1877 a Pozzolo Formigaro, in provincia di Alessandria e diocesi di Tortona. A quindici anni si lascia affascinare dal chierico Luigi Orione e dall’ideale della nuova congregazione a cui lui sta iniziando a pensare, ma gli viene indicato di dover prima concludere gli studi e poi diventare sacerdote. Ottenuta la laurea in lettere e filosofia nel luglio 1901, viene ordinato sacerdote il 6 settembre 1903; lo stesso giorno emette la prima professione nella congregazione dei Figli della Divina Provvidenza, fondata da Luigi Orione, intanto diventato sacerdote (canonizzato nel 2004). Quest’ultimo lo invia un anno dopo a Roma, come rettore della chiesa di Sant’Anna dei Palafrenieri in Vaticano. Anche il Papa san Pio X, le cui sorelle hanno don Gaspare come direttore spirituale, ha stima di lui, tanto da inviarlo al seguito del cardinal Carlo Perosi nella visita apostolica ai seminari della Sicilia. Di lì a poco, don Gaspare piomba in un grave stato d’indebolimento psico-fisico, dovuto all’anemia perniciosa di cui soffre sin da ragazzo: continua i suoi impegni finché lo stesso don Orione non lo accompagna all’ospedale psichiatrico di Alessandria. Don Gaspare muore sei giorni dopo il ricovero, il 4 agosto 1908, a trentun anni. Il 21 novembre 2025 papa Leone XIV ha autorizzato la promulgazione del decreto sulle virtù eroiche di don Gaspare, i cui resti riposano dal 22 maggio 1960 nella cripta del santuario della Madonna della Guardia a Tortona.
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Guardando a don Gaspare Goggi vien proprio da dire che anche i depressi vanno in paradiso, tanto che c’è già chi lo propone a protettore di una categoria di malati, i depressi appunto, nei cui confronti si è già fatto molto ma non ancora abbastanza. Nasce nell’alessandrino, a Pozzolo Formigaro, il 6 gennaio 1877, in una famiglia di agiati agricoltori. A quindici anni si lascia affascinare dal chierico Luigi Orione, che sta sognando una nuova congregazione e che Gaspare sarebbe disposto a seguire anche subito, se non fosse che Orione con lui è categorico e inflessibile: «Prima professore e poi sacerdote». Frequenta così il liceo a Genova e l’università a Torino, dove viene a contatto con il fior fiore della santità torinese di fine Ottocento: Paolo Pio Perazzo, don Michele Rua, Giuseppina Comoglio, madre Teresa Grillo Michel. «Prepàrati a lavorare per le anime, accendi bene la tua anima alla carità soave e operosa di Gesù e fa di comunicarla a tutti quelli che potrai avvicinare» è l’impegnativo itinerario spirituale fissatogli dal chierico Orione, diventato prete e anche sua guida spirituale. Come si conviene poi a uomini di parola, nel 1901 si laurea in lettere e filosofia e don Orione gli fa indossare subito l’abito religioso, ammettendolo al noviziato di Sanremo. Due anni dopo è prete e, nello stesso giorno dell’ordinazione, emette i primi voti nella Congregazione che ha pochi mesi di vita: per questo don Orione sempre parlerà di lui come del «primo figlio della Divina Provvidenza». Che abbia una predilezione e una stima tutta particolare per lui lo dimostra con gli incarichi delicati ed importanti che gli affida, fino a farlo approdare appena un dopo a Roma, come rettore della chiesa di Sant’Anna dei Palafrenieri in Vaticano. E neanche qui don Gaspare lo delude: sacerdote tutto carità e attenzione agli ultimi secondo lo spirito orionino, si fa ammirare e seguire anche per la sua cultura, oltre che per la pietà. «Sei per me come il braccio dello studio», gli dice don Luigi, e c’è in queste parole tutto l’affetto di un padre verso il figlio. Don Gaspare, oltreché insegnante, è anche ricercato direttore spirituale: di gente semplice e di intellettuali, di ecclesiastici e finanche delle sorelle del Papa Pio X. Proprio quest’ultimo ha così tanta stima di don Gaspare da pensare, sebbene così giovane, ad una sua prossima nomina episcopale per la sede di Siracusa; intanto lo affianca al cardinal Carlo Perosi nella visita apostolica ai seminari della Sicilia. «Poche volte mi sono lamentato della noia, ma adesso non la conosco neppure più di nome», scrive don Gaspare alla sorella Teresa: in effetti, forse tutti stanno chiedendo davvero troppo a questo prete che non è già per natura un colosso di salute. Infatti, proprio lui che a suo padre aveva scritto che «dopo il peccato non vi è stato d’animo più da temersi che la malinconia», a fine 1907 entra in uno stato di indebolimento psico-fisico, con ansie e depressioni di origine anemica. All’epoca si parla di “sitofobia”, che oggi si chiamerebbe anoressia: in parole povere è in uno stato di deperimento organico che in poco tempo lo incurva, lo invecchia e lo indebolisce. «Con il cuore vuoto non si può vivere, la vita non è altro che amore» ed in lui sembra davvero che il suo essere prete prevalga sulla malattia: si trascina nei suoi impegni fin che può, oltre ogni umana resistenza, tanto che sono gli altri a dover prendere provvedimenti per lui quando si arriva alla «fase acuta dell’arresto psicomotorio». È lo stesso don Orione ad accompagnarlo all’ospedale psichiatrico di Alessandria, dove non riescono più ad alimentarlo e dove muore improvvisamente sei giorni dopo il ricovero, il 4 agosto 1908, a soli 31 anni. Mentre il papa quel giorno celebra a lutto e non concede udienze, don Orione piange a dirotto durante il funerale. «L’ho pianto più di mia madre», confesserà un giorno, aggiungendo che «non mi sono mai raccomandato a lui senza ottenere quanto avevo richiesto». «Il Signore ci dilata in mezzo alle tribolazioni e sa mutare in gioia il pianto della semina», aveva scritto don Gaspare un giorno: per questo sta diventando un dono e un sostegno per quanti vanno sulla sua tomba, che dal 22 maggio 1960 si trova nella cripta del santuario della Madonna della Guardia a Tortona. Don Orione (canonizzato il 16 maggio 2004) è convinto della santità di don Gaspare, tanto da raccoglierne subito le memorie, gli scritti e le fotografie. Il Supplice Libello viene presentato il 3 maggio 1959 a monsignor Pietro Gagnor, vescovo di Alessandria, che col Rescritto di istruzione del Processo Ordinario sulla fama di santità, le virtù eroiche e i miracoli, datato 28 settembre 1959, avvia la prima fase della causa. Gli atti del Processo, celebrato in sessantanove sessioni nella diocesi di Alessandria e con altre audizioni nelle diocesi di Tortona, Genova, Savona, Roma, sono stati convalidati il 12 febbraio 1994. La “Positio super virtutibus”, consegnata l’8 aprile 2021, è stata esaminata dai Consultori Storici del Dicastero delle Cause dei Santi il 23 settembre 2023, con esito unanimemente favorevole. I Consultori Teologi, nella loro riunione del 14 marzo 2024, hanno risposto affermativamente e all’unanimità circa la domanda se il Servo di Dio avesse esercitato in grado eroico le virtù cristiane. Analogo parere positivo è giunto dalla Plenaria dei Cardinali e dei Vescovi del medesimo Dicastero, il 4 novembre 2025. Il 21 novembre 2025, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, papa Leone XIV ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui don Gaspare viene dichiarato Venerabile.
Autore: Gianpiero Pettiti
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