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Beato Felix Gomez-Pinto Pinero Sacerdote francescano, martire

7 settembre

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18 maggio 1870 - 7 settembre 1936


Nacque a La Torre de Esteban Hambrán (Toledo) il 18 maggio 1870 dai coniugi Deogratias e Praxedes che ebbero altri quattro figli, dei quali uno entrò in seminario e due furono monache cappuccine. Essi svolgevano l’attività di contadini, partecipavano alla vita della parrocchia e delle confraternite da veri cristiani. La madre era anche iscritta al Terzo Ordine Francescano.
Félix vesti l’abito francescano il 12 maggio 1886 nel convento di Pastrana, emise la professione semplice il 14 maggio 1887 e quella solenne il 16 maggio 1890. Fu ordinato sacerdote ad Avila il 19 maggio 1894. In questo stesso anno fu inviato missionario nelle Filippine esercitando il ministero di parroco e amministratore di parrocchie per diversi anni. Nel 1898, periodo del movimento indipendentista delle Filippine, fu fatto prigioniero e restò in carcere più di un anno. Dal 1903 al 1913 esercitò l’apostolato nell’isola di Samar. Questo primo periodo di esperienza missionaria si concluse nel 1913, quando per alcuni mesi fu al santo Sepolcro di Gerusalemme, prima di ritornare in patria.
Dal 1914 al 1917 fu a Pastrana dove edificò i novizi con la sua testimonianza esemplare di sacerdote dedito alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime, con sentimenti di pietà e di mortificazione.
La seconda esperienza missionaria nelle Filippine si svolse dal 1919 al 1933 servendo quella Chiesa con dedizione e sacrificio. Indebolendosi la sua salute fece ritorno in Spagna vivendo l’ultimo periodo della sua vita nel convento di Pastrana dove nel 1936 erano complessivamente 43 religiosi francescani di cui 11 sacerdoti, 27 professi chierici studenti, 3 fratelli professi e 2 fratelli terziari. Con le elezioni politiche del febbraio i giovani studenti erano stati inviati nelle proprie famiglie di origine.
Il 22 luglio i religiosi si dispersero presso famiglie amiche, così il padre Félix fu ospite successivamente di due famiglie e mai, pur in abito civile, occultò la sua condizione di religioso e sacerdote e si mostrò disponibile a visitare i malati e per le confessioni sacramentali, tentando qualche volta di celebrare l’Eucaristia. Essendo giunti a Pastrana dei miliziani di Madrid per cercare i religiosi, padre Félix fu fatto allontanare munendolo di qualche alimento, ma il 2 o 3 settembre fu arrestato dai miliziani che durante il percorso e molte volte in seguito tentarono con violenze di fargli ripetere bestemmie contro Dio e la Vergine Maria, al che egli ripeteva: “Perdonali, Signore, perché non sanno ciò che fanno” oppure: “Uccidetemi, uccidetemi, però io questo non lo dico”. Restò prigioniero nell’antico convento di S. Francesco trasformato in ospedale e usato allora come prigione. La domenica 6 settembre furono uniti al padre Félix tre giovani frati studenti che poi testimoniarono sulla serenità del confratello sacerdote che ascoltò la loro confessione e che furono poi rilasciati.
Nella notte padre Fèlix con un automezzo fu condotto da un drappello di miliziani fino al luogo denominato Corral de tìo Quintìn al confine di Hueva (Guadalajara) e gli fecero percorrere alcuni passi sulla strada mentre egli diceva: “Io vi perdono. Viva Cristo Re!”. Era circa le una del 7 settembre quando lo uccisero con un colpo di fucile e, dopo avergli inferto un colpo di grazia, gettarono il suo corpo sul ciglio della strada.


Fonte:
www.ofm.org

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Aggiunto/modificato il 2012-07-02

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