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Venerabile Maria Orsola Bussone Adolescente focolarina

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Vallo Torinese, Torino, 2 ottobre 1954 – Ca’ Savio, Venezia, 10 luglio 1970

Maria Orsola Bussone trascorse l’infanzia nel suo paese, Vallo Torinese, in provincia e diocesi di Torino. Il 2 giugno 1967 partecipò, insieme alla famiglia e a un gruppo di parrocchiani, al primo raduno del Movimento parrocchiale, diramazione del Movimento dei Focolari, presso il Centro Mariapoli di Rocca di Papa. Fu il suo primo incontro con quella spiritualità, che cambiò il suo modo d’intendere l’impegno parrocchiale e la vita stessa. Il 10 luglio 1970, durante un campo estivo a Ca’ Savio (Venezia), morì colpita da una scarica elettrica, mentre si asciugava i capelli con un phon. Aveva quindici anni e nove mesi. La sua causa di beatificazione è iniziata il 26 maggio 1996 e il 17 dicembre 2000, si è conclusa la fase diocesana. Dal 2 ottobre 2004 le sue spoglie mortali riposano nella chiesa parrocchiale di San Secondo martire a Vallo Torinese, il luogo della sua crescita e della sua formazione. Il 18 marzo 2015 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui Maria Orsola Bussone è stata dichiarata Venerabile.



L’infanzia
Maria Orsola Bussone nacque alle 22.30 del 2 ottobre 1954, nella casa della nonna materna, a Vallo Torinese, nelle Prealpi piemontesi. Venne battezzata il 10 ottobre nella parrocchia di San Secondo martire, dal parroco don Giuseppe Michelotti. Il padre, Umberto, era gestore di un’officina, mentre la madre, Luigina, era casalinga, oltre che un’abile sarta. A loro si aggiunse il secondo figlio, Giorgio, nato il 7 maggio 1957.
Da piccola Maria Orsola frequentò l’ultimo anno dell’asilo presso la scuola materna di Monasterolo, tenuta dalle Suore del Cottolengo. Lasciò di sé un ricordo indelebile nelle suore: «Era veramente buona. In vent’anni che ho tenuto l’asilo non ne ho trovata un’altra come lei», ha dichiarato l’ex direttrice, suor Melchiorina.
Frequentò quindi le elementari nella scuola del paese: in quel periodo ricevette la Prima Comunione il 23 aprile 1961 e la Cresima l’11 luglio 1965, entrambe nella sua parrocchia. Fu iscritta all’Azione Cattolica.

Una ragazza normale
Per le scuole medie, fu iscritta all’Istituto “Federico Albert” di Lanzo, delle Suore Albertine. Era molto diligente e otteneva buoni voti, a parte qualche difficoltà in latino.
Partecipava attivamente alla vita e alle attività della parrocchia di Vallo Torinese: con il suo carattere estroverso, gioviale e spontaneo, era sempre pronta ad aiutare chi aveva bisogno. Sportiva appassionata, praticava nuoto, pattinaggio a rotelle, sci e sfrecciava sulla sua bici.
Il quadro che si ricava, insomma, è quello di una ragazza normale sotto tutti gli aspetti, intellettivi, familiari, spirituali, nei rapporti con gli altri.

L’incontro col Movimento dei Focolari
Il viceparroco di San Secondo, poi parroco, don Vincenzo Chiarle, fu il predicatore di un ritiro che segnò, nel 1966, il primo cambio di marcia nella vita di Maria Orsola. Il tema era “La gloria di Dio” e ne restò affascinata: da allora, dare gloria a Dio fu come un ritornello nei suoi impegni in famiglia e in parrocchia.
Il 2 giugno 1967 partecipò, insieme alla famiglia e a un gruppo di parrocchiani, al primo raduno del Movimento parrocchiale, diramazione del Movimento dei Focolari, presso il Centro Mariapoli di Rocca di Papa. Proprio in quegli anni il carisma di Chiara Lubich, sorta sorto negli anni del dopoguerra, si stava diffondendo in tutto il mondo.
La parrocchia tutta si sentì coinvolta in un’opera di rinnovamento, frutto dell’incontro fra i doni gerarchici, dati dalle riforme del dopo Concilio e fra i doni carismatici della Spiritualità dell’Unità vissuta in maniera personale anche da Maria Orsola. Sulla scia dei due gruppi musicali Gen Rosso e Gen Verde, imparò a suonare la chitarra e, visto che era dotata di una bella voce, potenziata dalle lezioni di canto apprese a Torino, divenne la solista dei “Gen ‘70”, il gruppo musicale organizzato da alcuni giovani della parrocchia. “Gen” sta per “Generazione nuova”, il compito che, secondo Chiara Lubich, i giovani dovevano avere per rivoluzionare il mondo in maniera autentica e pacifica.

Le sue scoperte spirituali
Nell’estate 1968, a conclusione del primo congresso europeo dei Gen, prima di tornarsene a Vallo, scrisse alla fondatrice, con l’impeto della sua anima in piena rivoluzione: «Ti voglio ringraziare per questi magnifici giorni e ti voglio dire che cosa ho capito. In questi giorni ho capito che la chiave della gioia è la Croce, Gesù Abbandonato. L’avevo capito sì abbastanza, ma quando arrivavano le Croci, io non le superavo e andavo a terra. Ora invece l’ho capito e sono riuscita ad amarla… Sai Chiara, voglio amare, amare, amare sempre, per prima, senza aspettarmi nulla, voglio lasciarmi adoperare da Dio come vuole Lui e voglio fare tutta la mia parte, perché quella è l’unica cosa che vale nella vita…».
Maria Orsola cambiò totalmente: la sua crescita interiore diventò più forte. Confidò i suoi pensieri e le sue riflessioni spirituali al diario personale, cominciato il 21 ottobre 1968 (giorno del suo onomastico) e scrivendo varie lettere a seminaristi, sacerdoti, giovani e ragazze.
Fece proprie, in maniera originale, le coordinate essenziali della spiritualità focolarina: la fede in Dio-Amore; mettere Gesù in mezzo, per illuminare i rapporti col prossimo; offrire a Dio, momento per momento, azioni, gioie e soprattutto sofferenze, in sintonia con Gesù Abbandonato sulla Croce; infine, saper sempre ricominciare. E tutto ciò non da sola, ma insieme, nel gruppo di coetanee e della parrocchia

Alle superiori, il primo amore
Nell’ottobre del 1968 iniziò il Liceo Scientifico Statale “Galileo Ferraris” di Ciriè, che raggiungeva ogni giorno in pullman. Proprio in quel periodo nacque in lei un sentimento particolare per un ragazzo, Sandro, conosciuto in un convegno a Rocca di Papa.
Nelle sfide dell’adolescenza, per dare quiete al suo cuore tormentato, sapeva dove trovare il rimedio e il modello: nella Vergine Maria, che – sono parole sue – «consumò la sua vita per Dio». Alla fine comprese, anche grazie all’aiuto del suo parroco, che quello per Sandro forse non era vero amore, o comunque non le permetteva di amare pienamente Dio.

Tra cultura e impegno
Vinse in seguito un concorso sul tema «La Comunità Europea»: come premio, nel settembre 1969, andò in viaggio con altri otto ragazzi a Bruxelles, nel Lussemburgo e a Strasburgo, nel cuore delle sedi di governo della CEE. Fu un’esperienza che le servì per conoscere e apprezzare i giovani degli altri Paesi.
L’impegno in parrocchia e con il complesso, intanto, continuava. Di ritorno da un incontro per i giovani nel paese di Cafasse, commentò, rivolta al suo parroco: «È proprio andata bene oggi. Io sarei disposta a dare la vita perché i giovani capiscano quanto è bello amare Dio».

La morte improvvisa
Il 3 luglio 1970, insieme al fratello Giorgio di 12 anni e a una quarantina di bambini, ragazzi e giovani delle parrocchie di Vallo Torinese, Varisella e Monasterolo, Maria Orsola partì per un campo-scuola a Ca’ Savio presso Venezia, in veste di animatrice.
La sera di venerdì 10 luglio, dopo aver animato con la chitarra e i canti il raduno finale della giornata sulla spiaggia, andò a prepararsi per la Messa: per fare prima, prese in prestito un asciugacapelli. L’apparecchio era difettoso: partì una scarica elettrica, che la fulminò. Le furono praticati la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco, ma senza esito.
I genitori, il parroco e il viceparroco arrivarono a Venezia nelle prime ore di sabato 1, poi, nella notte, la salma fu portata a Vallo Torinese. Lunedì 13 luglio si svolsero i funerali, che avevano tutto il carattere di una festa, per partecipazione di popolo e numero di celebranti. Tra i fedeli, la rappresentanza di una cinquantina di comunità parrocchiali e la presenza di numerosi Focolarini della zona, insieme alla banda musicale. Le campane suonavano a stormo, mentre i canti furono eseguiti dal complesso di giovani in cui Maria Orsola aveva cantato e suonato.

Fama di santità
La sua fama di santità si diffuse immediatamente e cominciò a fare affluire alla sua tomba moltissima gente, che, più che pregare “per” lei, preferiva invocarne l’intercessione. Man mano che il tempo passava, si veniva a conoscere la sua spiritualità profonda, tramite il diario e le tante lettere scritte. A lei è stato intitolato il Centro parrocchiale alla cui costruzione aveva contribuito, con i risparmi suoi e delle sue amiche.
Gli arcivescovi di Torino la presentarono spesso ai giovani come modello di un cristianesimo vissuto. Anche il Papa san Giovanni Paolo II, durante la sua visita a Torino del 3 settembre 1988, indicò come in lei ci fosse «la scelta di lasciarsi innamorare in termini assoluti facendo riferimento a Dio stesso, accettando di fare della propria vita un dono».

Il processo di beatificazione
Il 17 luglio 1997 la Santa Sede ha dato il nulla osta per l’inizio del processo di beatificazione di Maria Orsola, svolto nella diocesi di Torino dal 26 maggio 1996 al 17 dicembre 2000 e convalidato il 15 giugno 2001. La sua “Positio super virtutibus” è stata consegnata alla Congregazione vaticana delle Cause dei Santi nel 2003. Dal 2 ottobre 2004, cinquantesimo anniversario della sua nascita, le sue spoglie mortali riposano nella sua chiesa parrocchiale, San Secondo martire, a Vallo Torinese.
I periti teologi della Congregazione, il 17 settembre 2013, hanno dato parere favorevole al riconoscimento delle sue virtù in grado eroico. Il 18 marzo 2015 papa Francesco ha quindi autorizzato la promulgazione del decreto con cui Maria Orsola Bussone è stata dichiarata Venerabile.
Un presunto miracolo, esaminato dalla Consulta medica della Congregazione delle Cause dei Santi, non è stato approvato all’unanimità.

Per informazioni e relazioni di grazie
Parrocchia San Secondo martire
Via Cardinal Pellegrino 9
10070 Vallo Torinese (TO)
tel. 011 9249376


Autore:
Antonio Borrelli ed Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2016-08-30

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