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Anwar e Misho Samaan Giovani laici

Testimoni

Anwar: 20 luglio 1993 Misho: 7 settembre 1998
+ Aleppo, Siria, 10 aprile 2015

Anwar e Misho Samaan erano animatori presso il Centro Giovanile «Georges e Mathilde Salem» dei Salesiani di Don Bosco ad Aleppo, in Siria. Hanno trascorso la loro fanciullezza e prima giovinezza in quella casa, diventando in seguito animatori. Dal 2011, in quella veste, hanno provato a portare pace e speranza ai bambini e ai loro coetanei, angosciati per la situazione di guerra. Il 10 aprile 2015 un razzo ha colpito la loro casa, uccidendoli insieme a Minerva, la loro madre. Anwar aveva 21 anni, mentre Misho 17.



Tra le sanguinose notizie che continuano ad arrivare dalle terre d’Oriente, il 10 aprile 2015 è stata diramata quella che ha visto coinvolti due giovani siriani. In un comunicato, i Salesiani dell’Ispettoria Medio Oriente hanno riferito della morte, in quel giorno, di Anwar e Misho Samaan, di 21 e 17 anni, insieme alla loro madre, Minerva: un razzo ha infatti colpito la loro abitazione, situata in uno dei quartieri di Aleppo a maggior concentrazione cristiana.
I due giovani, riferisce il comunicato, erano tra gli animatori di un Centro giovanile nella capitale della Siria. La struttura era stata fondata nel 1948, grazie al lascito del benefattore Georges Salem, e fu sostenuta dalla moglie di lui, Mathilde (per la quale è in corso il processo di beatificazione), tanto che ora porta il nome di entrambi.
Il servizio dei Salesiani e dei giovani da loro formati ha cercato di alleviare il senso di angoscia che stringe la popolazione siriana dal 2011, tramite le attività diverse per fasce d’età e l’organizzazione, pur in mezzo alla guerra, dell’Estate Ragazzi. Il tutto nella mancanza di energia elettrica e, il più delle volte, dell’acqua potabile.
L’impegno dei due fratelli e dei loro compagni animatori ha sicuramente contribuito a fare del Centro giovanile quell’«oasi di pace e di speranza» riconosciuta dall’Ispettore per il Medio Oriente, don Munir El Rai, a margine della sua visita alle comunità di Kafroun, Aleppo e Damasco nel luglio 2014. Si può quindi sperare che l’ultimo invito che san Giovanni Bosco rivolse ai suoi ragazzi, ossia che li aspettava tutti in Paradiso, sia diventato realtà anche per loro, figli suoi e dell’ “amata Siria”, come l’ha definita più volte papa Francesco.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2015-04-22

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