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29 Martiri Copti Etiopi

Testimoni

+ Libia, 2015

Un nuovo video dell’Isis dalla Libia mostra l’uccisione con pistole e coltelli di un gruppo di cristiani copti etiopi. Nelle immagini si vedono combattenti dello Stato islamico con i passamontagna neri e giubbotti esplosivi da kamikaze addosso. Le vittime vengono portate su una spiaggia, come già nel video di gennaio che mostrava l’uccisione di 21 cristiani egiziani immigrati in Libia, e fatti inginocchiare. Le esecuzioni avvengono con coltelli e pistole automatiche. In Libia, prima della guerra civile, c’era quasi un milione di immigrati provenienti in maggioranza da Egitto e Paesi africani. L’Isis punta a fare del Paese - spaccato in due per la guerra civile fra il governo di Tobruk, filo-occidentale, e quello di Tripoli, vicino ai Fratellli musulmani e alla Turchia - una sua base operativa da dove minacciare l’Europa. A Derna, Bengasi e Sirte ci sono i nuclei più consistenti dell’Isis libico, formato da combattenti stranieri e milizie locali che si sono alleate con il gruppo più estremista anche fra gli islamisti. In tutto l’Isis conterebbe su circa 6mila uomini in Libia. Ma questa volta l’Isis non punta solo a creare orrore e terrore con le immagini finali del video, lungo 29 minuti, ma anche a giustificare i suoi atti criminali dal punto di vista religioso teologico. Una lunghissima introduzione ripercorre la storia dell’islam nella versione integralista salafita (salaf erano i primi seguaci di Maometto) e cita numerosi passi del Corano, a partire dalla Surat al-Tawad, per dare un fondamento religioso alla guerra contro le altri fedi: «Combatterai contro chi non crede in Allah fino all’ultimo giorno…». Una visione dell’islam che però è rigettata dalla maggioranza dei teologi contemporanei in quasi tutti i Paesi arabi e musulmani. All’inizio del video c’è anche una sorta di dissertazione sul cristianesimo, la sua divisione fra cattolici, ortodossi e protestanti, con le immagini di Papa Benedetto XVI e altri esponenti della cristianità.



Tre giorni di lutto nazionale saranno proclamati in Etiopia in memoria dei 29 migranti copti giustiziati in Libia dall'Is. Il provvedimento è stato annunciato dal ministro per l'Informazione e portavoce del governo, Redwan Hussein, ed entrerà in vigore domani, dopo la sua adozione da parte del Parlamento. In tutto il Paese africano le bandiere saranno issate a mezz'asta in segno di cordoglio.

Le autorità di Addis Abeba nel frattempo hanno confermato che i cristiani "innocenti" assassinati "barbaramente" dagli jihadisti libici erano tutti propri connazionali. Il video diffuso dall'Is mostrava l'esecuzione dei copti, alcuni decapitati e altri freddati con uno sparo alla nuca.

A febbraio un video is mostrava l'uccisione di 21 copti egiziani tra Tripoli e Sirte. Questa volta le immagini mostrerebbero l'esecuzione in due gruppi di 29 immigrati copti di origine etiopica. Nel filmato di 29 minuti diffuso dal canale Al Furqan, l'ala mediatica del movimento, i terroristi spiegano che le esecuzioni sono state condotte da due movimenti affiliati all'Is nella provincia di Barka, nella Libia orientale, e nella provincia del Fezzan, nel sud. A fare da sfondo sono infatti una spiaggia della Libia nord-orientale per 12 decapitazioni e un'area desertica nel sud per altri 16 uomini che vengono uccisi con un colpo alla nuca. La confezione del video è simile a quella della strage degli egiziani di febbraio.

L'Etiopia ha condannato subito le esecuzioni: "Condanniamo queste atrocità, che coinvolgano o meno cittadini etiopi", ha affermato il ministro per le Comunicazioni, Redwan Hussein. Il ministro ha ricordato che nel suo Paese ci sono già infiltrazioni jihadiste con i miliziani islamici Shebaab. L'esecuzione segue il triste rituale del Califfato, con i boia mascherati, i prigionieri in fila, le decapitazioni e gli spari alla nuca. A parlare è uno speaker armato di pistola e in stile Jihadi Joe che lancia le solite minacce contro le "nazioni crociate" e afferma che i cristiani devono convertirsi o pagare la tassa prevista dalla legge islamica, la "jizia".

Tra immagini di chiese e simboli cristiani abbattuti, compare anche una foto di Papa Ratzinger. "Diciamo ai cristiani che vi troveremo ovunque, anche se sarete protetti in roccaforti fortificate", avverte la voce di un miliziano. Non è chiaro di quanti uomini disponga l'Isis in Libia, anche se il Dipartimento di Stato li aveva stimati in un numero oscillante tra mille e 3 mila combattenti.


Fonte:
Avvenire

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Aggiunto/modificato il 2015-06-24

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