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San Caprasio di Lérins Abate

1 giugno

† Lérins, Francia, 430

San Caprasio di Lérins fu la principale guida spirituale di sant'Onorato di Arles. Rinunciò a grandi prospettive mondane, preferendo andare a vivere da eremita presso la celebre isola di Lérins, al largo della Costa Azzurra. Qui venne raggiunto da Onorato con suo fratello Venanzio, due giovani desiderosi di averlo come maestro. Quando i due fratelli meditarono di trasferirsi in Oriente, anche Caprasio li seguì per condividere tale esperienza. Il viaggiò riservò loro tali prove che non appena giunti in Grecia Venanzio morì. I due superstiti fecero allora ritorno in Gallia e per qualche tempo si rifugiarono tra le montagne attorno al Fréjus, per poi trasferirsi nuovamente a Lérins al fine di imitare l'austera vita dei padri del deserto. Ben presto altri seguaci si unirono a loro, desiderosi di seguire i medesimi ideali, e si rese così necessario ispirarsi alla regola di San Pacomio. Caprasio non divenne mai superiore della comunità, forse per l'età avanzata, ma ne viene considerato comunque come il primo abate. Morì nel 430 circa. Le reliquie del corpo di San Caprasio sono state rinvenute e sono ad oggi venerate nella chiesa parrocchiale a lui dedicata ad Aulla (MS).

Patronato: Aulla (MS), tratto della Via Francigena nella Diocesi di Massa Carrara - Pontremoli

Emblema: Bastone pastorale, Mitria

Martirologio Romano: Nell’isola di Lérins in Provenza, in Francia, san Caprasio, eremita, che insieme a sant’Onorato si ritirò in questo luogo e vi diede inizio alla vita monastica.


La vita di San Caprasio
San Caprasio fu la principale guida spirituale di Sant'Onorato di Arles. Rinunciò a grandi prospettive mondane, preferendo andare a vivere da eremita presso la celebre isola di Lérins, al largo della Costa Azzurra. La si era recato anche Onorato con suo fratello Venanzio, due giovani desiderosi di averlo come maestro. Quando i due fratelli meditarono di trasferirsi in Oriente, anche Caprasio li seguì per condividere tale esperienza. Il viaggiò li obbligò a privarsi di molte cose ed a condurre una vita molto dura, tanto che la loro salute divenne cagionevole enon appena giunti in Grecia Venanzio morì. I due superstiti fecero allora ritorno in Gallia e per qualche tempo si rifugiarono tra le montagne attorno al Fréjus, optando poi per trasferirsi nuovamente a Lérins al fine di imitare l'austera vita dei padri del deserto. Ben presto altri seguaci si unirono a loro, desiderosi di seguire i medesimi ideali, e si rese così necessario ispirarsi alla regola di San Pacomio per formare un'ampia comunità come quella di Tabennesi in Egitto, dove un gran numero di piccole case religiose erano sottoposte ad una regola comune e ad un unico superiore.
Sembra storicamente accertato che Caprasio non divenne mai ufficialmente superiore della comunità monastica, forse perché troppo avanti negli anni o piuttosto perché Onorato possedeva un maggior carisma di amministratore, ma è comunque comunemente considerato fondatore e primo abate di Lérins, in quanto guida spirituale di Onorato e così di tutto il complesso monastico.
Nella “laudatio” che Sant'Ilario di Arles compose dopo la sua morte, che costituisce la nostra principale fonte di informazioni sul suo conto, Caprasio è lodato per la sua grande fama di santità. Sant'Ilario stesso fu monaco a Lérins, per poi succedere ad Onorato sulla cattedra episcopale di Arles.
L'influenza che Lérins esercitò in seguito attraverso la Gallia e la Chiesa celtica in Irlanda e Britannia fu dovuta principalmente all'esempio della sua prima guida spirituale, San Caprasio, la cui opera si percepisce ancora oggi sull'isola mediterranea che ancora è sede di un fiorente monastero. Anche il nuovo Martyrologium Romanum, nel commemorarlo al 1° giugno, ne riconosce la paternità di questa grande opera.

La sepoltura di San Caprasio ad Aulla
“ Sappiate che Cristo lo enumera tra i suoi amici ”Nel 1077 per la prima volta un diploma di Enrico IV riporta la dedicazione a San Caprasio dell’Abbazia di Aulla.Geo Pistarino, citando il documento di fondazione dell’884, ricorda che Adalberto volle dedicarla a Santa Maria ed in onore di quei santi che vi saranno custoditi.Lo sbarco dei Saraceni a Frassineto di Provenza è dell’890 e lo studioso colloca l’arrivo delle Reliquie ad Aulla tra la fine del X° secolo e l’inizio del secolo XI°.Per mille e più anni il ricordo della presenzaad Aulla del corpo di san Caprasio è stato affidatoalla tradizione orale, che lo voleva custodito sotto l’altar maggiore. Tuttavia comunemente si riteneva che le reliquie fossero ormai andate disperse a seguito dei numerosi interventi che nel corso dei secoli avevano interessato la chiesa. Solo nell’ottobre del 2003, durante gli scavi archeologici, è tornata alla luce una tomba monumentale contenente un prezioso reliquario in stucco.Nel suo interno si sono trovate poche ossa di un uomo molto anziano, disposte con cura nell’ aspetto di un corpo disteso, rivolto verso oriente.Gli studi antropologici e le datazioni al radiocarbonio hanno dimostrato che le ossa appartengono ad un uomo vissuto nel V° secolo, che negli ultimi anni di vita si è alimentato con pesci e crostacei, che ha camminato molto.Questi dati, assieme al ritrovamento di un corpo incompleto, che evidentemente era stato sepolto altrove e qui era stato ricomposto solo molto tempo dopo la morte, concordava con quanto storicamente si sapeva circa la vita del santo e il nascondimento delle reliquie, a seguito delle incursioni saracene.Valutati i risultati delle indagini scientifiche e la secolare tradizione del culto locale il vescovo Eugenio Binini riconosceva, esattamente 1600 anni dopo la fondazione di Lerins, l’autenticità delle reliquie e nominava san Caprasio patrono del tratto diocesano della Via Francigena.

L'orazione funebre di Sant'Onorato
Onorato e Venanzio presero con sé un vecchio, San Caprasio, uomo di perfetta e piena austerità che, loro padre in Cristo, chiamarono sempre “padre”; egli, ancora oggi, conduce nelle isole vita angelica. Sebbene il vostro amore abbia ignorato fino ad ora il suo nome e la sua vita, sappiate che Cristo le enumera tra i suoi amici. Lo unirono a sé per istruire e custodire la loro vita nel signore, loro che furono scelti da un gran numero di giovani come custodi.
Del nostro santo parlerà anche Fausto di Riez, abate di Lerins tra il 434 e il 462, ricordando la fondazione della comunità monastica da parte di S. Onorato:“ preso con sé il beato Caprasio per averne conforto e compagnia, si rimise all’esame e decisione di costui per tutto ciò che aveva regolato e ordinato: in sua compagnia ha introdotto in questo deserto la gloria di Cristo. Un piccolo gregge, certo, ma composto da eletti: essi lo dirigevano,uno con la sua autorità, l’altro con i suoi consigli; uno vegliava sul suo compito di pastore attento, l’altro, nella solitudine, come su un monte lontano, invocava Dio pregandolo senza interruzione”Questo grande Santo, patrono di Aulla, guida di S.Onorato e san Venanzio nel pellegrinaggio in Oriente è oggi il patrono dei pellegrini che tornano a percorrere la Via Francigena.
tratto diocesano della Via Francigena.

La chiesetta di San Caprasio sull'isola di Saint-Honorat
Quest’isola al largo di Cannes porta il nome di S. Onorato.Da milleseicento anni è abitata da monaci che vivono nella preghiera, coltivando vigneti e campi di lavanda.Da quest’oasi di spiritualità si è diffusa la pagina più importante del monachesimo provenzale dei primisecoli.Qui il nostro santo patrono Caprasio è giunto nel 404,accompagnato da Onorato, Ilario e da un primo gruppo di uomini, desiderosi di seguire l’insegnamento dei Padri del deserto: ben presto arrivarono decine di seguaci e ancor prima di San Benedetto la comunità adottò una regola monastica.Nel V° e VI° secolo Lerins conobbe una grande stagione spirituale: su quest’isola si formarono S. Ilario, S. Eucherio, i santi Massimo e Fausto, San Vincenzo Lerino, San Cesario di Arles, San Benedetto Biscop, monaco inglese formato a Lerins che fondò a Jarrow il monastero dove visse Beda il Venerabile.Dopo questo periodo di prosperità Lerins subì i disordini dell’ VIII° secolo e ripetute invasioni da parte dei Saraceni.Ce lo ricorda il poeta trovatore Raymond Feraud, vissuto nel XII° secolo e divenuto monaco a Lerins, in un poema in versi sulla vita di S.Onorato nel quale ricorda l’esortazione di Porcario, affinché i monaci lascino l’isola e salvaguardino le reliquie:“Allora si levò Porcario e disse: nascondiamo bene e devotamente le Reliquie che sono nella santa isola per paura dei pagani, perché non le possano profanare e toccare con le loro mani”.Col nascondimento delle Reliquie, per preservarle dagli infedeli, la storia di san Caprasio e delle sue spoglie si intreccia con quella di Aulla e della sua abbazia.I resti mortali di San Caprasio giungeranno ad Aulla alcuni secoli dopo la sua morte nell’isola dove, quando fu ultimata la costruzione della chiesa del monastero, furono esposti alla venerazione dei monaci e dei numerosi pellegrini. Scrive Feraud:“ Nella chiesa di San Pietro, patroni dell’isola, terminati il tempio e l’altare, dopo aver sacrificato a Dio, vi furono posti i santi Caprasio e Venanzio”.Lo stesso poeta ci rammenda la tradizione della visita di papa Eugenio (654-657), di cui si ricordano proprio le relazioni con alcuni monasteri della Gallia, che si sarebbe recato sull’isola per esaminare la regola e accertarsi dei miracoli che vi accadevano:“… il santo padre cavalca, e cammina per la pianura toscana, passa Firenze, Lucca, Pistoia e Genova la bella …. Il santo Padre esamina la regola e la chiesa di san Pietro che hanno edificato e ha canonizzato i preziosi corpi santi che sono sull’isola, Caprasio e Venanzio…”Oggi sull’isola di S. Onorato una chiesetta isolata ricorda Caprasio: la tradizione vuole che essa sia sorta sul luogo dove, in una precaria capanna, Caprasio visse in eremitaggio e preghiera, così come era consuetudine tra i padri del deserto, ciascuno in una capanna isolata, ma con momenti di preghiera comuni.La chiesa è stata restaurata di recente e al rito di consacrazione, presieduto dall’arcivescovo di Montecarlo, l’abate di Lerins volle una rappresentanza della parrocchia e del comune di Aulla.


Fonte:
www.sancaprasio.it

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Aggiunto/modificato il 2023-07-23

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