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Serva di Dio Rossella Petrellese Giovane laica

Festa: .

Napoli, 1° aprile 1972 - Rochester, Minnesota (Stati Uniti d’America), 18 settembre 1994

Rossella Petrellese nasce a Napoli, nella clinica “Villa Bianca”, il 1° aprile 1972. Sin dalla nascita è colpita da patologie di varia natura, a causa delle quali affronta visite e ricoveri in numerosi ospedali. Intelligente e vivace, capisce presto di non poter essere come i suoi coetanei, ma nell’adolescenza entra in una profonda crisi depressiva. Nel settembre 1992 partecipa al dodicesimo Convegno ecclesiale della diocesi di Acerra, dopo essersi trasferita ad Acerra a causa del lavoro del padre, membro dell’Aeronautica Militare. Quell’evento e gli incontri che in esso riceve conducono Rossella a una conversione interiore: la ragazza abbandona la sofferenza per diventare consolatrice di tante persone. Accetta una rischiosa operazione alla colonna vertebrale per ragioni connesse alle sue patologie e la offre per tutti coloro che sono abbandonati e tristi: subisce l’intervento l’8 settembre 1994 all’ospedale Saint Mary’s della Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota. Muore dieci giorni dopo, il 18 settembre 1994, a ventidue anni, per complicazioni sopraggiunte. L’inchiesta diocesana della sua causa di beatificazione e canonizzazione si è svolta dal 21 marzo 2009 al 16 luglio 2011. I resti mortali di Rossella riposano dal 24 marzo 2010 nella cattedrale di Santa Maria Assunta ad Acerra.


I guai per Rossella Petrellese cominciano ancor prima della nascita, per colpa di una gravidanza difficile e di un ancor più difficile parto cesareo, avvenuto nella clinica “Villa Bianca” di Napoli il 1° aprile 1972, Sabato Santo. E la croce, il silenzio, l’attesa del mattino di Pasqua, tutti elementi caratterizzanti il Sabato Santo, saranno presenti sempre nella sua vita tormentata e sofferente. Intanto la battezzano d’urgenza, in casa dei nonni, il 28 maggio, perché è subentrata una broncopolmonite asmatica molto seria, la prima di molte altre, che sembra doversela portar via in pochi giorni. 
Inaspettatamente si riprende, ma a due anni  cade dal seggiolone ed entra in coma: comincia la sua Via Crucis nei reparti di neurochirurgia, mentre proseguono gli accertamenti medici che solo cinque anni dopo permettono di fare una diagnosi precisa, con una gamma patologica davvero spaventosa, che va dalla persistenza del dotto arterioso di Botallo alla talassemia, dalla scoliosi alla grave insufficienza cardiaca: una bambina gracile e malaticcia, insomma, il cui fisico si incurva a vista d’occhio con l’aggravarsi della scoliosi.
Come spesso accade in questi casi, il disastroso quadro clinico si accompagna ad una precocissima sensibilità, un’intelligenza vivace, un’innata vocazione artistica che la porta ad appena cinque anni a studiare pianoforte con ottimi risultati: è un po’ la compensazione alla possibilità, che le è negata, di correre e giocare con i coetanei, dai quali riceve le prime delusioni, perché non accettano i suoi difetti fisici, non capiscono le sue limitazioni, non hanno la pazienza di restarle accanto quando la malattia le impedisce di uscire.
Con l’adolescenza i primi sogni: una forma fisica perfetta, un futuro da pianista affermata, una vita sentimentale piena da realizzare nel matrimonio e nella maternità. C’è da stupirsi se, quando i sogni adolescenti si infrangono contro una ben diversa realtà, la diciottenne cade in depressione al punto da sfiorare la disperazione?
Precipita infatti in un tunnel soffocante ed opprimente, che ben conoscono quanti loro malgrado hanno fatto un’esperienza analoga, e si spinge quasi all’orlo dell’autodistruzione. È il prolungato momento del silenzio, assoluto e quasi assordante, del Sabato Santo; è il periodo del macigno posto all’imboccatura del suo sepolcro che niente e nessuno sembrano riuscire a rotolare via. Questa crisi estrema, dal 1991 al 1992, coincide con il trasferimento della famiglia dall’Aeroporto di Capodichino (il padre è membro dell’Aeronautica Militare) ad Acerra.
A salvare Rossella è un provvidenziale aiuto dall’alto, l’incontro con le persone giuste al momento giusto, una diversa prospettiva per guardare alla sua malattia con occhi nuovi. A sostenerla spiritualmente sono prima un provvidenziale parroco, poi monsignor Antonio Riboldi, vescovo di Acerra, infine il cuneese don Aldo Giordano, conosciuti durante il convegno ecclesiale della diocesi di Acerra del 1992. È soprattutto don Giordano, che diventa la sua guida spirituale ed intrattiene con lei una fitta corrispondenza, a tracciarle un cammino di donazione ed a spingerla verso un’intensa attività caritativa. 
Da quel momento la ragazza comincia a decentrarsi, a mettere al primo posto le sofferenze altrui. Con sforzi inauditi e non poca sofferenza si ritrova in continuo movimento: per confortare malati, per accompagnare disperati, per portare a tutti un po’ di quella gioia del Risorto che la sta abitando e che ancora si accresce durante un pellegrinaggio del 1993.
Mentre la sua fede cresce, il suo amore si dilata alle dimensioni del mondo. Come quando le dicono che per vivere, e non solo per “lasciarsi vivere”, deve affrontare un’operazione dolorosissima alla spina dorsale, dall’esito incerto, che le potrebbe anche essere fatale: accetta di correre il rischio e sussurra soltanto «Offrirò tutta la mia sofferenza per tutti quelli che soffrono di più, i più soli, i più abbandonati, i più tristi». 
Subisce l’intervento l’8 settembre 1994 all’ospedale Saint Mary’s della Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota. A dimostrazione che è cosciente del rischio che corre, chiede di potersi prima confessare e comunicare. Per complicazioni sopraggiunte dopo l’intervento, muore dieci giorni più tardi, il 18 settembre 1994, a ventidue anni. 
Dopo sei giorni la sua salma è ad Acerra, per i funerali presieduti da don Aldo Giordano, e per la tumulazione nel cimitero locale, dove resta fino al 24 marzo 2010, data nella quale viene traslata nella cattedrale di Santa Maria Assunta ad Acerra. 
L’inchiesta diocesana sull’eroicità delle virtù di Rossella, ottenuto il trasferimento di competenza dalla diocesi di Winona il 13 settembre 2008, data in cui la Santa Sede ha concesso il nulla osta per l’avvio della causa, si è svolta dal 21 marzo 2009 al 16 luglio 2011; gli atti dell’inchiesta sono stati convalidati il 3 maggio 2013. La Chiesa acerrana considera questa giovane «come la stella del mattino, che può indicare ai nostri giovani la via giusta per riprendere i sentieri interrotti dell’amore puro».


Autore:
Gianpiero Pettiti

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Aggiunto/modificato il 2025-11-21

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