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Don Francesco Beniamino Della Torre Salesiano

Testimoni

Pralboino, Brescia, 22 giugno 1912 - 24 gennaio del 1969


La sua fede profonda e incrollabile, unita a un comune rispetto per qualsiasi persona,  finivano  per  contagiare e soggiogare anche i più resistenti.
Don Francesco Beniamino Della Torre nasce a Pralboino (BS) il 22 giugno 1912 da Francesco e Filomena Faita,  una famiglia di 13 fratelli e sorelle, dei quali otto raggiungono l'età matura. Marta la primogenita entra tra le suore salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice; don Giuseppe, il sestogenito, sacerdote salesiano ha operato in Canada. Don Francesco, il dodicesimo, è avviato agli studi presso l'istituto salesiano Sant'Ambrogio di Milano.
Nel 1928 entra giovanissimo tra i salesiani: ha 16 anni quando emette la prima professione religiosa nel noviziato di Chiari. Per gli studi superiori frequenta il liceo classico a Valsalice (TO) e poi si laurea a pieni voti nel 1938, frequentando la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Cattolica di Milano. Nello stesso anno si trasferisce a Roma per frequentare l'Università Pontificia Gregoriana, conseguendo la Licenza in Teologia morale. Nel 1940 viene ordinato sacerdote; fino al 1944 è a Parma dove acquisisce l'abilitazione all'insegnamento. Nel settembre dello stesso anno viene trasferito a Milano.

La Resistenza

A Milano con un atteggiamento alternativo e propositivo si impegnò a lavorare con i giovani per la liberazione dalla guerra: il suo contatto con i membri del Comitato per la Liberazione fu rapido e il suo ruolo determinante, ma chi gli viveva accanto non si accorgeva di nulla o di poco. “Solo il suo direttore, don Luigi Besnate, era al corrente di molte cose”, ha scritto don Angelo Viganò. Il don Della (così da tutti era conosciuto) in quel periodo si mise a scherzare con la morte: qualcuno era rimasto un po’ sorpreso e perplesso, vedendolo fare scorribande in moto o in bicicletta in tarda serata e, soprattutto, senza abito talare, il che a quei tempi era una rarità assoluta e poco o niente ben vista. Solo più tardi si seppe che il don andava alle riunioni del Comitato Nazionale di Liberazione e che certi personaggi che andavano a fargli visita nell’istituto, qualificandosi in portineria come confratelli della San Vincenzo, erano esponenti della Resistenza.

Arese

Nel 1955 fondò il Centro Salesiano San Domenico Savio ad Arese. I salesiani presero coraggiosamente il posto del "Beccaria" di Milano, che ad Arese era in grosse difficoltà nel gestire la rieducazione dei così detti barabitt, come a quei tempi erano chiamati i ragazzi che per qualche motivo incappavano nelle maglie della giustizia. A Roma si chiamavano sciuscià.
Lì don Della fece, come Don Bosco, il “mendicante” per i suoi ragazzi, avvicinando persone grandi e umili, coltivando amicizie con personaggi prestigiosi dell’industria e della politica ma anche con le famiglie dei ragazzi, che non allontanava ma voleva accanto. Fin dal primo Natale 1955, osò – con una mossa pedagogica tanto sorprendente quanto magistrale – mandare a casa in vacanza i barabitt, contro ogni consolidata consuetudine degli istituti di rieducazione, regolati da norme ferree, dove le famiglie erano escluse perché pericolose e inaffidabili. Capitò come a Don Bosco con i giovani reclusi della Generala: ritornarono tutti! Non per nulla Paolo VI che aveva voluto affidare il “correzionale ai salesiani” riconobbe: “Sono fiero perché avete dato ai ragazzi ciò di cui avevano bisogno: il cortile, il movimento, il gioco, la palestra, l’entusiasmo. E poi il lavoro”. È noto che un normale studente che riesce a resistere una mezz’ora nell’ascolto di una conferenza o anche di una lezione, è oro che cola… ma i ragazzi di don Della non mostravano nessun tipo di insofferenza di fronte alle sue lunghe chiacchierate. Riusciva, Dio sa come, a  inchiodarli per ore alla sedia; le parole del nostro don li calamitavano e al termine non pochi gli correvano appresso per ulteriori commenti o spiegazioni, affascinati e incuriositi.

L’educazione

“L‘educazione – diceva don Della – ha per oggetto l’individuo per formare una personalità capace di rapporti interpersonali positivi e stabili… Ricercare l’amicizia dei ragazzi piuttosto che correggere i loro difetti è un tradire una vocazione umana. Occorre attuare un realismo psicologico: se conosci la qualità di qualcuno, lo conosci soltanto; quando conosci i suoi difetti lo ami veramente”. Quel che diceva l’ha messo in pratica, con convinzione e tenacia. I ragazzi, anche quelli pieni di rabbia, di disperazione di odio, finivano per volergli bene perché vedevano che lui non si risparmiava per loro. Quella di don Francesco, hanno scritto i suoi confratelli, “è stata una vocazione pagata ogni giorno quattro soldi di pelle propria”. Hanno detto di lui: “Prefabbricato per i giovani” (Oscar Luigi Scalfaro presidente della Repubblica); “Un prete folgorante” (cardinale Castillo Lara sdb);  “Un prete così in gamba che non sembra un prete” (Giorgio Arcoleo, psicologo clinico); “Incantatore di serpenti” (don Ugo De Censi, missionario in Perù).

A Milano

Dal 1965 al 1968 don Della ritorna a Milano a impiantare il nascente “Convitto Universitario Paolo VI”, nella parrocchia salesiana di via Rovigno. Dal settembre 1968 è assistente spirituale degli studenti, dei docenti e del personale tecnico e amministrativo dell'Università Bocconi e della chiesa San Fernardino annessa all'Università.
La sua morte, improvvisa, il 24 gennaio del 1969, a 56 anni di età, nel giorno dedicato al ricordo di san Francesco di  Sales, ha suscitato cordoglio in tutti gli ambienti dove era passato come salesiano. I suoi ex ragazzi lo hanno voluto nella cappella del centro salesiano di Arese dove ha lasciato un ricordo indimenticabile. Sul marmo, il suo medaglione e, incisa, la frase di san Paolo: “Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno!”.
Ancora oggi chi entra nella chiesetta del Centro, subito sulla destra, non può non notare quella grande lastra di marmo bianco, oltre la quale è sepolto don Francesco Beniamino Della Torre, per gli amici don Della.


Autore:
Giorgia Frisina


Fonte:
www.sdb.org

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Aggiunto/modificato il 2011-05-12

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