Per le sue predicazioni che riempivano la cattedrale di Edmonton – dove è stato arcivescovo per sette anni prima di essere trasferito da Benedetto XVI nella principale città del Canada anglofono, Toronto – c'è chi lo aveva paragonato addirittura a Carlo Maria Martini. In effetti, monsignor Thomas Christopher Collins condivide con l'ex-arcivescovo di Milano gli studi biblici, i trascorsi all'università Gregoriana e un'attenzione per il mondo dei media (non a caso, suo padre lavorava nel quotidiano locale della sua città natale, Guelph, in Ontario).
Ma se il cardinal Martini è generalmente etichettato come 'progressista' nella Chiesa, il futuro cardinale Collins è un presule di distinta impostazione “ratzingeriana”: un solido background accademico, una curiosità che va anche al di là dell'ambito ecclesiale – ha anche insegnato letteratura inglese –, una franca rivendicazione dell'identità e dalla 'diversità' cattolica, declinata però non in toni conflittuali con la società moderna.
La sua affabilità e la familiarità con i giornalisti – Collins è membro del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali – gli sono tornate utili in una diocesi, Toronto, dove il suo predecessore, Aloysius Ambrozic, a volte non aveva avuto un buon rapporto con l'opinione pubblica.
Collins aveva saltato un giro, nel 2010, per la nomina cardinalizia. Ma papa Benedetto XVI aveva dimostrato la sua fiducia nei suoi confronti nominandolo tra i visitatori inviati in Irlanda in una Chiesa messa in ginocchio dallo scandalo pedofilia.
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Fonte:
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www.vaticaninsider.it
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