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San Gildas di Rhuys Abate

29 gennaio

Gran Bretagna, V sec. – Houat (Bretagna, Francia), 29 gennaio 570 ca.

Nacque verso la fine del V sec, sulle rive della Clyde, in Gran Bretagna, da una famiglia principesca. Fin dalla prima infanzia fu affidato al santo abate Iltud e fu condiscepolo dei santi Paolo di Lèon, Sansone di Dol e Lunario. Ordinato prete verso il 518, decise di ricondurre alla fede, attraverso la sua predicazione, le regioni settentrionali della Gran Bretagna in cui il Cristianesimo era quasi scomparso. Poco più tardi, chiamato da S. Brigida, passò in Irlanda, dove la Chiesa era in piena decadenza dopo la morte di san Patrizio. Gildas ristabilisce la disciplina nei monasteri, opera numerose conversioni. Terminata la sua missione torna in Inghilterra e si ritira in solitudine nell’isola di Houat, in pieno Oceano. Ma i pescatori dei dintorni non tardano a scoprirlo e così circondato da una numerosa schiera di discepoli egli deve ben presto stabilirsi nella vicina penisola di Rhuys dove fonda un monastero. In quello stesso luogo avrebbe risuscitato S. Trifida, madre di S. Tremoro, assassinata dal marito, il tiranno di Conomor. In seguito percorre la Cornovaglia predicando e fondando monasteri. Ritorna a Rhuys, ma muore ad Houat, dove amava isolarsi, il 29 gennaio del 570. Il corpo, per suo espresso desiderio, affidato al mare in una barca, fu ritrovato sulle coste di Rhuys l’11 maggio seguente e inumato nella chiesa del monastero.

Emblema: Bastone abbaziale, campanella


Era circa il 1060, quando Vitale, abate del monastero di Rhuys, situato sulla riva del mare nella regione di Vannes, scrisse la ‘Vita’ del fondatore del monastero, san Gildas.
L’autore stesso, assicurò che si era ispirato ad antichi documenti e tradizioni, ma nello stesso tempo egli ampliò il suo racconto con episodi e dati edificanti o folcloristici, secondo la tendenza degli agiografi del tempo; fatto sta, che oggi è impossibile distinguere fra le parti storiche e quelle leggendarie.
Gildas nacque verso la fine del V secolo in Gran Bretagna sulle rive della Clyde, fiume scozzese, da una famiglia principesca.
Fin dalla prima infanzia, fu affidato al santo abate Iltuto († 540 ca.), fondatore del monastero di Llanilltud Fawr nel Galles, celebre centro culturale con molti discepoli; ebbe come condiscepoli i santi celtici Sansone vescovo di Dol, s. Paolo di Léon e s. Lunario.
Verso i 20 anni, Gildas si trasferì nel Galles “per raccogliere le dottrine di altri studiosi sulla filosofia e le divine lettere”; fu ordinato sacerdote nel 518 e decise di fare opera missionaria, e attraverso la sua predicazione ricondurre al Cristianesimo quasi scomparso, le regioni settentrionali della Gran Bretagna.
Poco più tardi, fu chiamato da santa Brigida di Kildare († 525 ca.) in Irlanda, per rivitalizzare la Chiesa locale, che dopo la morte del vescovo evangelizzatore san Patrizio († 461), era in piena decadenza.
Gildas ristabilì la disciplina nei monasteri e fra l’altro fondò la celebre scuola di Armagh, operando numerose conversioni.
Ritornato in Inghilterra, insieme a due studiosi bretoni David e Cadoc, compose una “Messa nuova” per le Chiese celtiche; poi si ritirò nel sud del territorio francese dell’Armorica (l’antico nome della Penisola della Bretagna, detta Britannia dai bretoni che vi si rifugiarono nel V secolo), vivendo in solitudine nell’isoletta di Houat in pieno Oceano.
Ma la sua presenza orante, sebbene nascosta e isolata, fu ben presto notata dai pescatori dei dintorni e la notizia si diffuse, tanto che numerosi discepoli si aggregarono a lui.
Per questo Gildas ritenne necessario fondare un monastero per accoglierli, edificio che fu costruito nel luogo di un’antica fortezza romana, nella vicina penisola di Rhuys, striscia di terra della Francia settentrionale, di fronte all’isola di Houat.
Dopo qualche tempo però, riprese a condurre vita solitaria insieme a san Bieuzy, altro santo eremita bretone, sulle rive del Blavet ai piedi del picco di Castennec. In questo luogo avrebbe scritto il “De Excidio et conquestu Britanniae”, che gli procurò il soprannome di “Saggio”.
E sempre in prossimità di questo luogo, avrebbe resuscitato santa Trifida, madre di san Tremoro, che era stata uccisa dal marito, il tiranno di Conomor.
In seguito percorse la Cornovaglia armoricana, sempre predicando, facendo conversioni e fondando monasteri; poi chiamato da re Ainmir, ritornò in Irlanda.
Infine si recò di nuovo a Rhuys, ma in uno dei suoi ritiri nell’isoletta di Houat, morì il 29 gennaio del 570 ca. Per suo espresso desiderio, il suo corpo deposto su una barca, fu affidato al mare, rituale spesso usato dalle popolazioni costiere nordiche.
Ma la barca fu poi ritrovata arenata sulla costa di Rhuys, l’11 maggio seguente; il corpo fu così inumato nella chiesa del suo monastero.
Verso il 919, per timore delle scorrerie dei Normanni, i monaci di Rhuys trasferirono il corpo del fondatore san Gildas, a Bourg-Dieu presso Châteauroux (Indre) nell’interno della Bretagna, dove fu edificata una chiesa in suo onore; l’abbazia di Rhuys all’inizio dell’XI secolo, fu rilevata da s. Felice e divenne il centro della spiritualità di tutta la regione; tomba di numerosi figli dei duchi di Bretagna e fu conservata intatta fino alla Rivoluzione Francese.
Oggi il monastero è occupato dalle Suore della Carità di S. Luigi, dette del Padre Eterno, e nel coro romanico della chiesa abbaziale, oggi parrocchia, si venera ancora dietro l’altare maggiore, la tomba e qualche reliquia del santo abate Gildas.
Finché durò l’abbazia, tutte le parrocchie della penisola di Rhuys, furono obbligate a compiervi pellegrinaggi in occasione delle principali feste: il 29 gennaio per la morte di Gildas, il 30 settembre per la dedicazione della chiesa abbaziale e soprattutto per le Rogazioni, in cui si ricordava la scoperta del corpo del santo.
Attualmente esiste solo la festa del 29 gennaio, spostata al 30 con Ufficio e Messa propri.
San Gildas gode in Bretagna di un culto molto sentito; nella sola diocesi di Vannes, è patrono di otto parrocchie, ben nove chiese e dieci cappelle gli sono dedicate; varie località portano il suo nome.
È raffigurato in vesti di monaco, col bastone abbaziale e spesso con una campanella, che ricorda la leggendaria campana fusa dallo stesso s. Gildas, che non volle suonare quando fu donata al papa, perché era stata dapprima promessa all’amico san Bieuzy.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2006-06-06

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