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Mariele Ventre Laica

Testimoni

Bologna, 16 luglio 1939 - 16 dicembre 1995


Ricordate il torero Camomillo e i 44 gatti “in fila per sei con il resto di due”? Sono passati alla storia. Certamente, la piccola storia di noi… che per nulla al mondo ci saremmo persi una puntata dello Zecchino d’Oro. Sempre che, ovviamente, potessimo trovare il televisore, o per meglio dire il vicino di casa o l’amico compiacente, più “fortunato” di noi perchè già in possesso della magica scatola, dalla quale, come per incanto, fluivano i pulcini ballerini, le automobili del nonno Asdrubale e i moscerini incantati dai valzer. Adesso, che per lo Zecchino d’Oro non abbiamo più tempo, veniamo a scoprire che da quel palcoscenico si può anche prendere direttamente l’autostrada per il Cielo. Ed è una scoperta che fa davvero piacere. Perché “bucare il teleschermo” non è assolutamente incompatibile con la perfezione cristiana alla quale ogni cristiano è chiamato, parola di Mariele Ventre. Mariele (più esattamente Maria Rachele, come l’avevano chiamata i genitori al battesimo) sta all’Antoniano di Bologna come il cacio sui maccheroni. Nasce il 16 luglio 1939 da genitori di origini lucane, che insieme al latte le trasmettono l’amore per la musica (che è la grande passione di papà), grazie alla quale, a 4-5anni anni appena, diventa un’habituèe delle rassegne operistiche bolognesi che, per antonomasia, sarebbero “roba da grandi”. Con il convento S.Antonio di Bologna è amore a prima vista, fin dall’infanzia: lì impara a pregare e lì fa la catechista, senza neppure immaginare che tra quelle stesse mura sarebbe sbocciata la sua “vocazione”. Infatti, dopo il diploma di maestra elementare nel 1957 e in pianoforte nel 1961, rinuncia ad un promettente futuro da concertista semplicemente perché la sua strada si incrocia con quella dello Zecchino d’Oro. Nata a Milano due anni prima, la fortunata rassegna canora ideata dai frati si trasferisce a Milano proprio nel 1961 e subito gli organizzatori  pensano a lei per preparare i piccoli solisti. E lei, che non sa mai dire di no, si butta a capofitto nell’impresa e la collaborazione, da occasionale si trasforma in una scelta di vita.   Mariele capisce al volo che far parte di un coro è un’esperienza d’arte e di vita e così due anni dopo fonda il Piccolo Coro. Scontato che debba chiamarsi “dell’Antoniano”, perché a quel convento è legato a doppio filo, anche oggi che è stato ribattezzato con il suo nome. Ne sarà la direttrice e l’anima per più di trent’anni, inventandosi una vera e propria scuola, con almeno dieci ore di lezione di canto alla settimana e un programma di concerti che ha portato i suoi bambini a viaggiare in tutto il mondo. Per lei il canto è, insieme, un gioco e un impegno. Prende sul serio i bambini, senza inutili lusinghe e soprattutto senza provocare in loro rivalità e competizioni da adulti, sempre profondamente convinta che il canto corale ha una marcia in più: obbliga ad ascoltare l’altro, a non prevaricare, ti impedisce di essere egoista, perché tutte le voci alla fine devono fondersi in un’unica armonia.  Non è una “consacrata nel mondo”, ma una semplice laica che vive con pienezza e con gioia la propria fede, mettendo le sue qualità a servizio degli altri. Non sbaglia chi afferma che Mariele, anche senza i voti religiosi, è “più francescana degli stessi francescani” e non è certo un complimento da poco per una musicista che cerca la “perfetta letizia” nel canto, nella musica ed a stretto contatto con i bambini. Con il suo piglio dolce e autorevole, il rigore, la tenacia, si impone come un’impareggiabile educatrice, che sa educare al sacrificio e sa infondere la capacità di apprezzare le piccole cose della vita. Il suo sorriso magnetico, la gestualità inconfondibile e un repertorio di oltre 1.400 brani nel catalogo delle incisioni, riescono così a rivoluzionare il modo di concepire il canto corale per l’infanzia. Fino all’ultimo: già profondamente segnata da un cancro al seno che da anni la sta martoriando, riesce ancora a dirigere la trentottesima edizione dello Zecchino d’Oro, spegnendosi una ventina di giorni dopo, il 16 dicembre 1995. In questi 18 anni  le hanno edificato monumenti, intitolato parchi e piazze, scuole e strade, da Sassari a Sestri levante; nel suo nome si svolgono a Bologna le Marieliadi (cioè le olimpiadi del canto corale) e una rassegna di canto e pattinaggio. Adesso la diocesi di Bologna ha deciso anche di muovere i primi passi per avviare il processo che potrebbe portare Mariele dall’Antoniano alla gloria degli altari.

Autore: Gianpiero Pettiti

 


 

La vita e le opere
Mariele Ventre nasce a Bologna il 16 luglio 1939 da papà Livio e mamma Maria, entrambi lucani.
Già la sua primissima formazione è caratterizzata dall'incontro con il Convento di S. Antonio di Bologna (la piccola Mariele è araldina, la giovane Mariele è catechista) e con la musica, di cui suo padre è appassionato cultore.
Nel 1957 consegue il diploma di abilitazione magistrale e nel 1961 il diploma di pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. A questo stesso anno risale anche l'incontro di Mariele con lo Zecchino d'Oro che - giunto alla terza edizione - veniva trasferito da Milano a Bologna, proprio presso l'Antoniano.
Nel 1963 Mariele fonda il Piccolo Coro dell'Antoniano.
Tutta la sua vita - costellata da numerosi riconoscimenti in Italia e all'estero - sarà dedicata alla musica ed ai più piccoli.
Splendida figura di artista e di educatrice cristiana, come l'ha definita il Cardinale Arcivescovo di Bologna Giacomo Biffi, Mariele Ventre muore dopo lunga malattia a Bologna il 16 dicembre 1995, venti giorni dopo aver diretto la trentottesima edizione dello Zecchino d'Oro.
Mariele Ventre per decenni ha incarnato quegli ideali etici e pedagogici che l'Antoniano ha posto a fondamento delle sue attività musicali, ricreative e sociali per i più piccoli.
La stessa storia della vita di Mariele è indissolubilmente legata a quella dell'Antoniano, del Piccolo Coro di cui è stata fondatrice nel 1963 - e dello Zecchino d'Oro.
Alle doti indiscusse di grande musicista e di educatrice, la cui fama ha varcato ben presto i confini nazionali, Mariele univa certe caratteristiche del suo temperamento - lo sguardo magnetico, il piglio dolce e autorevole, il rigore, la tenacia, il valore del sacrificio e la capacità di saper apprezzare le piccole cose della vita, uniti ad una fede radicata e vissuta che l'hanno resa straordinariamente popolare e vicina al cuore della gente.

Il messaggio
Mariele aveva per tutti un'aureola particolare, e a noi frati dell'Antoniano veniva rivolta spesso una domanda: "E' una consacrata?".Domanda che è stata insistentemente ripetuta da parte di giornalisti e di operatori dei mass media che si sono occupati di Mariele dopo la sua morte.
Domanda che significa se Mariele appartenesse a uno degli ormai numerosi istituti di consacrazione secolare, cioè di persone che si legano ai voti religiosi senza entrare in convento, restando nella famiglia e nel ruolo di una qualsiasi attività "civile". No, Mariele non apparteneva ad alcuno di questi istituti.
Comunque, nella sua laicità fu certamente religiosa. E fu certamente francescana.
Può essere certificata francescana prima di tutto dal suo amore per la vita; per il mondo, per le sue creature, per la sua bellezza.
Poi perché si è sentita fin da bambina connaturata all'Antoniano, istituzione francescana. Ne ha respirato l'atmosfera, ne ha assorbito la mentalità, si è sentita innestata nella plurisecolare tradizione in cui affondava le sue radici.
(...) Mariele ha camminato serena, semplice, sicura nel campo della comunicazione sociale, dove la sua testimonianza cristiana ha acquistato valore di modernità e di specificità. E anche di singolarità.
E' un campo dove mancano ancora riferimenti e modelli. Bisogna bypassare i prototipi storicizzati e risalire all'essenzialità degli schemi evangelici.
Mariele lo ha fatto. E, per un fenomeno sorprendente, sul monitor della comunicazione sociale, la gente un po' alla volta ha portato in primo piano Mariele, l'ha messa a fuoco amorosamente, dandole linee delicate e tersa bellezza spirituale.

In ricordo di Mariele
Mariele Ventre per decenni ha incarnato quegli ideali etici e pedagogici che l'Antoniano ha posto a fondamento delle sue attività musicali, ricreative e sociali per i più piccoli. La stessa storia della vita di Mariele è indissolubilmente legata a quella dell'Antoniano, del Piccolo Coro – di cui è stata fondatrice nel 1963 – e dello Zecchino d'Oro.
Alle doti indiscusse di grande musicista e di educatrice, la cui fama ha varcato ben presto i confini nazionali, Mariele univa certe caratteristiche del suo temperamento – lo sguardo magnetico, il piglio dolce e autorevole, il rigore, la tenacia, il valore del sacrificio e la capacità di saper apprezzare le piccole cose della vita, uniti ad una fede radicata e vissuta – che l'hanno resa straordinariamente popolare e vicina al cuore della gente.
Il suo Piccolo Coro è stato scuola di canto e di vita.
Mariele Ventre è scomparsa il 16 dicembre 1995, venti giorni dopo aver diretto il 38° Zecchino d'Oro. Nel suo nome sono sorte numerose iniziative in ogni parte d'Italia e del mondo.


Autore:
Fondazione Mariele Ventre


Fonte:
www.marieleventre.it

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Aggiunto/modificato il 2014-02-07

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