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Beato Lorenzo Pak Chwi-deuk Martire

3 aprile

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Myeoncheon, Corea del Sud, 1769 – Hongju, Corea del Sud, 3 aprile 1799

Lorenzo Pak Chwi-deuk, dopo aver aderito alla religione cattolica, apprese il catechismo e divenne un credente coraggioso, tanto da andare a protestare per l’arresto di numerosi fratelli nella fede. Dopo un primo arresto, venne messo in libertà, ma una nuova persecuzione lo rigettò in carcere, dove patì numerose torture. Morì per impiccagione il 3 aprile 1799, a trent’anni. Inserito nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung, è stato beatificato da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.



Lorenzo Pak Chwi-deuk nacque a Myeoncheon, nel distretto di Chungcheong, nel 1769. Sentì per la prima volta la predicazione del cattolicesimo nella sua città natale, ma apprese il catechismo quando andò a Seul, dal catechista Saba Ji Hwang. Tornato a casa, prese a pregare con fervore e provò a proclamare il Vangelo tra i suoi familiari e i suoi vicini.
Con lo scoppio della persecuzione Sinhae nel 1791, Lorenzo andò spesso a visitare i fratelli nella fede che erano stati imprigionati. Un giorno andò dal capo ufficiale e protestò vivacemente: «Non è un terribile crimine picchiare gente innocente e imprigionarla per svariati mesi?». Venne subito arrestato.
Venne trasferito a Haemi e poi a Hongju, ma non si scoraggiò mai e non smarrì la fede. Meno di un mese dopo essere stato imprigionato, gli venne concessa la libertà e, di conseguenza, negato il martirio. Dopo la liberazione, Lorenzo continuò la sua predicazione e rimase in contatto con altri due credenti, Giacomo Won Si-bo e l’ufficiale dell’esercito Francesco Bang.
Alla ripresa delle minacce anticattoliche, con la persecuzione Jeongsa del 1797, venne nuovamente ordinato il suo arresto. Al sentire la notizia scappò, ma si arrese quando venne a sapere che suo padre era stato arrestato al posto suo.
Quando iniziò l’interrogatorio, Lorenzo spiegò la dottrina cattolica punto per punto. Il capo ufficiale, dunque, ordinò di torturarlo, ma senza esito. Dopo essere stato ripetutamente interrogato e malmenato, venne tenuto in prigione per vari mesi. All’arrivo di un nuovo capo ufficiale, venne nuovamente messo sotto torchio, ma con gli stessi risultati di prima, quindi venne trasferito a Hongju.
Anche lì, Lorenzo non mutò il suo comportamento. Il comandante in capo del luogo, a quel punto, ordinò di gettarlo in prigione, rompergli le gambe e metterlo a morte. Riferito l’ordine al governatore, questi comandò di percuoterlo alle gambe e di ammazzarlo, a meno che si fosse arreso dopo essere stato picchiato quattordici volte.
In seguito, dovette rimanere in prigione per mesi e spesso veniva punito di fronte al comandante in capo. Una volta, ad esempio, venne privato dei vestiti e abbandonato, durante la notte, in un buco fangoso, esposto al freddo e alla pioggia.
A sua madre scrisse: «Due mesi dopo che sono stato imprigionato, ho riflettuto su come potessi guadagnare la grazia di Dio. Allora, in sogno, ho visto la croce di Gesù che mi diceva: “Segui la croce”. Questa rivelazione è un po’ più debole ora, ma non la dimenticherò mai».
Lorenzo venne picchiato più di millequattrocento volte. Non gli venne nemmeno concesso di bere per otto giorni. Le guardie carcerarie, pensando che fosse morto, lo denudarono e l’abbandonarono all’esterno, ma non morì. Messo nuovamente in prigione, disse loro: «Non morirò di fame o per le botte, ma morirò se mi impiccherete».
Quando alcuni fedeli andarono a trovarlo la notte successiva, videro che le sue ferite erano miracolosamente scomparse. Le guardie, credendo che fosse successo per magia, impiccarono Lorenzo con una corda. Aveva circa trent’anni. Era il 3 aprile 1799 (29 febbraio del calendario lunare).
Lorenzo Pak Chwi-deuk, inserito nel gruppo di martiri capeggiato da Paolo Yun Ji-chung (del quale fanno parte anche i già citati Saba Ji Hwang, Francesco Bang e Giacomo Won Si-bo), è stato beatificato da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del viaggio apostolico in Corea del Sud.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2014-08-12

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