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Don Umberto Maria Pasquale Salesiano

Testimoni

Vignole Borbera, Alessandria, 1 settembre 1906 - Rivoli, Torino, 5 marzo 1985


Nato a Vignole Borbera il 1 settembre 1906 in una famiglia profondamente cristiana, secondogenito di nove figli. Fin da piccolo manifestò un carattere vivace, allegro, un pò "monello" come amava definirsi, ma contemporaneamente, nelle profondità del cuore, nutriva fin da allora l'amore per la preghiera ed un'attenzione sensibile verso il prossimo bisognoso e sofferente. Pregava un pò ovunque, ma soprattutto amava improvvisare altarini alla Vergine Maria sulle rive del torrente Borbera, quando portava al pascolo le sue caprette. Concluse le scuole elementari, lavorò per due anni in fabbrica, prima di essere accolto, a tredici anni, dai Salesiani a Torino Valdocco dove proseguì gli studi fino al 1921. A Valdocco, ascoltando il racconto dei missionari che erano di passaggio, si entusiasmò  per le missioni ed incominciò a nutrire il desiderio di andare in Colombia per aiutare i lebbrosi. Ma a questo progetto si oppose il padre che temeva per la vita del figlio. Umberto poté però proseguire il suo cammino vocazionale presso il seminario di Stazzano. Ma alla soglia del subdiaconato, riemerse imperioso il desiderio di partire per la missione; fuggì dal seminario e ritornò dai Salesiani a Torino. Al termine del noviziato a Borgomanero ed emessa la professione religiosa, nel1932 presentò la domanda per andare in Colombia. Ma i Superiori gli chiesero di partire per il Portogallo dove era  necessario che si fermasse " almeno per un anno ". Fu questa una svolta che segnò profondamente la sua vita. Giunto a Lisbona nel 1933, venne consacrato sacerdote il 21 dicembre 1935 dal Card. Cerejeira. Ciò che lo colpiva era la miseria, la povertà, la fame, l'abbandono dei ragazzi; pertanto nelle diverse case salesiane in cui passò, si prodigò con numerose iniziative, aiutato dai laici, per far fronte alle diverse povertà spirituali e materiali della gioventù e degli adulti. Nel 1937 nominato maestro dei novizi, aprì una nuova Casa a Mogofores; grazie alla forza evangelizzatrice di Don Umberto, il paese conobbe una vera rinascita spirituale dopo 60 anni di abbandono religioso. Stampò un catechismo popolare e organizzò contemporaneamente corsi per i catechisti; diede vita ad una piccola casa editrice, le Edizioni Salesiane che negli anni successivi si ingrandì e trovò una sede stabile ad Oporto. In Portogallo incontrò due figure che segnarono profondamente la sua vita: Suor Lucia di Fatima e Alexandrina Maria da Costa. Con Suor Lucia instaurò un rapporto epistolare che durò per tutta la vita; con la veggente condivise il messaggio di Fatima che contribuì a diffondere attraverso numerose pubblicazioni. Nel 1944 divenne Direttore spirituale della grande mistica portoghese Alexandrina Maria da Costa recentemente beatificata dal servo di Dio Giovanni Paolo II. Fu il suo principale biografo, raccolse tutti i suoi scritti che si rivelarono una perla preziosa nel campo della mistica. Alla sua morte aprì e seguì l'iter per la causa di beatificazione. Nel 1948, richiamato in Italia, venne destinato al Centro catechistico di Torino prima, e di Leumann poi. Il servizio che rese alla Chiesa italiana in campo catechistico in quegli anni fu imponente.                                                              
Svolse un apostolato instancabile per l'evangelizzazione attraverso le missioni al popolo, incontri con sacerdoti e seminaristi, settimane catechistiche e con la pubblicazione  di numerosi libri.
La spiritualità di Don Umberto, che aveva una personalità forte ed umanamente molto ricca, si fonda su alcuni punti cardine: un intenso e costante amore alla Madonna alla quale tutto attribuisce nella sua vita; una dedizione appassionata al ministero sacerdotale e apostolico, nel quale profonde il meglio delle sue ricchezze interiori; la sofferta sensibilità alla miseria, alla sofferenza, al dolore dei piccoli e dei poveri. L'attenzione carismatica al mistero delle coscienze e al fiorire silenzioso della santità. La dedizione sacrificata alla missione catechistica che lo fa diventare un diffusore instancabile della Parola di Dio. Il senso profondo della preghiera che lo porta a logorare la sua corona del Rosario in un dialogo ininterrotto con la Vergine Maria. Il salesianissimo e dinamico amore per la gioventù, la più povera e abbandonata, che incontra tante volte nel suo cammino.
Non trascurò  mai, in tutta la sua attività apostolica, la vocazione di maestro di spirito , dotato di  un finissimo e sicuro discernimento spirituale, alimentato anche dallo studio della vita dei Santi e dei grandi maestri della teologia mistica. Sono numerosissime le persone che si tenevano regolarmente in contatto con lui per la direzione spirituale e tra queste non mancarono anime con doni particolari. Si spense a Rivoli, Torino, il 5 marzo 1985 dopo due anni di sofferenze fisiche. Il suo corpo riposa nel cimitero del paese natale, a Vignole Borbera, in attesa della risurrezione, ma una sua immagine con il suo nome si trova anche nella tomba della Famiglia salesiana a Leumann (To), dove non mancano mai fiori freschi, segno della gratitudine di quanti si sono sentiti amati, aiutati ed edificati dalla sua persona e dalla sua testimonianza.
La compiacenza del Signore  per questo fedele figlio di San Giovanni Bosco è stata affidata anche alle pagine del diario della Beata Alexandrina M. da Costa, nelle quali ella riporta quanto Gesù le diceva per Don Umberto. Riportiamo solo alcune frasi. Nell'estasi del 13 marzo 1945, Gesù le dice: “dà al mio caro Don Umberto l'abbondanza del mio amore. Digli che sono con lui quando prega, quando lavora, quando guida e incammina a me la tua anima. Dagli a mio nome i miei ringraziamenti”. Ed ancora, durante la "tempesta" scoppiata contro Alexandrina, dopo una visita di Don Umberto con il suo Ispettore Don Ermenegildo Carrà, ella scrive nel diario quanto Gesù le ha detto: “Dà al mio caro Don Umberto i miei ringraziamenti per essere venuto a dare vita all'anima della mia sposa, della mia vittima amata. Dai il mio amore, le mie grazie e benedizioni a lui e a tutta la Congregazione, (...). E' il premio che gli do con la mia Madre benedetta che egli ama ed Ella lo ama tanto” (16 gennaio 1945).               
 
PREGHIERA
O Santissima Trinità, a Te eleviamo un inno di lode e di gratitudine per aver donato alla Chiesa e alla Famiglia salesiana, Don Umberto Maria Pasquale, sacerdote secondo il Cuore di Cristo. Quando Tu lo hai chiamato, egli ha consacrato la sua vita a Te e seguendo fedelmente la via aperta da san Giovanni Bosco, ha annunciato il Vangelo ed ha portato il tuo amore ovunque, prodigandosi per la gioventù povera, per i piccoli, per i sofferenti e guidando numerose anime sulla via della santità. Da Te speriamo per intercessione di San Giovanni Bosco e del suo fedele figlio Don Umberto, il dono di sacerdoti santi e direttori spirituali che, illuminati dallo Spirito Santo, guidino i giovani e tutte le anime sulla via della carità e della santità.
 
Imprimatur 
+ Martino Canessa              
Curia Vescovile di Tortona     
22/09/2006

Per informazioni e relazioni di grazie ricevute:
Centro Studi " Opera dei Tabernacoli Viventi " c/o Famiglia Salesiana
Via Copernico 9
20125 Milano


Fonte:
www.messaggiodamontespineto.it

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Aggiunto/modificato il 2012-02-27

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