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Beato Nicola Cehelskyj Sacerdote e martire

Festa: 25 maggio

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Strusiv, Ucraina, 17 dicembre 1896 - Javas, Moldavia, 25 maggio 1951

Nato nel 1896 nel villaggio ucraino di Strusiv, Mykola Cehelskyj si distinse fin da giovane per la sua profonda devozione religiosa. Ordinato sacerdote nel 1925, si dedicò con zelo alla cura pastorale della sua parrocchia a Soroko, promuovendone il benessere spirituale e materiale. La sua dedizione al Vangelo lo rese un punto di riferimento per la sua comunità, in un periodo storico segnato da crescenti difficoltà. Con l'avvento del regime sovietico dopo la Seconda Guerra Mondiale, Cehelskyj si oppose con coraggio alle persecuzioni contro la Chiesa. Arrestato nel 1946 e condannato a dieci anni di lavori forzati, fu deportato nel campo di Javas, tristemente noto per la sua crudeltà. Nonostante le terribili sofferenze patite, mantenne una fede incrollabile, offrendo sostegno spirituale ai suoi compagni di prigionia e diventando un simbolo di resistenza per la sua comunità. Sostenuto dalla sua fede, Cehelskyj spirò il 25 maggio 1951, vittima delle disumane condizioni del campo.

Martirologio Romano: Nel campo di prigionia della cittadina di Javas in Moldavia, beato Nicola Cehelskyj, sacerdote e martire, che, sotto un regime di persecuzione contro la religione, vinse con la forza della fede i supplizi del martirio.


Mykola Cehelskyj nacque il 17 dicembre 1896 nel villaggio ucraino di Strusiv, nei pressi di Ternopil. Nel 1923 si diplomò al dipartimento di teologia dell’università di Lviv e fu ordinato sacerdote due anni più tardi, il 5 aprile 1925, dal metropolita André Shaptytsky, divenendo così sacerdote diocesano di rito bizantino dell’Arcieparchia di Lviv degli Ucraini. Affidatagli la parrocchia del villaggio di Soroko, fu un prete zelante che si prendeva cura della vita spirituale, dell’educazione e del benessere dei suoi parrocchiani. Promosse l’edificazione di una nuova chiesa.
Dopo la seconda guerra mondiale cominciò un periodo di repressione totalitaria nei confronti della Chiesa. Padre Nicola sperimentò in prima persona l’intimidazione da parte del regime, sino a quando fu arrestato il 28 ottobre 1946. Il 17 gennaio 1947 venne condannato a dieci anni di prigione. Nonostante egli avesse una moglie, due figli e due figlie, fu comunque deportato in un campo di lavori forzati. Conobbe così le tremende condizioni di vita del campo di Javas, celebre per il suo rigore e la sua crudeltà. Dopo aver patito terribili sofferenze, sostenuto dalla forza della fede, morì infine il 25 maggio 1951 e fu seppellito nel cimitero del campo.
Mykola Cehelskyj fu beatificato da Giovanni Paolo II il 27 giugno 2001, insieme con altre 24 vittime del regime sovietico di nazionalità ucraina.


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2006-09-20

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