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Sante Archelaide, Tecla e Susanna Martiri di Salerno

19 gennaio

III sec.

Secondo la loro passio, mentre imperversava la persecuzione di Diocleziano, per sottrarsi al furore degli empi, abbandonarono Roma o, secondo altri, la Romagna, dove conducevano santa vita in un monastero e si rifugiarono presso Nola, in un luogo umile e povero, dove continuarono la loro vita di preghiera. La loro fama di santità e di virtù, accompagnata anche da miracoli di guarigione, si sparse velocemente in ogni parte e questo fece sì che alcuni pagani le denunziassero a Leonzio, proconsole della Campania, che decise di punirle con la morte. Condotte a Salerno, sede di Leonzio, santa Archelaide o Archelaa, in particolare, subì vari supplizi, ma rimase miracolosamente illesa.  Alla fine, tutte e tre le vergini furono uccise di spada ad un miglio da Nola nel 293 d.C.

 



Secondo la loro passio, peraltro leggendaria, mentre imperversava la persecuzione di Diocleziano, per sottrarsi al furore degli empi, abbandonarono Roma (altri dicono la Romagna), dove conducevano casta e santa vita in un monastero, e si rifugiarono presso Nola, in un luogo umile e povero, dove continuarono la loro vita di preghiera e le loro opere di bene. I miracoli che operavano, specialmente la guarigione degli infermi, che spesso portavano alla guarigione ben più importante delle anime, e la conseguente fama della loro virtù e santità che si sparse rapidamente da ogni parte, fecero sì che alcuni pagani le denunziassero a Leonzio, preside della Campania, che decise di punirle con la morte, qualora non avessero sacrificato agli dèi. Condotte a Salerno, sede di Leonzio, dopo una lunga discussione tra lui e Archelaide, e dopo che questa fu gettata in pasto ai leoni, che non la toccarono, la vergine fu flagellata e sottoposta ad altri supplizi, da cui uscì miracolosamente illesa; tutte furono uccise di spada a un miglio da Nola (293). 
La passio di queste tre martiri fu composta probabilmente nella prima metà del sec. X, quando le loro reliquie, in seguito ad una rivelazione avuta da una religiosa benedettina del monastero di S. Giorgio di Salerno, furono prelevate da Nola (che allora apparteneva alla provincia ecclesiastica di Salerno) e portate in questa città, nel ricordato monastero. Alle religiose benedettine fu accordata la recita dell'Ufficio in onore delle tre sante nel 1697 e molto più tardi, il 24 sett.  1842, anche al clero della diocesi di Salerno. Se ne celebra la festa il 19 gennaio.
Il Lanzoni prospetta l'ipotesi che A. possa identificarsi con la matrona romana dello stesso nome, che a Nola fu di aiuto a s. Felice.

PREGHIERA
O gloriose martiri Archelaide, Tecla e Susanna,
che per non tradire la fede giurata a Gesù,
generosamente sprezzaste tutte le offerte del proconsole Leonzio
e protestaste coraggiosamente di voler subire tutti i supplizi,
anziché rinnegare la vostra fede, fate che l'interesse
ed il rispetto umano non ci portino a violare i nostri santi propositi.
Otteneteci dal Signore la grazia di resistere sempre coraggiosamente
agli assalti del demonio e fate che ci gloriamo sempre d'esser seguaci del Crocifisso,
disposti a soffrire anche la morte piuttosto che offenderlo minimamente.
Voi, che in terra otteneste da Gesù innumerevoli guarigioni,
guariteci dalla lebbra del peccato ed infondete nelle nostre anime
un'ardente carità che ci avvii al premio della vita eterna.
Così sia.


Autore:
Antonio Balducci


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2010-05-04

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