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Servo di Dio Raffaele Melis Sacerdote

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Genoni, Oristano, 25 marzo 1886 – Roma, 13 agosto 1943


Raffaele Melis Nacque a Genoni, piccolo paese agricolo di Nuoro, il 25 marzo 1886, da Giovanni Melis e Rita Piseddu, unico superstite di otto figli, morti in tenera età.
Venne battezzato lo stesso giorno della nascita coi nomi di Raffaele Vincenzo Giuseppe, nella parrocchia del paese, retta di Padri Oblati di Maria Vergine.
Frequentò le scuole elementari dei paese, e quelle catechistiche della parrocchia con particolare profitto.L'indole buona del ragazzo lo fece pronosticare futuro sacerdote fin dal giorno della sua Prima Comunione.
A 14 anni entrò nel Collegio-seminario dei Padri Oblati a Giaveno (Torino), e dopo tre anni vestì l'abito religioso dell'Istituto, compì l'anno di noviziato lodevolmente, e fece la sua Professione religiosa il 24 aprile 1905.
Compì gli studi superiori e di filosofia e teologia in vari luoghi dell'Italia settentrionale e a Roma, all'Università Gregoriana.
Fu ordinato sacerdote nella Basilica di s. Giovanni Laterano il 10 aprile 1909. Nei primi anni di sacerdozio fu impegnato nella direzione dei collegiali dell'Istituto; ma alla fine del 1915 venne chiamato alle armi, e sino alla fine della grande Guerra, svolse un intenso apostolato negli ospedali militari come aiutante di un Capitano medico che lo volle sempre al suo fianco come prezioso collaboratore.
Questa sua attività pastorale tornò ad emergere nella sua qualità di parroco di sant'Elena in Roma, dal 1936 fino alla morte.
E' lì che profuse l'innata sua bontà e le esperienze caritative da lui fatte negli ospedali militari. Nell'atto di prendere possesso della parrocchia aveva detto: "O Signore, per le anime che mi affidi intendo offrire tutto me stesso, anche la vita, se occorre". E così fu.
Senza risparmiarsi si dedicò alle opere di assistenza parrocchiali, alle numerose associazioni, agli infermi, ed ogni tipo di attività sacerdotale, divenute l'assillo quotidiano della sua vita in parrocchia.
Nei giorni bui della seconda guerra mondiale, tanto difficili per la scarsità del necessario alla vita, si fece tutto a tutti.
Ma la sua carità evangelica raggiunse il culmine durante i terribili bombardamenti di Roma. Dopo il primo, quello del 19 luglio 1943, si profuse, con gli altri suoi confratelli religiosi, nel soccorrere le famiglie colpite e i feriti nelle case e negli ospedali.
Purtroppo una seconda ondata di bombardieri, il 13 agosto seguente, compì l'opera devastatrice, sganciando bombe anche sulla zona parrocchiale di sant'Elena. Alcune bombe caddero proprio sulla ferrovia davanti alla facciata della chiesa di sant'Elena, colpendo un treno carico di passeggeri.
Alle urla dei feriti, accorse P. Melis con l'Olio santo, scendendo come poté fra le macerie lasciate dalle bombe fra la strada e i binari stravolti e i vagoni squarciati; dopo un primo aiuto sommario ai feriti e ai morti sparsi per terra, tentò di salire su di un vagone pieno di altri feriti che gridavano, ma, messo piede sul predellino, altre bombe piovvero dal cielo, colpendolo a morte insieme agli altri che andava a soccorrere.
Fu trovato col volto squarciato, con l'Olio santo nella mano sinistra, e la mano destra rimasta in atto di amministrare il sacramento ai feriti a lui vicini, e morti con lui. Il pastore buono che dà la vita per le sue pecorelle!
Nel 1995 è stata introdotta la sua Causa di beatificazione, mentre il suo corpo riposa nella chiesa di sant'Elena, oggetto di ininterrotta venerazione dei suoi parrocchiani, quei figli per i quali offrì la sua vita.
Il Santo Padre, Giovanni Paolo Il, durante la sua visita pastorale alla parrocchia di sant'Elena, il 17 gennaio 1993, ha sostato in preghiera davanti alla sua tomba, affidandogli il suo particolare messaggio di pace universale.


Autore:
P. Fortunato Ciomei


Fonte:
I Santi della Sardegna, ed. Poddighe

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Aggiunto/modificato il 2012-02-13

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