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Santi Severiano e Aquila Sposi, martiri
Festa:
23 gennaio
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Cesarea di Mauritania, III sec.
Severiano e Aquila erano originari di Cesarea di Mauritania, nell'odierna Algeria. Erano uniti non solo dal matrimonio, ma anche dalla fede cristiana. La loro testimonianza divenne così forte che arrivò a turbare le autorità romane. Un giorno, Severiano e Aquila furono arrestati e condotti davanti al governatore. Furono accusati di essere cristiani e di aver rifiutato di adorare gli dei pagani. I due sposi si dichiararono fieramente cristiani e rifiutarono di abiurare la loro fede. Il governatore, furioso, ordinò che Severiano e Aquila fossero bruciati vivi. I due sposi affrontarono la morte con coraggio e fede, cantando inni al Signore.
Martirologio Romano: A Cesarea di Mauritania, nell’odierna Algeria, santi martiri Severiano e Aquila, coniugi, che furono bruciati nel fuoco.
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I due santi martiri di Cesarea di Mauritania (Africa Settentrionale) Severiano e Aquila, coniugi cristiani, non sono da confondere con la coppia di sposi Aquila e Priscilla di Corinto, santi collaboratori di s. Paolo Apostolo, la cui celebrazione è all’8 luglio e i cui nomi sono inseriti nelle attuali “litanie degli sposi”.
La stranezza fra le due coppie di sposi, è che il nome Aquila si riferisce nella prima alla sposa e nella seconda allo sposo; segno che all’epoca romana veniva usato indifferentemente sia per uomini che per donne.
Il Martirologio Romano, al giorno 23 gennaio, data della loro celebrazione liturgica, dice: “Cesarea in Mauretania, sanctorum martyrum Severiani et Aquilæ, coniugum, qui igne combusti sunt”.
Praticamente solo un rigo, che conferma l’esistenza dei due coniugi a Cesarea di Mauritania nel III secolo e specifica che subirono il martirio venendo bruciati vivi; non aggiunge altro, quindi non si sa la data del martirio e chi fossero in realtà.
Certamente appartengono a quella lunga schiera di martiri per la fede, che testimoniarono il cristianesimo, versando il loro sangue in ogni angolo dell’immenso impero romano, torturati e uccisi con ogni specie di supplizio, dall’essere divorati dalle bestie feroci, all’essere bruciati vivi legati a dei pali.
Altre piccole notizie, come l’identificazione di Severiano quale generoso benefattore della comunità di Cesarea di Mauritania, oppure che i coniugi avessero un figlio di nome Floro, notizie apparse in antichi Martirologi come quelli di Beda e Usuardo, non sono verificabili e quindi prive di fondamento.
I due nomi di Severiano ed Aquila, sono stati portati da altri santi martiri dei primi secoli, ben cinque per Severiano e cinque per Aquila (tutti uomini).
Autore: Antonio Borrelli
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