Sarebbe successo a Felice-Macario (?). E’ ricordato da Leonzio e dal Metafraste perché nel 571 ammise S. Gregorio II tra i chierici, dopo averlo fatto istruire dal 567. Viene raffigurato, nella serie dei ritratti dei vescovi che si vedono nel salone dell'episcopio agrigentino, mentre accoglie il piccolo Gregorio e, nella cattedrale, al lato destro dell'organo mentre lo battezza e poi quando lo ammette tra i chierici. E' pure rappresentato in una trave del soffitto ligneo della cattedrale (1688?) e tra i sette santi vescovi agrigentini in una sala del palazzo vescovile. Le notizie sulla sua vita provengono dalla biografia di S. Gregorio II, scritta dall'egumeno Leonzio, secondo il quale, battezzò S. Gregorio, lo fece istruire da Damiano e, accoltolo fra i chierici. lo affidò per l'ulteriore istruzione ed educazione all'arcidiacono Donato. Poiché S. Gregorio fu eletto vescovo attorno al 590, come successore di Teodoro o Teodosio, si pensa che questi sarà stato successore di Potamio e possibilmente si potrebbe stabilire il suo episcopato attorno al 560. Secondo il Pirro sarebbe vissuto nell'epoca tra Teodorico (518-526) e l'imperatore Giustiniano (527-565). La sua festa, nel calendario della Chiesa Agrigentina, è segnata al 29 gennaio.
Autore: Raimondo Lentini
Fonte:
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Domenico De Gregorio, La Chiesa agrigentina – Notizie storiche, vol. I, Agrigento 1996.
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