|
29 gennaio 1499 - 20 dicembre 1552
Katharina von Bora (conosciuta anche come Katherine Lutero, 1499-1552)
era una suora che nel 1523 scrisse a Martin Lutero chiedendogli di
liberarla, insieme ad alcune compagne di convento che si erano
convertite ai suoi insegnamenti. Lutero mandò un mercante, Leonard Kopp,
che consegnava regolarmente merci al convento: egli portò fuori le
donne nascoste in botti vuote di aringhe. Queste donne erano quindi
libere di tornare a casa, sposarsi o fare ciò che desideravano, ma molte
delle loro famiglie non potevano permettersi di riprenderle; d'altra
parte gli uomini erano riluttanti a sposare delle ex suore. Lutero trovò
un posto per tutte tranne Katharina, che poi sposò nel 1525. Ella si
occupò immediatamente di tutte le questioni pratiche della famiglia,
comprese le finanze, i giardini, la produzione e la vendita della birra e
aiutò Lutero nella formulazione delle sue idee. Replicava anche
regolarmente alle aspre critiche dei nemici di Lutero riguardo al
matrimonio di due ex consacrati che, secondo la tradizione cattolica,
avrebbero dovuto rimanere non sposati. Dopo la morte di Lutero, avvenuta
nel 1546, Katharina lottò per mantenere la propria casa, ma durante la
guerra di Smalcalda (1546-1547) fu costretta a fuggire e nel 1552 morì
di una malattia sconosciuta.
|
Figlia di Hans von Bora e di Katharina von Hauswig, Katie von Bora,nacque a Lippendorf, in Sassonia. A 16 anni, nel 1515, prese il velo delle monache cistercensi nel convento di Marienthron, a Nimbschen. Il suo coraggio è dimostrato dal suo atto d’orgoglio nel decidere di lasciare la sicurezza del convento dopo essere venuta in contatto con gli scritti di Martin Lutero (Luther) ed esserne stata affascinata. Alla vigilia di Pasqua del 1523 fuggì dal convento con altre undici suore e fu condotta a Wittenberg, dove si trovava Lutero, il quale aveva aiutato a organizzare la fuga. Mentre alcune suore presto si sposarono, la Bora rimase nubile dopo aver avuto il cuore spezzato dall’abbandono di Hieronymus Baumgartner, un giovane studente di Wittenberg la cui famiglia aveva rifiutato la ex suora. Un fitto mistero continua ad avvolgere le ragioni e le modalità che portarono al matrimonio fra la Bora e Lutero.
Nel giugno 1525, con grande sorpresa di tutti e con grande scandalo per gli oppositori di Lutero, Katharina e Martin furono uniti in matrimonio da Johannes ÝBugenhagenn. Il loro matrimonio, nonostante la differenza di età e un’apparente mancanza di infatuazione iniziale, divenne un rapporto esemplare basato sul rispetto reciproco, nel quale la moglie, energica, intelligente e sicura di sé, sostenne in molti modi il marito riformatore, sempre più famoso, che a sua volta rispettava e amava teneramente la sua sposa.
Dall’unione nacquero sei figli, anche loro profondamente amati dai genitori, un’esperienza importante sia per i coniugi sia per la teologia di Lutero. Un aborto e la perdita di due figlie in tenera età misero a dura prova la loro fede, che li aiutò comunque a superare le crisi e gli svariati pericoli che si trovarono a dover affrontare nel corso del movimento della Riforma. La casa dei Lutero, un ex monastero con più di 40 stanze, fu un porto sicuro per molti rifugiati, sempre pieno di bambini, sia figli naturali che adottati. Visitatori provenienti da diversi Paesi, studenti a pensione, insegnanti, studiosi, erano tutti oggetto di una calorosa accoglienza.
Con l’aiuto di personale stipendiato, “Katie” dirigeva la casa e si prendeva cura degli animali della fattoria e degli ampi giardini, della sua fattoria di Zullsdorf e perfino della birreria che si trovava nei sotterranei, dove produceva la sua famosa birra. Grazie alle notevoli capacità organizzative e alla sua accortezza nelle questioni economiche riuscì sempre a far quadrare i conti, anche nei tempi più duri. Oltre alla gestione della casa, era un valido sostegno per l’attività di scrittore e leader religioso del marito durante la Riforma.
Da interlocutrice arguta qual era, discuteva spesso con Lutero e con i loro numerosi ospiti gli eventi e gli sviluppi della Riforma, tanto che gli studenti la soprannominarono “doctorissa”. Ella fu per Lutero un fedele supporto nelle sue eccentricità e numerose malattie. È illuminante il fatto che Lutero si rivolgesse alla «cara moglie» chiamandola «Lord Katie», «signor teologo» e «dottore», e che l’avesse nominata erede di tutti i suoi averi (un atto che comunque sarebbe stato impugnato in seguito dai legali sassoni).
Sei anni dopo la morte di Lutero, dopo aver affrontato gravi difficoltà finanziarie, la B. lasciò Wittenberg con due dei suoi figli per sfuggire alla peste ma morì poco dopo, il 20 dic. 1552, a Torgau, in seguito di un incidente avvenuto durante la fuga e probabilmente a causa di una polmonite. La sua vita fu trasformata dagli insegnamenti della Riforma e lei stessa divenne uno strumento per la realizzazione della fede evangelica. La Bora testimoniò la sua fede tramite la devozione alla sua vocazione alla vita domestica e al matrimonio. Ella fu un esempio dell’idea luterana del sacerdozio di tutti i credenti e dell’importanza della famiglia come culla della fede evangelica.
|
Fonte:
|
|
Testimoni della fede nelle Chiese della Riforma, Città nuova 2010
|
|