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Padre Umberto Negrini Missionario

Testimoni

Fraine di Pisogne, Brescia, 8 maggio 1940 - Luanda, Angola, 30 ottobre 1999


Primogenito di quattro figli, ancora bambino conobbe le difficoltà della vita avendo perso il papà in giovane età (rimase soltanto la mamma a sostenere il peso dell'intera famiglia).
All'età di 13 anni ha il primo contatto con l'Opera di don Calabria, entrando come studente alle medie di Maguzzano, località vicino a Desenzano del Garda. Durante gli studi liceali maturò in Umberto la vocazione per la vita religiosa; alla fine del liceo chiese di essere ammesso al noviziato della congregazione del Beato don Calabria. Un anno dopo (settembre 1963) emette la prima professione religiosa. Prima ancora di ottenere il sacerdozio, dedica un anno all'assistenza ai "buoni fanciulli" affidati all'opera e tre anni ad un'esperienza missionaria in Brasile.
Nel 1967 torna in Italia per completare gli studi teologici e il 4 luglio 1970 (all'età di 30 anni) viene ordinato sacerdote nel suo piccolo paese di Fraine.
Inizia la sua attività pastorale come cappellano dell'ospedale di Negrar (nel frattempo si prepara, anche attraverso lo studio della lingua inglese, ad andare missionario in Nigeria, impedito però dalla guerra del Biafra).
Dopo un'altra esperienza pastorale in una parrocchia romana, riparte per il Brasile dove svolge, per undici anni, attività di formatore dei giovani e di economo della "comunità".
Finalmente, nel 1984, parte per l'Angola (dove da trent'anni c'era la guerra civile) per lavorare con i seminaristi a Bengueb. In seguito viene chiamato nella capitale, a Luanda, nella parrocchia di Golf, alla periferia della città.
Dopo otto anni di inteso lavoro tra i baraccati e i profughi di guerra, viene nominato parroco della stessa parrocchia, allora dedicata al beato Giovanni Calabria.
Sabato 30 ottobre 1999, uscendo da una delle chiese della parrocchia, cerca di sventare l'ennesimo tentativo di furto dell'auto, mezzo indispensabile per il suo lavoro. Ma questo tentativo gli costa la vita: viene colpito mortalmente da una pallottola in fronte.
La reazione dei suoi parrocchiani, la presenza alla Messa funebre (celebrata dal cardinale di Luanda, da altri cinque vescovi e dai padri Piccoli Servi) di una folla immensa, evidenziarono agli occhi di tutti quello che era stato padre Umberto: un grande uomo, o meglio, un piccolo grande uomo.
"Piccolo non tanto per la sua corporatura minuta, ma piuttosto per la sua stessa decisione di "essere piccolo", di vivere con e per gli ultimi, di condividere la vita e il Vangelo con i poveri … Piccolo perché amava essere umile, perché non riusciva a fare la voce grossa… perché amava lavorare sodo, ma dietro le quinte, in silenzio, con la gente."


Fonte:
www.cmdbrescia.it

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Aggiunto/modificato il 2013-04-13

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